La premiazione cinematografica più seguita e discussa del mondo ha da poco compiuto 95 anni. Con gli Oscar che si preparano a celebrare un’edizione coi fiocchi, non possiamo fare a meno di guardare al 2023 come a un anno solare che ha segnato una delle stagioni più apprezzate da pubblico e critica. Certo, c’è stato il fenomeno del Barbenheimer, ma da Povere Creature! a Spiderman: Across the Spiderverse ci sono state tantissime produzioni interessanti e accattivanti che hanno portato milioni di spettatori in sala. Gli Oscar chiudono così un anno memorabile e siamo certi che la cerimonia sarà seguita da molti anche (e forse soprattutto) per la grande popolarità dei film candidati.
Non giriamoci troppo intorno: al di là delle passerelle sul red carpet, delle star in copertina e delle maratone pre-cerimonia, un evento di questa portata è seguito anche perché si tratta di Hollywood. E Hollywood non sarebbe la stessa senza gossip o piccoli (e grandi) scandali. Da sempre, gli Oscar sono teatro di siparietti imbarazzanti, episodi controversi o veri e propri shock per la cultura pop: alcuni sono ancora sotto gli occhi di tutti, altri potrebbero esser stati dimenticati. Riscopriamo quindi i 5 momenti più folli e discussi nella storia degli Academy Awards, con un occhio di riguardo a eventuali collegamenti con l’attuale edizione.
1973: Marlon Brando boicotta gli Oscar
Ricordato ancora oggi come uno degli attori più grandi di sempre, Marlon Brando ha fatto la storia del cinema. Per molti, l’attore ha lasciato il segno soprattutto nel ruolo di Don Vito Corleone ne Il Padrino di Francis Cord Coppola: guardando indietro agli Academy Awards di quell’anno, era praticamente impossibile che Brando non vincesse l’Oscar. Eppure, durante la premiazione avvenuta nel 1973, l’iconico attore si rifiutò di partecipare per ragioni politiche ben precise. Con una mossa sorprendente, Brando non si permise soltanto di boicottare la cerimonia, ma mandò al suo posto l’attrice di origini Apache Sacheen Littlefeather per protestare contro il trattamento riservato ai nativi americani dentro e fuori l’industria cinematografica.
Un evento epocale che all’epoca indispettì parecchio i membri dell’Academy e diversi colleghi dell’attore. Il discorso di Sacheen, ancora oggi fra i più impattanti di sempre, non fu neppure trasmesso nella sua interezza: fonti dell’epoca concordano nel dire che l’attrice dovette ridurre il proprio intervento a circa 60 secondi sotto forti pressioni da parte del comitato direttivo, rischiando l’arresto per ogni parola fuori posto. Le buone intenzioni di quel discorso hanno purtroppo sortito l’effetto opposto: dopo quella notte, la carriera di Sacheen fu definitivamente compromessa. Nel 2022, praticamente 50 anni dopo quella sera, l’Academy ha inviato a Sacheen una lettera di scuse ufficiali per il trattamento riservatole. Quest’anno, con la candidatura di Lily Gladstone, il cerchio potrebbe chiudersi definitivamente con la vittoria di una nativa americana, lasciando l’odio e la discriminazione nel passato.
1974: “L’uomo nudo” sconvolge gli Oscar
Fra gli episodi più imbarazzanti di cui si abbia memoria, ce n’è uno che ancora oggi resta imbattuto. In un periodo in cui sembrava assurdo fare follie in mondovisione, la cerimonia del 1974 scoprì il significato della parola “streaker”. “L’intruso”, per così dire, era un uomo di nome Robert Opel, attivista e artista che riuscì a rubare la scena a David Niven e a Liz Taylor prima di scoprire il vincitore dell’Oscar al Miglior Film. Opel apparì davanti le telecamere completamente nudo, scatenando scalpore in sala. Niven, con calma olimpica, riuscì a sviare con una battuta senza tuttavia nascondere il suo disappunto per quanto accaduto.
Curioso a dirsi, ma quella sera Opel non fu arrestato e non venne neppure cacciato dall’evento. Anzi, ottenne lo spazio per un intervento con la stampa come accadeva per i vincitori delle statuette: “Bisognerebbe aver meno vergogna di essere nudi in pubblico! E poi, è un modo pazzesco per lanciare una carriera”, dichiarava sprezzante di ogni pericolo. Contrariamente alle ardenti speranze dell’uomo, nessuno sentì più parlare di lui fino al 1979, anno della sua tragica morte durante uno scontro a fuoco.
1999: “Roberto!”
Pur non trattandosi di uno scandalo di per sé, bensì della più dolce esaltazione in un momento di grande gioia, l’allegria contagiosa di Roberto Benigni ai 71esimi Academy Awards ha lasciato un segno fra i momenti più curiosi nella storia degli Oscar. Quando Sophia Loren annunciò il suo La Vita è Bella come vincitore del Miglior Film Internazionale, Benigni si arrampicò sulle poltrone del teatro per raggiungere il palco in maniera completamente inusuale (e con un piccolo aiuto da parte di Steven Spielberg). Dopo l’abbraccio con la leggendaria attrice, Benigni ha dispensato parole d’amore per tutti i presenti in sala.
Il suo discorso resta ancora oggi uno dei più divertenti di sempre, e la sua opera sull’Olocausto (tema che sarà importante anche quest’anno, non a caso) arrivò a vincere un totale di tre statuette – Miglior attore protagonista, Miglior Colonna Sonora e Miglior Film Internazionale, per l’appunto. Lo stesso destino sarà riservato a Jonathan Glazer a al suo La Zona d’Interesse? Probabile, con buona pace dell’ottimo traguardo raggiunto da Io Capitano e da Matteo Garrone. Anche confermando queste previsioni, sarà quasi impossibile vedere il regista britannico sbilanciarsi come accaduto al nostro connazionale.
2017: La La Land vince l’Oscar al Miglior Film (o forse no?)
Passando a tempi più recenti, quello del 2017 è uno scandalo che fa male a molti ancora oggi. L’annuncio del vincitore dell’Oscar al Miglior Film di quell’anno rappresenta un momento quasi indimenticabile per molti fan e curiosi. Faye Danaway e Warren Beatty, due icone designate per consegnare la statuetta, ricevettero sciaguratamente la busta sbagliata e annunciarono come vincitore La La Land di Damien Chazelle anziché Moonlight di Barry Jenkins. Senza nulla togliere alla splendida opera del regista americano, in molti non avrebbero avuto nulla da ridire se Chazelle avesse trionfato con quello che ancora oggi resta il suo capolavoro.
L’annuncio ha ovviamente creato parecchio scompiglio, con gli organizzatori dell’Academy che hanno dovuto bloccare le celebrazioni specificando l’errore. La faccia imbarazzata di Ryan Gosling e la delicatezza di Josh Horowitz rimangono senza dubbio le immagini più memorabili di quei momenti così concitati, quasi due facce della stessa medaglia. Da una parte, l’attore ha dato vita a uno dei meme dell’anno; dall’altra, il secondo ha dimostrato grandissimo stile nel consegnare la statuetta ai vincitori e prendere le redini dell’impasse per congratularsi apertamente con loro a pochi istanti dall’errore.
2022: Gli Oscar dello “Schiaffo”
A chiudere la cinquina (letteralmente) di momenti più controversi, non poteva mancare l’episodio che tutti ricordano vividamente nell’anno di una cerimonia abbastanza incolore. Quando il presentatore dell’edizione targata 2022, Chris Rock, si lanciò in battute al vetriolo sui presenti in sala e in particolare su Will Smith e la compagna Jada Pinkett, il celebre attore non è riuscito a trattenere la propria collera e ha mollato un ceffone al collega. Un episodio che ha acceso gli animi per settimane e che ha dato il via a una lunga faida tra i personaggi coinvolti.
Il risultato più eclatante in tal senso, senza alcun dubbio, è quello legato alla carriera di Smith: dall’anno in cui poteva ambire a grandi cose con il suo King Richard, Hollywood non ha preso bene quell’episodio e ha portato l’attore alla quasi totale inattività. Dopo quella sera, Smith ha infatti rinunciato alla sua tessera dell’Academy, scusandosi pubblicamente con Chris Rock e riconoscendo nei mesi successivi di aver perso le staffe – ricordando tuttavia che non si può mai sapere ciò che accade nella vita delle persone e bisogna sempre fare attenzione a come usiamo le nostre parole.
Sicuramente ci sono molti altri episodi che ricorderete per un motivo o per l’altro, quindi parliamone insieme e fateci sapere qual è in cima alla vostra lista!
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