Gravity, film fantascientifico di Alfonso Cuaròn, con Sandra Bullock e George Clooney, vincitore di sette Oscar, lodato per la sua eccellenza tecnica, è stato però oggetto di immediate critiche riguardo i numerosi errori scientifici presenti; la pellicola, infatti, narra del viaggio di sopravvivenza dell’ingegnere Ryan Stone nel corso di un’esplorazione spaziale al telescopio Hubble, durante la quale, a causa della collisione con alcuni detriti, tutto il resto dell’equipaggio morirà o finirà disperso nell’atmosfera: la protagonista, allora, dovrà dare fondo a tutte le sue risorse per garantirsi il ritorno incolume sulla Terra.
In particolare gli ingegneri della NASA, nello stilare la classifica dei migliori e peggiori film spaziali della storia, segnalano alcune tra le criticità più evidenti nel film, a partire da un errore compiuto nel vestiario del personaggio; quando l’ingegnere Stone smette la propria tuta spaziale, infatti, la troviamo vestita con della normale biancheria intima, mentre in realtà dovrebbe essere provvista di pannolone; è stata criticata anche la facilità con cui il personaggio di Sandra Bullock riesce a spostarsi tra l’orbita di un pianeta e l’altra, mentre un’obiezione di principio è quella secondo cui sarebbe statisticamente impossibile che nella realtà possano avvenire, una dopo l’altra, tutte le disgrazie che portano Stone a ritrovarsi sola, nello spazio profondo.
Da un punto di vista più eminentemente scientifico, puntuali arrivarono, all’epoca dell’uscita del film, le obiezioni di Samantha Cristoforetti, prima astronauta italiana, che segnalò nel suo diario molte imprecisioni del film. Le riportiamo qui, avvisando che contengono spoiler.
“Il film non è realistico per una serie di impossibilità fisiche. Volare da Hubble all’Iss con il jetpack? Andiamo, sono in orbite diverse: altitudini distanziate, velocità orbitali differenti, piani sfalsati. I calcoli per i trasferimenti orbitali fuori-piano possono darvi un mal di testa: non c’è nulla di intuitivo e serve molto propellente, non basta un minizaino con pochi minuti di autonomia. Per non dire dello spostarsi usando un… estintore: in realtà è vera quella pubblicità che diceva: la potenza è nulla senza controllo. E i satelliti geostazionari per le comunicazioni sono in orbita a 36mila km di altezza e non possono essere abbattuti da detriti che volano in orbita terrestre bassa; (qui ci si riferisce al personaggio di George Clooney, ndr) È, sì, di grande impatto emotivo vederlo fluttuare via nel nero infinito dello spazio sotto l’incantesimo di qualche forza magica ma, ehm, in realtà, non sarebbe accaduto niente, Clooney-Kowalsky avrebbe continuato a fluttuare lì dove si trovava.
La dottoressa Stone sembra facilmente in grado di fare irruzione in ogni veicolo spaziale grazie ai portelli che si aprono verso l’esterno. In realtà fuori non ci sono maniglie e i portelli si aprono verso l’interno, e prima di aprirli va depressurizzato l’airlock, altrimenti sarebbe molto difficile azionarli. Sfortunatamente le tute spaziali sono molto rigide con nodi metallici che vincolano i movimenti. E il campo visivo è limitato; dove vorrei veramente mettere le cose in chiaro è nel reparto biancheria intima. La canottiera e i pantaloncini indossati dalla Bullock sono, beh, una sorprendente dichiarazione sulla “moda” degli astronauti: in realtà durante le “passeggiate” spaziali si indossa biancheria intima a maniche lunghe molto fuori moda, ma molto più protettiva, e una sottotuta termica che è una maglia con circa 100 metri di tubicini che servono per mantenere la temperatura corporea mentre fuori si passa da più cento gradi a meno 120.”
Fa eco a queste dichiarazioni l’intervista rilasciata nello stesso periodo a Vulture dall’astronauta in pensione Scott Parazynski, che dichiara: “L’Hubble e le due stazioni spaziali, la ISS e quella cinese, sono in orbite diverse… non si trovano a distanze fisse, sono come dei proiettili che si muovono ad alta velocità, sarebbe fisicamente impossibile andare dall’una all’altra.; poi, nel film, i movimenti degli astronauti nella tuta spaziale non sono fluidi e aggraziati come dovrebbe essere… sembra che si muovano a scatti, o come un elefante in una cristalleria; inoltre, i detriti spaziali si muovono a una velocità venti volte superiore a quella della luce… se ti accorgi che ti stanno venendo addosso, significa che è già troppo tardi, e qualora tu venga colpito, l’altissima energia cinetica dei detriti, al contatto con l’ossigeno contenuto nelle tute, si tramuterebbe immediatamente in calore; nella realtà, non è mai accaduto, ma… moriresti carbonizzato.”