L’epoca cinematografica che oggi stiamo vivendo è rappresentata e costellata dai remake. Negli ultimi anni, davanti ai nostri occhi, ne sono passati veramente tanti, desiderosi di rilanciare sul grande schermo i temi ed i personaggi, che per decenni hanno accompagnato la crescita di numerose generazioni di ragazzi, oggi cresciuti. La stessa illusione non è però presente nelle generazioni attuali, le quali sembrano non farsi più sorprendere da quelle storie cariche di fantasia ed ingegno. Se da una parte, questo è largamente vero, dall’altra, è anche vero che queste operazioni commerciali volte a riproporre le grandi glorie del passato, non riescono a rievocare quella grandezza espressiva molto più in mostra nei precedenti capitoli di un franchise.
È il caso dei Ghosbusters: gli amici acchiappafantasmi che nel corso degli anni abbiamo tanto amato e che ci hanno fatto compagnia nelle avventure più avverse. Gli ultimi anni sono stati strabordanti di seguiti della fortunata e celebre saga. Un reboot tutto al femminile nel 2016 diretto da Paul Feig, il quale, però, non ebbe per nulla successo e la sua presenza all’interno del marchio venne presto gettata nel dimenticatoio. Nel 2021 si decise di rilanciare le figure degli acchiappafantasmi con un film che riprendeva completamente il cast dei due capitoli originali, risalenti agli anni 80′. Nel 2024 questa formula prende nuovamente vita, attraverso l’arrivo di Ghostbusters – Minaccia Glaciale, il quale prosegue la storia del nucleo originario aggiungendo personaggi della nuova generazione.
Genere: Avventura, Fantascienza
Durata: 115 minuti
Uscita: 11 Aprile
Cast: McKenna Grace, Finn Wolfhard, Paul Ruud
Autoironia di Metacinema
Gran parte dell’insuccesso di quasi ogni rilancio sul grande schermo degli importanti franchise è stato causato da un’eccessiva e inopportuna serietà nel voler riproporre gli stessi personaggi riversati nelle stesse identiche situazioni. Non è il caso di questo nuovo film della saga degli acchiappafantasmi, il quale difficilmente si prende sul serio poiché già i singoli personaggi e la scrittura, composta di scambi costanti su battute, sottolineano come l’atmosfera sia leggera e scanzonata ed ogni situazione è scandita in modo da non risultare mai indulgente nei confronti di se stessa, anzi, sempre con una punta acida di autocritica anche nei confronti della vecchia saga e dall’affetto che ne è derivato nel corso degli anni.
Il film è esilarante sotto diversi punti di vista e le citazioni cinematografiche e non solo non mancano: “Terra di mezzo. Mistero della fuffa nera. La casa nella spiriteria. Narnia”. Tutti riferimenti meta cinematografici che rivestono il film di un’aura leggera – che non vuol dire superficiale – la quale riprende il passato ma con fare scherzoso, ironizzando su di esso.
Riciclo di generazioni
“Non c’è paga migliore dei ricordi!”, così il nuovo capitolo della saga dei ghostbusters vuole imporsi all’interno dell’immaginario collettivo. Già dal precedente capitolo era presente il grande ritorno dei personaggi principali dei film originali: da Bill Murray, sempre cool, Dan Aykroyd a Ernie Hudson, mescolandoli ai nuovi membri della squadra. Questo rincaro di presenze permette di far emergere il tema dello scontro tra generazioni, le quali, costrette a convivere tra di loro, sono impegnate a punzecchiarsi in confronti composti da battute incessanti. “Tu non sei in panchina? E lei non in pensione?” In questo film, ogni personaggio si domanda chi è, e qual è il suo ruolo nel rapporto con una diversa generazione. Persino i fantasmi se lo domandano.
I più anziani si interrogano sul come essere utili nuovamente alla causa, convinti o illusi nello star vivendo l’epoca d’oro della loro vecchiaia. I tre acchiappafantsmi originali, osservano con occhi pieni di nostalgia, la loro auto sfrecciare per le strade di New York, e sì: la macchina è sempre la stessa. Le generazioni di mezzo, invece, si domandano come essere dei buoni genitori e svolgere al meglio quel ruolo. Infine, i figli si interrogano su come fare bene i figli, a non imparare ad agire in modo avventato ma sempre con uno sguardo attento e vigile nei confronti di chi ha più esperienza di loro.
Riusciamo ancora ad immaginare il futuro?
Il nuovo film dei Ghostbusters è un’operazione commerciale tutta rivolta ad uno sguardo nostalgico e malinconico nel constatare che, al giorno d’oggi, facciamo veramente fatica ad immaginare il futuro nel Cinema, specialmente se di fantascienza si sta parlando. Questo a discapito della creatività nel saper concepire nuove storie, trame e personaggi. Tutto rinchiuso, ed ibernato appunto, all’interno di una presunta sapienza, la quale risulta stagnante, impedendoci di guardare avanti. “Erano gli anni 80′, nessuno di preoccupava troppo del futuro!” In questa battuta c’è tutta la consapevolezza di coloro che, oggi, sono troppo preoccupati del proprio presente e non riescono ad immaginarsi il futuro, per cui l’unico modo uscirne, è attingere dal passato, forse è saturo di essere sventrato e depredato della sua immagine originaria.
Detto ciò, è necessario chiedersi se sia veramente necessario un nuovo film sui Ghostbusters, visto e considerato che di rilanci commerciali di questi anni, non se ne può più. Ebbene, questo nuovo film diretto da Gil Kenan, non è di certo un grande film, ma ha tutti i crismi necessari per imporsi nel panorama da immaginario collettivo degli acchiappafantasmi, grazie al modo con cui si serve di una sottile auto-critica. Non si fa mai prendere sul serio e per questo intrattiene, favorendo una scanzonata e leggera visione di lettura sul presente e sulla grande difficoltà da parte di chi vuole raccontare una storia, nel narrarla attraverso l’immaginazione dell’oggi.
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Conclusioni
Film su un nuova avventura degli acchiappafantasmi, nel quale la vecchia guardia dovrà scontrarsi non solo con le avversità degli spiriti, ma anche con la consapevolezza della vecchiaia, lasciando, così spazio alle nuove leve. Divertente, intrattenente e con un leggero quanto interessante spunto di riflessione sul confronto generazionale