Come vengono ricordati gli anni ’80? Per chi ci è nato o li ha vissuti durante la giovinezza si trattava di sale giochi, luci al neon, canzoni pop e rock a tutto volume sul proprio walkman. Per chi, invece, aveva più di quindici anni, era una realtà ben diversa, soprattutto quella italiana. Dominavano la musica jazz, la tranquillità e la speranza di un futuro migliore. Se nel primo caso produzioni come Stranger Things hanno reso indelebile questo periodo nella mente degli spettatori, nel secondo lo si percepisce come fantasma di un’era dimenticata. C’era bisogno di Fuori, il nuovo film di Mario Martone in concorso al Festival del Cinema di Cannes 2025, per ricostruire un’Italia come non se ne vedono spesso.

Purtroppo il film non riesce a fare molto altro, almeno di così riuscito e calzante. Trattasi di un frammentario biopic sulla vita di Goliarda Sapienza, la scrittrice di quel L’Arte della Gioia che ha riscosso successo l’anno scorso per la sua trasposizione a metà tra cinema e seriale. Anche in questo caso vediamo Valeria Golino, qui in veste di protagonista, affiancata da Matilda De Angelis ed Elodie. Una storia che, tra alti e bassi, per via del suo genere piuttosto amato dal pubblico italiano, riscuoterà un discreto successo al suo debutto nelle sale. Ma sarà meritato?

Fuori
Genere: Biografico
Durata: 115 minuti
Uscita: 22 maggio 2025 (Cinema)
Regia: Mario Martone
Cast: valeria Golino, Matilde De Angelis, Elodie

Tanta dolcezza, poca sostanza

Le protagoniste del film Fuori
Le protagoniste del film Fuori, fonte: Rai Cinema

Il nuovo film di Martone vuole essere tante cose: un film biografico, a tratti erotico, in cui la dolcezza e la delicatezza saffica prendono il sopravvento; una storia di denuncia sociale sulla vita nelle carceri femminili italiane, quella famosa romana di Rebibbia; per un momento persino un’avventura on the road tra amiche inseparabili. Rappresentazioni di grande impatto, ma non pienamente riuscite. Per quanto la storia sia accattivante, la narrazione, soprattutto nelle fasi iniziali, appare confusa con un ritmo compassato e potrebbe risultare pesante per parecchi spettatori.

Più si va avanti e più ci si rende conto che le tantissime tematiche inizialmente affrontate vengano lasciate parzialmente in sospeso per fare spazio alla complessa e sfaccettata relazione che si instaura tra la protagonista e il personaggio della De Angelis – un rapporto che, sebbene sia il motore della storia, si porta via tanto tempo, togliendolo ad altri aspetti. Le due anime del film sono dolci, affiatate e indimenticabili, così come il gruppo di amiche che, tra un viaggio in auto e una passeggiata sulla spiaggia, trasmette una dolcezza che trafigge il cuore dello spettatore. Purtroppo la dolcezza non basta a reggere l’intero film: le intenzioni e la forma ci sono, ma è la sostanza a latitare – eccezion fatta per una sequenza, reale, durante i titoli di coda, che restituisce un senso profondo all’intera operazione.

L’arte della tristezza

Valeria Golino e Matilde De Angelis in Fuori
Valeria Golino e Matilde De Angelis in Fuori, fonte: Rai Cinema

La vita della Sapienza è stata irta di difficoltà e incertezze. Come ci viene più volte ricordato durante il film, la donna ha vissuto in grande povertà e senza che le sue opere venissero pubblicate. La sua è una storia di tristezza e redenzione in cui ogni secondo passato con le sue amiche rappresenta un lampo di felicità effimera, incompleta. Una malinconia potente, che si percepisce grazie a una regia attenta che si focalizza tantissimo sui primi piani e sui dettagli più piccoli – anche troppo, in alcuni casi.

Le attrici sono tutte in parte, ma la recitazione della Golino appare troppo strutturata in alcune scene, arrivando quasi a esasperare le reazioni del suo personaggio. Brava, come al solito, la De Angelis, capace di dominare la scena e trainare il film. Grande sorpresa per Elodie, che riesce a reggere il confronto delle sue colleghe in un ruolo dignitoso. Certo, va detto che quest’ultima appare su schermo per poco tempo e la sua prova recitativa non può ambire a essere ricordata negli annali. Si tratta comunque di un buon lavoro.

Un film di pura atmosfera

Una scena del film Fuori
Una scena del film Fuori, fonte: Rai Cinema

E qui si torna al principio. A quell’aspetto che tanto ci ha affascinati e ci ha fatti sognare a occhi aperti. La ricostruzione di un’Italia anni ’80 ormai dimenticata è irresistibile e, forse, l’aspetto più riuscito del film. La vita, le piazze e le stazioni, la musica jazz che culla lo spettatore. Fuori ha un’atmosfera tutta sua, che poche altre opere cinematografiche italiane possiedono. Da questo punto di vista, Martone merita soltanto elogi.

Purtroppo la magnifica atmosfera messa in scena e la dolce storia di un gruppo di donne non possono salvare il film dalle sue lacune. Precisiamo: non si tratta di un lungometraggio da disprezzare, né di un film da evitare quando arriverà in sala. Tuttavia ci aspettiamo che in pochi ricorderanno questo Fuori negli anni a venire. Colpa di un ritmo più pesante del dovuto, di una narrazione confusa e poco strutturata. Ma anche di quei tanti aspetti positivi che non riescono mai a eccellere davvero. Fuori resta un’opera a tratti affascinante, ma anche (e forse soprattutto) un’occasione sprecata.

Conclusioni

6.0 Nostalgico

Il nuovo film di Mario Martone ricostruisce un'Italia anni '80 che pochi altri hanno messo in scena. Purtroppo un'atmosfera bellissima e una storia tutta al femminile piuttosto coinvolgente non riescono a distrarre dai veri problemi della pellicola. Una narrazione confusa, tematiche non pienamente approfondite e un ritmo troppo compassato.

Pro
  1. L'Italia anni '80: un'atmosfera bellissima
  2. Matilde De Angelis e Elodie stupiscono
  3. Il rapporto tra le ragazze è molto dolce
Contro
  1. Valeria Golino esagera un po' troppo nella sua performance
  2. Una narrazione confusa
  3. Ritmo compassato, percepibile lento per alcuni
  4. Alcune tematiche non vengono gestite a dovere
  • Voto ScreenWorld 6
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Nato il 19 Dicembre 1992, ha capito subito che il cinema era la sua strada. Dopo essersi laureato in filosofia all'università di Palermo e aver seguito esami, laboratori e corsi sulla critica, la storia del cinema e la scrittura creativa, si è focalizzato sulle sue più grandi passioni: scrivere e la settima arte. Ha scritto per L'occhio del cineasta ed è stato redattore per Cinesblog fino alla sua chiusura. Ora si occupa di news e articoli per ScreenWorld.it, per CinemaSerieTv.it e CultWeb.it