And these children that you spit on as they try to change their worlds are immune to your consultations. They’re quite aware of what they’re going through”.
E questi bambini su cui sputi mentre cercano di cambiare i loro mondi sono immuni dai tuoi consigli. Sono ben consapevoli di ciò che sta loro accadendo”.

È una citazione di David Bowie, tratta da Changes, che apre Breakfast Club, quello che secondo noi è il miglior film sull’adolescenza di sempre. Rileggete quelle parole: bambini ben consapevoli di ciò che sta loro accadendo. L’adolescenza è questo, qualcosa che ti accade quando sei ancora bambino, una trasformazione, una terra di mezzo. Non sei ancora bambino, ma non sei neanche lontanamente un uomo, o una donna. La consapevolezza, o meno, di questo, può fare la differenza.

Parlare di film sull’adolescenza è complesso: può voler dire tutto e niente. Ci sono i film drammatici americani, come il seminale Gioventù bruciata di Nicholas Ray con James Dean. Ci sono le storiche commedie americane, come Breakfast Club, papà di tutti i teen drama moderni, al cinema o in tv. Ma ci sono anche film crudi, di denuncia, che mostrano devianze e costumi dei ragazzi. E ci sono anche dei sorprendenti film italiani. Ecco allora i 31 film sull’adolescenza da vedere assolutamente, quelli che proprio non possono essere tralasciati.

1. Breakfast Club

Quello che secondo noi è il miglior film sull’adolescenza di sempre è Breakfast Club, il padre di tutti i teen drama, scritto e diretto da quel John Hughes, il vero, grande maestro del genere, che tutti, ancora oggi, continuano a citare. Cinque studenti del liceo vengono messi in punizione e devono passare tutto il giorno insieme in biblioteca. Il preside assegna loro un tema: “Chi sono io”. I ragazzi cominciano ad aprirsi, sono diversi ma in fondo uguali: ognuno ha un problema in famiglia. E così, finalmente, ognuno racconta perché si trova lì. Emilio Estevez, Molly Ringwald, Ally Sheedy, Judd Nelson e Anthony Michael Hall sono i cinque volti perfetti per una storia molto più profonda di quello che sembra.

Con Breakfast Club il teen drama si discostava dalla commedia sentimentale per raccontare qualcosa di più profondo e realistico. Ci sono i personaggi tipici del cinema americano, ma sono molto approfonditi, sono veri. E sembrano parlare a noi, ci parlano dei problemi e delle paure che hanno tanti ragazzi alla loro età. Don’t You (Forget About Me) cantano i Simple Minds sui titoli di testa. E di Breakfast Club non ci siamo scordati.

2. Boyhood

Tra i migliori film sull’adolescenza di sempre c’è anche un film sui generis, Boyhood di Richard Linklater, che dell’adolescenza racconta proprio la trasformazione, il passaggio. Durante 12 anni, Linklater ha seguito la crescita del protagonista, Mason, dall’età di 6 anni, fino a 18. Ellar Coltrane, che interpreta Mason, è cresciuto con la macchina da presa come compagna di giochi: lo conosciamo che è un bambino, e lo lasciamo mentre sta per andare all’università, e ha cambiato aspetto, voce, interessi. In 12 anni, Linklater ha fissato ogni anno un’immagine del ragazzo in crescita, e raccontato alcuni momenti della sua vita, evitando grandi eventi, o svolte drammatiche, come si crede debba raccontare sempre il cinema, con buona pace di Hitchcock.

Boyhood è il frutto di una collaborazione con il tempo. E di una collaborazione tra cinema e vita. Perché, nel corso del tempo, la vita di Ellar Coltrane e quella del suo personaggio hanno iniziato a convergere. È anche per questo che in Boyhood troviamo tanta vita. Come non ne abbiamo mai vista al cinema. Nel caso di Ellan/Mason il tempo diventa crescita, scoperta del mondo, un passo verso il futuro. Che sarà aperto, ignoto, come vediamo dall’inquadratura finale del film. Perché, a differenza del cinema, così è la vita.

3. Licorice Pizza

Licorice Pizza è un titolo che suona più o meno come “pizza alla liquirizia”. Potrebbe sembrarci un gusto assurdo. Il film di Paul Thomas Anderson ha invece un sapore che per tanti di noi è conosciuto, è un sapore deciso, quello della nostra adolescenza e quello degli anni Settanta. Eppure qui è ancora qualcosa di nuovo, di sorprendente, con nuove spezie e tanti retrogusti. Siamo nel 1973, nella San Fernando Valley, California. Un ragazzo e una ragazza si incontrano a un set fotografico per l’annuario della scuola. Lui, Gary Valentine, ha 15 anni, lei, Alana Kane, ne ha 25. A quell’età, lo sapete, è una differenza enorme. Ma, a vedere questi due ragazzi muoversi sullo schermo, a volte non si sente.

Licorice Pizza non è autobiografico – è ambientato nel 1973 e Paul Thomas Anderson è del 1970 – ma è un’opera in cui l’autore ha probabilmente messo molto del se stesso quindicenne. Ci ha messo quel senso di desiderio, la magia dell’incontro con l’altro sesso, i sogni, le aspirazioni, la voglia di crescere in fretta. L’insicurezza e al contempo la sfrontatezza, la fame di vita, quella sensazione, come cantava Bruce Springsteen, di essere nati per correre. E i nostri due amici, lo vedrete, corrono, corrono, corrono verso il loro futuro.

4. Christiane F. – Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino

Christiane F. – Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino, uscito nel 1980, ebbe un grande impatto nell’opinione pubblica, portando alla luce un mondo di tossicodipendenza e prostituzione giovanile fino ad allora sommerso, e raccontando in modo crudo la vita senza speranze di tanti giovani nelle periferie delle grandi città. Siamo a Berlino Ovest, tra il 1975 e il 1977: Christiane F. – Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino è tratto da una storia vera, quella di Christiane Vera Felscherinow, raccontata nel suo romanzo omonimo.

È un film le cui immagini escono dallo schermo e fanno respirare allo spettatore quell’inconfondibile sensazione di disperazione, degrado, sporcizia in cui quei ragazzi precipitano senza possibilità di tornare indietro. Sono immagini così realistiche che sembra di toccarle con mano. A rendere tutto ancora più unico ci sono le musiche di David Bowie, che visse davvero a Berlino della seconda metà degli anni Settanta. La sua musica ha assorbito gli umori della città, e serve a contestualizzare la storia ma anche ad accentuare la disperazione, e poi ad essere catartica. Un film che vedrete e non dimenticherete più.

5. Gioventù bruciata

È un film che ha l’aura del mito. Quello che ha lanciato il divo giovanile per eccellenza, quel James Dean che avrebbe ballato per poche stagioni e, scomparso in un incidente stradale, sarebbe restato giovane per sempre nel nostro immaginario. In Gioventù bruciata (Rebel Without A Cause) Jim Stark, diciassette anni, viene arrestato per ubriachezza molesta e, quando i genitori e la nonna vengono a prelevarlo alla stazione di polizia, l’agente capisce le ragioni del comportamento del ragazzo, che si è trasferito in città a seguito di un evento violento. Gioventù bruciata per la prima volta alzava il velo su una generazione che non veniva mai raccontata, degli adolescenti che vivevano un disagio, che non sentivano loro il mondo dei grandi, che non comunicavano con i loro genitori e non volevano diventare come loro.

Tutto, in Gioventù bruciata, è iconico. Da James Dean, immagine di una mascolinità che poteva avere delle fragilità e mostrarsi tale, al suo look, i capelli con il ciuffo tipici degli anni Cinquanta, i jeans, il giubbetto e la t-shirt. Ma è davvero ogni cosa ad essere passata alla storia ed essere stata riprodotta all’infinito nei film e nei videoclip che sarebbero venuti: la corsa con le macchine verso il vuoto, il planetario, la scena con la bottiglia del latte. Accanto a James Dean ci sono Natalie Wood, Sal Mineo e Dennis Hopper.

6. Risky Business – Fuori i vecchi… i figli ballano

Risky Business – Fuori i vecchi… i figli ballano è il film che ha lanciato definitivamente Tom Cruise come star del cinema. Fino a quel momento l’attore aveva fatto alcune parti secondarie, ma questa fu la sua prima volta da protagonista. Ma non è solo questo che fa di Risky Business un film degno di nota. Il film, infatti, mette in scena una fantasia tipica dell’adolescenza: quella di stare per qualche giorno senza i genitori e avere la casa libera, tutta per sé. E poi quella di incontrare una ragazza da sogno… o quasi. Risky Business è la storia di Joel, liceale di diciott’anni, che si trova da solo, nella sua grande casa vuota, a causa la partenza dei suoi genitori per una lunga vacanza. Incontra Lana, una ragazza dolce e giovane, che fa la prostituta. E decide di mettere in piedi con lei e le sue colleghe un’attività di quel tipo.

Risky Business, esempio di un film giovanile che, nei canoni della Hollywood, cominciava a raccontare storie più amorali, è rimasto nella storia per la bellezza di Rebecca De Mornay e per la danza sfrenata, con camicia e calzini addosso, di Tom Cruise nel salotto vuoto di casa. Una danza di libertà.

7. Kids

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A proposito di moralità e amoralità, è ancora difficile oggi definire un film come Kids, film scandalo del 1995, diretto da Larry Clark e scritto da Harmony Korine. Film di denuncia? Film verità? O voyeurismo? Fatto sta che è uno spaccato sull’adolescenza e su certi aspetti che non lascia indifferenti. Kids mette in scena una giornata di alcuni adolescenti dei bassifondi di Manhattan, e dediti al sesso senza precauzioni e a un consumo di droghe di tutti i tipi, senza alcuna remora, rimpianto, senso del pericolo. Che si chiama AIDS.

Kids è girato in maniera scarna, naturalistica, come se fosse un documentario. A colpire è proprio la naturalezza e la facilità con cui questi ragazzi fanno ogni cosa. Tra questi ragazzi, giovanissime, ci sono Rosario Dawson e Chloe Sevigny

8. Mektoub, My Love – Canto Uno

Sono domande che ci si fa anche guardando il cinema di Abdellatif Kechiche, e i suoi film, Mektoub, My Love: Canto Uno, e Mektoub, My Love: Intermezzo, quest’ultimo mai uscito dal circuito festivaliero. Si tratta di due film semplici eppure eccezionali, che ci raccontano le vite dei ragazzi in una calda e passionale estate del 1994. Kechiche ha una sua visione di cinema ben precisa, gira film di tre ore che scorrono fluide, quasi senza montaggio. È un fluire di immagini che Kechiche lascia libere per esprimere una vitalità che è tipica dei vent’anni, e che il regista, osservatore esterno, molto probabilmente rimpiange.

Sono lunghissimi i film di Kechiche, scorrono senza interruzioni, senza tagli, perché dentro ci sia più vita possibile, perché scorrano come scorre la vita. Mektoub, My Love sta tra il documentario e il film di finzione. Ma quello che conta è che è vitale, sensuale e ipnotico. Non ci racconta l’adolescenza, non la teorizza, ce la fa vivere e sentire.

9. La vita di Adele

E accanto a Mektoub, My Love è impossibile non nominare La vita di Adele. Abdellatif Kechiche ha scelto Adele Exarchopoulos, la sua protagonista, dopo averla vista mangiare una torta al limone in un bar. La sua Adele doveva essere affamata di vita, di amore, di esperienze. E infatti nel film la vediamo spesso mangiare, assaggiare, il cibo come le labbra e la pelle di chi scopre di amare. Restiamo colpiti dalla sua bocca, ma anche dai suoi occhi enormi, stupiti e spalancati sul mondo, quelli di un cucciolo che scopre la vita intorno a sé.

La vita di Adele è un romanzo di formazione, la storia di un’adolescente in cerca di se stessa e dell’amore, che scopre di amare una ragazza molto speciale, un’artista dai capelli blu (Léa Seydoux). Anche qui, com’è suo solito, Kechiche dilata i tempi, e crea scene lunghissime. È un modo per far entrare nella pellicola più vita possibile. E anche le lunghissime scene di passione tra le due ragazze, che forse saranno insostenibili per alcuni, servono a questo. Poche volte ci è capitato di vedere un film così vero e vitale.

10. Marie Antoinette

Cosa ci fanno un paio di Converse tra le eleganti scarpe di corte? Vogliono dirci che la storia di Maria Antonietta, che a 14 anni lascia l’Austria per sposare Luigi XVI, futuro Re di Francia, è come quella di tante adolescenti alla ricerca di se stesse e fuori posto (Lost in Versailles?). Sofia Coppola gira Marie Antoinette per raccontare com’era lei, la giovane figlia di Francis Ford Coppola, sola e alienata nel dorato mondo di Hollywood. Per questo la sua Maria Antonietta, ennesima vergine suicida della sua filmografia, è volutamente anacronistica, e raccontata a ritmo di punk e new wave: gli Anni Ottanta così sono come il Settecento, epoca di glamour e decadenza.

Da vedere, insieme a tutta l’opera di Sofia Coppola: Lost In Translation, Il giardino delle vergini suicide, Somewhere, The Bling Ring. C’è chi dice che è sempre lo stesso film, Noi diciamo che sono tanti ritratti diversi di adolescenze ugualmente fragili.

11, Noi siamo infinito

Così come sono fragili i protagonisti di Noi siamo infinito. Charlie, arrivato al liceo, non parla con nessuno perché è timido. Ma forse qualche amico lo trova: è una ragazza dell’ultimo anno, Sam, e con lei il suo fratellastro Patrick. Noi siamo infinito parla di adolescenza e di quel momento della vita in cui si trovano quelle persone con cui, grazie a Dio, capiamo di avere delle cose in comune. E magari anche un professore che riesce a trasmetterci delle sane passioni, che in questo caso è la scrittura. E poi di quelle cose che non sai se sono amicizia o amore, e per te sono una cosa e per l’altro magari un’altra.

Noi siamo infinito è un film che sembra raccontare storie già raccontate, ma lo fa con una delicatezza tutta speciale, e con un trio di protagonisti d’eccezione: Logan Lerman, Ezra Miller e una Emma Watson cresciuta e matura, andata chiaramente oltre Harry Potter. E poi ci regala una delle scene più belle degli ultimi anni. Quella in cui i tre ragazzi sfrecciano in macchina in una galleria, mettono una cassetta nell’autoradio, e ascoltano, per la prima volte, “Heroes” di David Bowie. È uno di quei momenti in cui la radio, in questo caso una cassetta, sembra avere capito chi sei.

12. Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare

Ed eccoci tornati ancora a lui, il grande Maestro del cinema giovanile, Jogn Hughes, con Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare, in cui ritrova la sua musa, Molly Ringwald. Erano gli anni Ottanta, ma il cinema stava già cambiando: è un romanzo di formazione, un cinema adolescenziale ma stavolta è visto, cosa che allora era rara, dal punto di vista femminile. Il film è la storia Samantha Baker, per tutti “Sam”, una ragazza che attende piena di speranza per il suo sedicesimo compleanno: un’età che segna un cambiamento, e l’inizio di un nuovo grande anno. Il fatto è che i suoi familiari se lo dimenticano… la sorella più grande, infatti, si sposa il giorno successivo. E, in più, lei ha una bella cotta, che si chiama Jake Ryan, e lui non ne ha idea.

Sixteen Candles è un film che ha il tocco inconfondibile di John Hughes, è un film divertente, libero eppure delicato. Ha il pregio di raccontare le giovani donne non come oggetti del desiderio, com’erano fino a poco prima, ma come centro di sentimenti e speranze. La rossa Molly Ringwald, la protagonista, porta invece in scena un modello di bellezza diverso dalle bellone americane, più delicato, più timido, e anche iconico. Guardate l’ultima stagione di Stranger Things, in cui c’è una ragazza (è la cotta di Robin) che si rifà proprio a quel modello. In questo film, poi, John Hughes continua il discorso di Breakfast Club, raccontando storie di adolescenti quasi dimenticati dai loro genitori, da adulti troppo distratti e presi da se stessi, in quell’America degli anni Ottanta che andava troppo di corsa, come del resto fa ancora oggi.

13. Una pazza giornata di vacanza

Ferris Bueller’s Day Off è il titolo originale di questo altro gioiello di John Hughes con un grande Matthew Broderick nei panni del giovane Ferris, che una mattina finge di stare male per poter saltare la scuola. Ferris, con un escamotage che viene da un altro tipo di cinema, più adulto e autoriale, rompe la quarta parete e ci dà direttamente dei consigli su come saltare la scuola rivolgendosi a noi. È una cosa che fa scattare subito complicità ed empatia. Con Ferris ci sono il suo amico Cameron, e Sloane, la ragazza di Ferris, interpretata da Mia Sara. Quella che passeranno sarà una giornata perfetta.

Ma anche nel film più libero, trascinante spensierato, John Hughes riesce ad essere serio, e a parlarci di violenze e soprusi da parte degli adulti. È quello che accade, quando ormai ci dirigiamo verso la fine del film, quando Cameron confessa a Ferris che la sua vita è dominata dalla paura che ha del padre. Ecco perché i film di John Hughes sono speciali.

14. Footloose

Footloose è un altro film degli anni Ottanta che ha fatto storia, è diventato iconico, ha generato remake e imitazioni. E ha lanciato il grande talento di Kevin Bacon, attore che, nel corso degli anni, ci avrebbe sorpreso più volte. Footloose è una sorta di Gioventù bruciata che incontra Flashdance.

È la storia di Ren McCormack, ragazzo che dalla città, Chicago, arriva a Bomont, un piccolo paese di provincia che ha bandito la musica rock, il ballo e tutto ciò che, secondo loro, può corrompere la moralità dopo che cinque ragazzi sono morti mentre tornavano da un concerto. Ren diventerà il leader di una protesta pacifica a base di balli, in un film che segna ancora una volta il contrasto tra due generazioni, i giovani e i grandi, davvero troppo lontane. Lori Singer è la protagonista femminile e Kenny Loggins canta la title-track.

15. Fiore

È già duro l’amore, quando sei un adolescente e a ogni delusione sembra cascarti il mondo addosso. Lo è ancora di più se sei rinchiuso in un carcere minorile, dove le ragazze sono separate dai ragazzi e comunicare è vietato. E tu hai un dannato bisogno d’amore. È di questo che parla Fiore di Claudio Giovannesi. Daphne (Daphne Scoccia) e Josciua (Josciua Algeri, poi scomparso prematuramente), personaggi che si chiamano come i loro attori, e un po’ sono come loro, sono due ragazzi che si trovano in un carcere minorile. L’idea che lei provi a chiamare la fidanzata di lui, che l’ha lasciato, dà il via a una corrispondenza, prima epistolare e poi di amorosi sensi, tra i due. Si scambiano lettere, favori, tenerezze sotto forma di bolle di sapone, poi un ballo lento a Capodanno, una delle rare occasioni in cui ragazzi e ragazze possono incontrarsi.

Giovannesi racconta questa storia con un film che trae spunti dal Neorealismo. Gli attori sono “presi dalla strada”: lei è stata trovata in una trattoria, lui è stato davvero in carcere. Ma ne fa un film molto particolare, avvolgente e coinvolgente, a partire fotografia di Daniele Ciprì, calda e ricca di colore, e dalla macchina da presa che accarezza il volto della protagonista. Fiore nasce dall’osservazione attenta delle vite dei ragazzi in carcere, è stato girato in dei veri istituti di detenzione, con molti ragazzi che sono stati veramente detenuti. Daphne e Josciua, Romeo e Giulietta calati nelle nostre periferie e nelle odierne sfortune quotidiane, vivono sullo schermo anche grazie a molto del dolore e della solitudine che si portano dietro i loro attori.

16. Belli e dannati

Un cantore di ansie e tormenti giovanili è Gus Van Sant. Tra i suoi tanti film su questo argomento abbiamo scelto Belli e dannati (My Own Private Idaho), la storia di Mike e Scott, due ragazzi di Seattle tossicodipendenti, che per vivere e procurarsi le agognate sostanze si prostituiscono, con uomini e donne. Uno è omosessuale e soffre di narcolessia, l’altro è di famiglia borghese.

Van Sant racconta questa storia con poesia, e con delle scene di sesso statiche, che fermano il momento dell’atto come in delle fotografie. I due protagonisti sono River Phoenix e Keanu Revees. Phoenix sarebbe scomparso per overdose due anni dopo, mettendo in atto un beffardo cortocircuito tra arte e vita. Reeves, non occorre dirlo, sarebbe diventato una star. Tra i film di Van Sant non dobbiamo dimenticare l’ipnotico e inquietante Elephant.

17. Hunger Games

Come ha scritto Loretta Napoleoni, gli Hunger Games sono una metafora delle condizioni dei giovani d’oggi, messi l’un contro l’altro armati in un’arena come quella dell’economia e del mondo del lavoro, senza un futuro assicurato, e senza solidarietà reciproca. È per questo che ad Hunger Games, il primo film come tutta la saga, spetta un posto speciale tra i film sull’adolescenza.

I ragazzi sono andati in massa a vedere quei film perché trovavano in Katniss, Peeta e Gale dei modelli in cui riconoscersi, dei giovani che riescono, a fatica e contro tutti (non ci sentiamo un po’ tutti così durante l’adolescenza?), a trovare il proprio posto nel mondo. Ma, così facendo, magari hanno imparato anche a guardarsi dai tranelli dei mass media e della propaganda, dai fascismi e dai nazismi sempre sul punto di rifiorire. I ragazzi così guardano un film confezionato (molto bene) a Hollywood, ma intanto stanno leggendo 1984 di Orwell. E, se qualcuno si prendesse la briga di spiegarglielo, magari quel libro andrebbero a leggerselo davvero.

18. Thirteen

Nella galleria dei film scandalo sull’adolescenza, c’è anche Thirteen, film d’esordio di Catherine Hardwicke, che scandaloso lo è fino a un certo punto. Nel cast ci sono Evan Rachel Wood e Nikki Reed, e il film è basato su una storia autobiografica della stessa Reed. Evan Rachel Wood è Tracie, una ragazza di tredici anni che fa amicizia con Evie, una ragazza sexy e sfrontata, e la segue nella sua vita trasgressiva, fatta di droga, alcol, sesso.

Nikki Reed avrebbe voluto interpretare se stessa, il personaggio di Tracie, ma per la la parte era stata già scelta la Wood, così scelse di interpretare il ruolo di quella che era stata la sua amica. È il film che ha lanciato Evan Rachel Wood verso il firmamento delle star di Hollywood.

19. Spring Breakers – Una vacanza da sballo

Ritroviamo Harmony Korine, che era stato lo sceneggiatore di Kids (e di Ken Park, sempre di Larry Clark), in un film in cui è anche regista. Spring Breakers riporta in scena quel voyeurismo che avevamo trovato nei film girati con Larry Clark, ma tutto sembra virato in modo più goliardico e spensierato (si fa per dire). È la storia di quattro ragazze di provincia che, durante le loro vacanze di primavera, finiscono nei giri degli spacciatori locali. Tra cui c’è James Franco, involgarito e imbruttito ad arte per il ruolo.

È l’ennesimo spaccato degli adolescenti americani. Ma Korine sembra interessato più ai bikini fluo delle protagoniste (Selena Gomez, Ashley Benson, Vanessa Hudgens e Rachel Korine) che ad approfondire sogni, desideri e motivazioni di una generazione.

20. Twilight

Il successo della saga di Twilight è dovuto tutto all’identificazione. La storia pensata da Stephanie Meyer è narrata da un punto di vista femminile e mette in scena tutte quelle che sono le problematiche e i momenti chiave di un’adolescente prima e di una giovane donna, poi: il sentirsi incompresi, diversi da tutti, l’amore contrastato, i primi turbamenti sentimentali e sessuali. E poi la crescita, l’impegno, il diventare adulti tutto in un colpo. E infine la gravidanza.

È per questo che molte ragazze si sono identificate in Bella e nella saga di Twilight, è per questo che la saga ha successo, indipendentemente dai modi in cui è raccontata. Anche se parla di vampiri e licantropi, Twilight non è un horror, o almeno non lo è in senso classico. È essenzialmente un mélo adolescenziale, un romanzo di formazione. La scelta di due attori come Robert Pattinson e Kristen Stewart è stato un altro fattore di successo, e i due hanno dimostrato di valere l’attenzione che era stata riposta su di loro.

21. Tre metri sopra il cielo

Anche in Italia abbiamo il nostro cult, è Tre metri sopra il cielo, nato da un romanzo di Federico Moccia diventato amato dai ragazzi nel corso degli anni. Stefano Mancini, detto “Step” e Fabrizia Gervasi detta “Babi” vengono da due mondi diversi. Lei è una studentessa modello. Lui è un ragazzo di strada, è pieno di rabbia a causa della separazione dei genitori, passa il suo tempo tra corse clandestine in moto e scorribande con gli amici.

Gli opposti che si attraggono, il fascino dell’amore proibito (proprio come in Twilight), l’amore giovanile che è desinato a non durare sono tutti topos narrativi ed elementi che hanno fatto presa. Luca Lucini ne ha fatto un film di successo, forte di un attore carismatico come Riccardo Scamarcio, che da quel momento ha iniziato una carriera eclettica e sfaccettata.

22. Laguna blu

Viene da un romanzo, La laguna azzurra, dello scrittore dei primi del Novecento Henry De Vere Stacpoole, un classico adolescenziale degli anni Ottanta, Laguna blu, un film che ancora oggi è programmatissimo in tv. Fu un grande successo, merito dei bellissimi protagonisti, Christopher Atkins e Brooke Shields, allora quindicenne. Richard ed Emmeline, ancora bambini, in seguito a un naufragio si ritrovano su un’isola sconosciuta. I due crescono e diventano adolescenti, fino a che scoprono l’amore e il sesso.

L’isola deserta, sogno e paura ancestrali di ognuno, diventa allo stesso tempo scenario lussureggiante perfetto per una storia d’amore e metafora di quel mondo ignoto che è l’altro sesso durante l’adolescenza. In Laguna blu, così, il senso di scoperta, di mistero, di attrazione, di infatuazione, è doppio ed è moltiplicato dal luogo in cui si trovano i due ragazzi. I loro corpi bellissimi fanno il resto.

23. Sul più bello

“Li avete visti quei film dove la protagonista ha una malattia, ma nonostante la malattia. i respiratori e il resto conquista sempre il più figo della scuola? Ecco: non è la mia storia” Inizia così la storia Marta, una sorprendente Ludovica Francesconi, la protagonista di Sul più bello, il sorprendente film d’esordio di Alice Filippi. È uno di quei film che siamo soliti chiamare teen dramedy, un classico della commedia romantica, quella della storia d’amore con l’ostacolo di una malattia (vedi Tutta colpa delle stelle e Ad un metro da te, che troveremo qui sotto), uno di quei film che gli americani sanno fare benissimo. Ma stavolta siamo riusciti a farlo meglio di loro. La chiave è ribaltarne completamente i presupposti, con un’ironia, e un pizzico di scorrettezza, fuori dal comune.

Sul più bello è la storia di una ragazza che non è proprio bellissima e soffre di una malattia. Ma è una ragazza piena di energia, sogna il grande amore e non accetta che nessuno le dica di accontentarsi: vuole il ragazzo più bello. Sul più bello raffigura le donne nelle commedie romantiche in un modo completamente nuovo, affronta il tema della malattia in modo inedito, parla di body shaming in modo non scontato.

24. A un metro da te

Ed eccoli i film che sono arrivati prima di Sul più bello. A un metro da te è la storia del difficile amore tra Stella, una ragazza piena di vita ammalata di fibrosi cistica e in attesa di un trapianto ai polmoni, e Will, un nuovo paziente ricoverato nel suo reparto per sottoporsi a una cura sperimentale. Siccome sono affetti da diversi ceppi di infezioni batteriche, i singoli pazienti del reparto hanno il divieto assoluto di toccarsi tra di loro. Ognuno di loro deve stare a un metro di distanza dalle persone e in particolare dagli altri malati.

La storia è molto forte, anche a livello metaforico, e in qualche modo ha anticipato la nostra vita degli ultimi anni, il distanziamento forzato che abbiamo vissuto. Haley Lou Richardson e Cole Sprouse sono interpreti toccanti e credibili.

25. Colpa delle stelle

Lo sono ancora di più gli attori protagonisti di un altro film del filone, Colpa delle stelle. Sono Shailene Woodley e Hansel Elgort. Lei è Hazel, una diciassettenne che ha un da cancro diagnosticatole all’età di tredici anni, e frequenta un gruppo di supporto. È qui che incontra Augustus, ex giocatore di basket con una gamba amputata a causa di un osteosarcoma. I due si conoscono, si innamorano, complice anche un libro e un viaggio ad Amsterdam. Colpa delle stelle è commovente e delicato, con due attori in stato di grazia.

26. Divergent

Ritroviamo Shailene Woodley anche nella saga di Divergent, dove è Tris, una ragazza come tante, che vive a Chicago, in futuro non troppo lontano, dopo che il mondo è stato devastato da una guerra. I sopravvissuti si sono chiusi dentro alla città e si sono divisi in rigide fazioni. Ci sono gli abneganti, altruisti e dediti agli altri, che per questo sono incaricati di governare; gli intrepidi, i coraggiosi destinati alla difesa della città; gli eruditi, dotati di intelletto, i pacifici, che si occupano dell’agricoltura, e i candidi, onesti e sinceri, che amministrano la giustizia. Con la maggiore età, ogni ragazzo, dopo aver fatto un test che ne svela la vera indole, dovrà scegliere a che fazione appartenere, e non potrà tornare indietro. Ma Tris ha in sé qualcosa di tutti i gruppi. È una divergente.

La metafora è molto forte: a ognuno è permesso di essere una cosa sola, e la repressione delle individualità è il primo passo verso il controllo. Divergent riesce a cogliere il nodo focale di quella che è l’adolescenza: non sapere ancora qual è il proprio posto nel mondo, la paura di restare esclusi dai gruppi, il bisogno di appartenere a qualche tribù. E anche la difficoltà nel compiere le prime scelte, di affrontare le proprie paure. Di essere se stessi.

27. Maze Runner

È un altro film di genere, che potremmo chiamare “fantadolescenza”, fantascienza per adolescenti, sulla scia di Hunger Games e Divergent. Maze Runner – Il labirinto e i suoi seguiti, tratto dai libri di James Dashner, è la storia di Thomas, un ragazzo che un giorno si risveglia in una radura e non ricorda niente, né come ci è finito ma nemmeno chi era prima. Gli rimane solo il suo nome, l’unica cosa che lasciano a lui e agli altri abitanti della radura, tutti adolescenti e tutti maschi come lui. Intorno a loro, un muro altissimo, al di là del quale c’è un labirinto.

La saga di Maze Runner è un’altra efficace metafora dell’adolescenza, di quella sensazione di trovarsi in un posto che non si conosce, di non aver (ancora) capito da dove si viene e dove si sta andando, di quei momenti in cui si è spesso tra persone dello stesso sesso, con l’altro sesso che è un mondo ancora tutto da esplorare e da vivere (qui una ragazza, all’improvviso, arriva). Un mondo dove ci si trova a far spesso parte di un branco, con maschi alfa (apparentemente?) più forti di noi.

28. Il sole è anche una stella

Il sole è anche una stella è un altro film young adult molto particolare. È la storia Natasha Kingsley (Yara Shahidi), bella, sensuale, fiera, una studentessa come tante, se non fosse che le sta per scadere il permesso di soggiorno. Daniel Bae (Charles Melton) è americano di origini coreane, ama Emily Dickinson e Tupac, è destinato alla facoltà di medicina, ma lui vuole scrivere. Si incontrano proprio il giorno in cui Natasha cerca di evitare il rimpatrio e lui ha un colloquio importante.

Il sole è anche una stella è un prodotto chiaramente young adult, ma lontano da certi film edulcorati, sdolcinati e patinati: è un film sognante, candido, ma anche maturo. Si tratta in fondo di una favola, ma con dentro l’America di Trump e le sue contraddizioni.

29. Juno

Juno è una ragazza di sedici anni, ed è incinta. La sua scelta è quella di portare a termine la gravidanza e affidare il bambino a una coppia che non può avere figli. Juno si svolge negli ambienti dei nerd liceali visti in tanti film, da cui toglie ogni volgarità restituendo invece personaggi veri e vibranti. Prende un contesto drammatico e lo colora e lo insaporisce in maniere irresistibile, infarcendolo di cultura pop (il rock di Sonic Youth e Nirvana, i manga giapponesi, l’horror di Dario Argento).

Il merito è della sceneggiatura di Diablo Cody, ex spogliarellista e blogger di internet diventata una numero uno degli script, e della regia attenta ai particolari di Jason Reitman. Oltre che del volto di Ellen Page, attrice che allora si chiamava così e oggi, dopo la transizione, è Elliot Page. Delicato come le chitarre dell’indie-rock acustico americano che lo accompagna, Juno è colorato e rinfrescante come i tic-tac all’arancio che si vedono nel film.

30. After

Nella vita di un adolescente c’è sempre un “prima” e un “dopo.” After, il film tratto dal libro di Anna Todd, e la saga che lo ha seguito, racconta proprio questo. Ciò che accade After, dopo aver conosciuto il grande amore. A diciotto anni il primo amore è totalizzante, è tutto. Tessa (Josephine Langford), ragazza acqua e sapone, tutta casa, studi e un fidanzato che sembra più suo fratello, incontra Hardin (Hero Fiennes Tiffin), ragazzo affascinante, scostante e oscuro, che diventerà il suo grande amore.

After è il nuovo Twilight, ma senza i vampiri. È la stessa storia archetipica, quella della fascinazione che ogni ragazza al primo innamoramento ha per chi appare più esperto, tenebroso, anche pericoloso. Tessa e Hardin sono due personaggi classici, la brava ragazza e il maudit. La buona idea è quella di pervadere tutto il film con la cultura, con la grande letteratura del passato. Emily Bronte e Cime tempestose, Jane Austen e Orgoglio e pregiudizio, sono i numi tutelari di questa storia, i classici che i protagonisti leggono al college. È anche un modo per dirci che, in fondo, queste storie sono sempre state raccontate, e le abbiamo sempre amate. E che, molti anni fa, c’è stato già chi ha detto (da Cime tempestose) “lui è più me di me stessa”.

31 Teen Spirit

Un altro teen drama sottovalutato ma molto particolare è Teen Spirit, la storia di Violet (Elle Fanning) una teenager inglese di origini polacche che vive con la madre sull’Isola di Wight, Lavora in un pub e canta sul palco del locale. Sull’isola arriva la troupe di Teen Spirit, un talent show.

Teen Spirit è una sorta di Flashdance inglese, con il canto al posto della danza. Max Minghella lo dichiara subito, facendo cantare alla sua protagonista What A Feeling. È una storia già raccontata, ma la regia di Max Minghella, alla sua opera prima, delicata e con un uso particolare delle luci, ne fa un piccolo gioiello.

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