Con quasi il 100% di godimento da parte del pubblico sul famoso portale Rotten Tomatoes, Deadpool e Wolverine è destinato a sbancare i botteghini di tutto il mondo – con una proiezione che supera il miliardo di dollari a livello globale. Il film con protagonisti Ryan Reynolds (Deadpool) e Hugh Jackman (Wolverine) porta con sé tutta l’irriverenza del famoso mercenario chiacchierone, che finalmente può godere del famoso team-up con il più celebre degli X-Men. Un desiderio che albergava non solo nel cuore dei grandi fan, ma anche e soprattutto degli attori che ora, grazie all’acquisizione delle IP Fox da parte di Marvel Studios, è finalmente diventato realtà. Il progetto affidato a Shawn Levy e prodotto da Kevin Feige rappresentata infatti l’entrata di Deadpool e Wolverine nell’MCU, che grazie a quest’ultima pellicola diventa peraltro il primo franchise della storia hollywoodiana a superare i 30 miliardi di dollari di incassi complessivi. Il Marvel Cinematic Universe si conferma insomma una vera e propria macchina da soldi, capace di attrarre consensi dei fan e, il più delle volte, anche dalla critica – al netto degli ultimi due anni sotto la media, elemento raccontato anche nel film con molta ironia. Ma quali sono gli ingredienti di questo fenomeno globale?
Come citato prima, Deadpool e Wolverine è destinato ad entrare nel “Billion dollar club” dei film contemporanei, e questo enorme successo racchiude al suo interno diversi elementi. Sicuramente l’ironia dissacrante, l’intrattenimento di altissimo livello e azione e violenza calibrate perfettamente sui gusti del pubblico – senza considerare il famoso fanservice che oggi, ormai, viene incomprensibilmente condannato a priori. Eppure, come tutte le più grandi pellicole firmate MCU, c’è qualcos’altro da ricercare nelle ossa di queste produzione. Un significato implicito ma neanche così tanto nascosto; la parabola discendente e poi ascendente di due personaggi che hanno molto da dire e, forse, ci possono anche insegnare ad affrontare alcune delle sfida che la vita ci ha presentato o ci presenterà durante il nostro percorso di individui. Deadpool e Wolverine sono due scherzi della natura, uomini che portano sul corpo i segni del fallimento e nel cuore il peso del rimorso. Eppure, alla fine, proprio grazie alle loro “debolezze” riusciranno a realizzare loro stessi.
Non è questa la vita che sognavo
Pensateci, Wade Wilson ha perso tutto. Il suo lavoro, il suo amore, la sua vita. Si è ritrovato, dalla sera alla mattina, a dover convivere con una condizione terribile che in cambio gli ha regalato solo dei poteri di cui, però, lui sembra non farsene nulla. La sua ironia è lo specchio della sua rabbia, e all’inizio del film assistiamo a due momenti chiave: il suo provare ad entrare negli Avengers perché, cito testualmente, “ne ha bisogno” e poi allo sfogo con l’amico Peter, con il quale ammette di vivere una vita che non gli appartiene ma che, in qualche modo, ha imparato ad accettare.
Wade è alla costante ricerca di un suo senso della vita: ora che ha perso l’amore, la dignità e la normalità, ha provato ad usare il suo alter ego Deadpool come strumento di realizzazione, ma con scarsi risultati. E anche vendere macchine non gli si addice. Immaginate dunque, metaforicamente, di ritrovarsi nella sua condizione: senza nulla a cui aggrapparsi e senza un vero scopo quotidiano e non solo. La sua depressione è palpabile e viene mitigata solo quando gli viene accennato la possibilità di entrare a far parte dell’MCU, “l’Universo che conta”. Ed è proprio qui che Wade, però, capirà in realtà quanto è prezioso quello che ha: durante lo scontro con Wolverine in auto (che gliene dice di ogni, giustamente) lui ammette di aver bisogno dell’amico mutante per salvare il suo mondo, ovvero quelle poche persone che ama per davvero e che teme di aver perso per sempre.
Questo risveglio emotivo gli servirà non solo per sopravvivere e portare a termine la missione, ma anche per rispondere ad una chiamata più grande, una vocazione, grazie alle quale salverà il mondo (non solo il suo, tutto) e tornerà a godere dell’amore degli amici e degli affetti questa volta guardandoli con occhi diversi. Non con frustrazione ma con grande gratitudine. La scena finale racchiunde in sé tutto questo: l’accettazione e la gratitudine. Perché non tutti hanno la fortuna di avere la vita che desideravano, ma questo non significa che quello che abbiamo non è altrettanto importante. E allora tutto quello che abbiamo vissuto e tutto ciò per cui abbiamo sofferto passa in secondo piano.
L’uomo sbagliato
In ogni universo Logan è l’uomo sbagliato. Ha tradito qualcuno, ha ucciso tante persone, ha lasciato morire amici o in qualche modo gli ha delusi. Lo abbiamo imparato a conoscere proprio così nei suoi 25 anni di storia su schermo; da una parte le gesta eroiche, dall’altra la frustrazione di non sentirsi veramente mai all’altezza delle persone che lo amano. Così come Wade, anche lui porta dentro di sé il dolore della perdita e del rifiuto. In ogni universo, Logan è un reietto e un violento, seppur conservi sotto le sue ossa di adamantio un cuore d’oro.
In Deadpool e Wolverine, il Logan che conosciamo è un alcolizzato che occupa il tempo stordendosi per non pensare al dolore che ha creato alla sua famiglia mutante. Da quel che dice, ha deluso tutti quelli che credevano in lui e li ha addirittura lasciati morire. Nonostante questo, però, indossa il costume regalatogli dal suo amico Charles perché, in qualche modo, è l’unica cosa che gli è rimasta e lo fà sentire vivo. All’inizio rifiuterà di aiutare i suoi nuovi, improbabili amici, ma un dialogo con una vecchia conoscenza gli ricorderà che lui “è sempre stato l’uomo sbagliato”, e proprio per questo paradossalmente è sempre stato unico e fondamentale nel suo genere.
Accettando sé stesso, la rabbia e la frustrazione che lo alberga allora anche questo Logan sublimerà sé stesso riuscendo inizialmente a sacrificarsi per salvare anche chi non conosce (grandi poteri, grandi responsabilità) per poi trovare la senerità per ripartire, questa volta con il sorriso e circondadosi di persone che lo amano per quello che è. Cosa ci insegnano, dunque, queste parabole eroiche? che accettare chi siamo, nel bene e nel male, è la chiave per la serenità e l’unica strada che può portarci a compiere il nostro destino. Visto con quest’ottica, Deadpool e Wolverine è un film con un cuore enorme che quasi si impegna a mascherarlo per apparire solo dissacrante e leggero.
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