Non ci faremo accecare dalla sua ombra. Anche perché le ombre non emettono luce. Eppure promettiamo di non farci impressionare dalla sua ingombrante presenza in città. Lei che domina Torino come Batman fa con Gotham City (e non è un caso che ai suoi piedi ci sia una galleria d’arte piena di quadri con L’Uomo Pipistrello che si aggira per la bella città sabauda).
Perché basterebbe la Mole Antonelliana per raccontare cosa rende speciale il Torino Film Festival. Visto che l’imponente edificio monumentale di ottocentesca memoria non è solo il simbolo della città, ma dal 2000 anche la sede del Museo Nazionale del Cinema. Una coincidenza che amplifica il valore iconico della Mole, la cui immagine è stata arricchita di nuovi significati cinefili. E cos’è il cinema se non una fabbrica di immagini dal valore iconico?
Ce lo chiediamo soprattutto in questi giorni, mentre passeggiamo lungo i portici di Torino ammirando il poster della quarantesima edizione del festival del cinema di Torino. Un poster sgargiante, pop, impregnato di personaggi cult. La Sposa di Kill Bill con la katana tra le mani, Alex DeLarge che lancia sguardi inquietanti, James Bond (quello di Sean Connery) in posa come Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany. Un manifesto presente ovunque in città, a contrastare con i suoi colori pimpanti l’eleganza del contesto. A dimostrare che a Torino mancava tanto il cinema. Era mancato anche noi il suo appuntamento di fine autunno. Umido come il Po che ti entra nelle ossa, come la passione di questo festival cinefilo. Adesso vi raccontiamo cos’è che lo rende un evento diverso da tutti gli altri. Con buona pace della Mole che ci scruta e giudica dall’alto.
Difendere il nuovo
Un certo Anton Ego, celeberrimo critico gastronomico, una volte disse: “Chi fa il nostro mestiere deve rischiare per scoprire e difendere il nuovo”. Ecco, il Torino Film Festival questo lo fa ogni singolo anno. Il suo concorso, infatti, è tutto dedicato a opere prime e seconde, andando alla ricerca di nuovi talenti e nuove voci da scovare nel panorama internazionale. Senza mai adagiarsi sui soliti volti e sui soliti autori, questo festival rischia ogni anno in nome della curiosità. Nel suo essere imprevedibile e aperto al nuovo, il festival di Torino baratta l’usato sicuro per la scoperta, sceglie il rischio del vuoto invece di radicarsi in terreni familiari. Da qui nasce quel brivido di eccitazione che sprona critica e pubblico a uscire dalla proprie zone di comfort per entrare in sala con tanta voglia di essere stupiti.
Città cinefila
Anarchia cinefila in un’elegante cornice sabauda. Un cortocircuito che scuote e attraversa tutta Torino, trasformando la città in una sala a cielo aperto. Basta camminare per strada e alzare lo sguardo per accorgersi di quanto il festival sia sentito e vissuto da tutti in città. Locandine, manifesti, cartelloni sono solo la facciata di un appuntamento che unisce tutti. Quante volte parliamo di critica e pubblico come se fossero due entità agli antipodi? Ebbene, il Torino Film Festival le rimpasta nella stessa ricetta visto che il suo evento concepisce il cinema come una festa condivisa.
Di solito gli altri festival cinematografici sono esclusivi, con gli addetti ai lavori che vivono un’esperienza a sé stante rispetto al pubblico pagante. Tutto questo a Torino viene ridotto al minimo. Il festival abbatte barriere e privilegi, aprendo tutte le sale della città alla gente, che partecipa in maniera attiva a proiezioni, presentazioni ed eventi seminati ovunque in modo capillare. Per questo il Torino Film Festival viene considerato il festival cinefilo per eccellenza. Perché il cinema deve essere di tutti.
Viaggio tra i generi
Se abbiamo parlato di cinefilia è anche per un altro motivo. Il Torino Film Festival, nato in quel 1982 che diede i natali a un certo Blade Runner, ha sempre protetto e alimentato il cinema di genere. E lo ha fatto con una predilezione per i generi abbracciati proprio dal cult di Ridley Scott: il noir e la fantascienza. Ce ne siamo accorti dall’accurata selezione non solo del concorso principale ma anche di altre sezioni collaterali, così come da mostre, eventi e retrospettive interessati a esplorare varie declinazioni del mistero, del crimine e della science fiction. Senza dimenticare il mitico appuntamento con la notte horror. Forse l’emblema della natura pop del Torino Film Festival. Una lunga maratona di cinema dell’orrore, che parte a mezzanotte per concludersi alle prime luci dell’alba. La sala piena di giovani e meno giovani. Tutti lì ad assaporare i cornetti gentilmente offerti dall’organizzazione e soprattutto il piacere di sentirsi parte di qualcosa. Come il piacere di stare insieme nello stesso posto. Ovvero l’anima stessa del cinema.