Fin dai caratteri runici di cui è composto il titolo di The Northman, sono chiari l’ambientazione e l’atmosfera del nuovo film di Robert Eggers, autore di The Witch (2015) e The Lighthouse (2019). Da pochi giorni è stato rilasciato il trailer in attesa dell’uscita del 22 Aprile nelle sale americane e, sembra, anche in contemporanea mondiale. Una vicenda che si svolge nell’Islanda del X secolo e che, almeno a vedere il trailer, sembra assumere i toni e le modalità di un moderno dark fantasy, nonostante le precise coordinate di tempo e luogo.
Cosa ci aspettiamo da The Northman?
La trama e il cast
La storia, scritta da Robert Eggers in collaborazione con il poeta islandese Sjon (candidato all’Oscar per il testo della canzone I’ve Seen It All del film Dancer in The Dark e autore dello script del recente Lamb) prende lo spunto dalla stessa leggenda norrena che ispirò Shakespeare per la sua celebre tragedia Amleto. Infatti il giovane principe protagonista di The Northman si chiama Amleth (Alexander Skarsgard) e, così come il suo discendente teatrale, è impegnato anch’egli in una lunga e agognata vendetta nei confronti dello zio Fjolnir (Claes Bang) che gli ha ucciso il padre (Ethan Hawke), rubato il regno e rapito la madre (Nicole Kidman).
Verrà aiutato in questa sanguinosa impresa dalla giovane Olga, interpretata da Anya Taylor-Joy, scoperta proprio da Eggers nel bellissimo e perturbante The Witch. Sono inoltre presenti nel cast Willem Dafoe nel ruolo del matto Heimir, che aveva già impersonato un altro matto per Eggers nel claustrofobico horror marino The Lighthouse, e Bjork, che con la sua allure intrinsecamente mistica ed eccentrica sembra perfetta per vestire i panni di una strega veggente.
Elementi fantasy o puramente simbolici?
Siamo comprensibilmente molto curiosi di vedere cosa farà Eggers dopo i due sorprendenti e visionari The Witch e The Lighthouse, realizzati con budget relativamente bassi, alle prese stavolta con mezzi certamente più cospicui e con un genere, il film di ambientazione medievale dai tratti fantasy, in cui è richiesto un certo grado di spettacolarità.
Che almeno visivamente l’autore sia all’altezza lo dimostrano, oltre le pellicole precedenti, le sontuose immagini (fotografate da Jarin Blaschke), visibili nel trailer, di una cupa Islanda del X Secolo che sembra presentarsi in tutto e per tutto come un mondo fantasy alternativo, in cui magia e leggende fanno parte integrante del tessuto sociale e culturale. Tali elementi fantastici sono rinvenibili nella figura della veggente, o sciamana norrena, interpretata da Bjork che sembra consigliare Amleth e presagirgli il destino e dalla figura inquietante del matto Heimir che, come accennavamo, tramite l’interpretazione di Dafoe, si riconnette a The Lighthouse in cui, in un’iconica scena, assumeva le sembianze archetipiche di Nettuno e poi di un ciclope.
In un altro momento del trailer intravediamo una guerriera a cavallo, una sorta di valchiria, da cui sembrano sprigionarsi bagliori soprannaturali mentre attraversa un oscuro paesaggio surreale. Qui il richiamo visivo sembra andare anche alla serie American Gods, tratta dall’omonimo capolavoro di Neil Gaiman, ambientata anch’essa tra i miti norreni, sebbene calata in un’ambientazione contemporanea, ma con vari flashback in costume.
In un altro breve flash visivo intravediamo Anya Taylor-Joy presentarsi come una sorta di ninfa dei boschi in versione norrena, con le foglie che le ornano il capo, o forse come rappresentazione simbolica di una divinità femminile della Natura. Nelle opere precedenti di Eggers simili concessioni al fantastico erano utilizzate in funzione soprattutto simbolica, a prescindere dal fatto che avessero o meno una reale esistenza nel mondo finzionale di quei film: in The Witch il sabba finale, oltre alla metaforica valenza liberatoria, aveva una sua sconvolgente e bellissima concretezza, mentre in The Lighthouse invece i brevi flash fantastici (come il tentacolo lovecraftiano oppure il succitato Dafoe/Ciclope) sembravano assumere una valenza puramente simbolica, a prescindere dall’effettivo inserimento nel tessuto narrativo. Sarà interessante vedere se tali elementi in The Northman saranno solo brevi squarci visionari con precise funzioni simboliche, oppure parte integrante e concreta dell’universo narrativo del film.
Un filone atipico e affascinante
A cominciare dalle inevitabili similitudini con l’intramontabile Excalibur (1981) di John Boorman, capostipite di un certo modo di realizzare il fantasy con modalità più adulte, visionarie, simboliche e violente, con cui è imprescindibile fare i conti, The Northman sembra incanalarsi in un filone molto interessante, rappresentato da una manciata di titoli come il potente Valhalla Rising (2009) di Nicolas Winding Refn, Gretel e Hansel (2020) di Oz Perkins, Sir Gawain e il cavaliere verde (2021) di David Lowery, e anche l’imminente The Tragedy of Macbeth di Joel Coen.
Tali opere hanno saputo creare una nicchia all’interno del filone medievale dai tratti fantasy, in cui le caratteristiche spettacolari tipiche del genere vengono messe al servizio di uno sguardo autoriale ben preciso, sempre estremamente visionario e caratterizzato da una messa in scena, da un ritmo e da dei toni del racconto che sono decisamente atipici, se non opposti, agli stilemi del genere e che spesso seguono una logica da anti-climax narrativo. Questi film vivono di momenti quasi metafisici, dalla narrazione rarefatta, in cui veri e propri squarci visionari sugli abissi interiori dei personaggi si rispecchiano spesso in paesaggi e ambientazioni cupe e selvagge. Nonostante la svolta action che sembrerebbe assumere The Northman a giudicare dal trailer che, si sa, deve essere accattivante, sospettiamo che Eggers non rinunci neanche qui ai suoi marchi autoriali e che possa dunque inserirsi felicemente in questo eccentrico filone.
Come non notare Conan?
È impossibile, inoltre, guardando le prime scene del trailer in cui il giovane Amleth assiste impotente alla morte del padre per mano dello zio che gli taglia la testa, che la nostra memoria cinefila non vada al bellissimo Conan il barbaro (1982) di John Milius con Arnold Schwarzenegger. Ipotizziamo che il richiamo sia più che consapevole da parte di Eggers. Aggiungiamo inoltre l’interessante presenza di Claes Bang nel ruolo del villain, ovvero lo zio assassino e usurpatore, fattosi notare in The Square (2017) e soprattutto nel carismatico ruolo di Dracula, dell’omonima serie Netflix del 2020 di Gatiss e Moffat.
Anche la Torre nera?
La litania con cui Amleth ripete a sé stesso che vendicherà il padre, salverà la madre e ucciderà lo zio, ricorda in parte il mantra con cui il pistolero Roland della saga fantasy di Stephen King La torre nera (dimentichiamo il terribile film del 2017) descrive il suo modo di sparare, nonché la sua filosofia di vita: “Io non miro con la mano; colui che mira con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Io miro con l’occhio. Io non sparo con la mano; colui che spara con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Io sparo con la mente. Io non uccido con la pistola; colui che uccide con la pistola ha dimenticato il volto di suo padre. Io uccido con il cuore.”
Analogie con Romulus e Il primo re
Ci piace infine sottolineare come alcune scene del trailer, in cui si intravedono cupi rituali tribali illuminati dalle fiamme e battaglie in ambientazioni fangose, riecheggino le recenti produzioni nostrane di Matteo Rovere come il film Il primo re (2019) e la serie Romulus (2020), opere in cui il carattere ancestrale e selvaggio delle immagini ben illustrava il tono archetipico delle leggende italiche. Non dimentichiamo tra l’altro l’affascinante affinità tra i guerrieri-lupo della dea Rumia presenti nella serie Sky e i Úlfheðnar, i guerrieri-lupo della mitologia norrena, di cui Amleth fa parte.
Alla luce di tutte queste considerazioni, del ricco cast e dell’indiscutibile fascino che le ambientazioni e i miti norreni sanno esercitare su un pubblico affamato di fantasy, non vediamo l’ora, il 22 aprile, di scoprire se Robert Eggers avrà saputo distillare la giusta miscela tra le sue istanze autoriali e le esigenze spettacolari e narrative di un genere molto amato in tutto il mondo.