Cortometraggio : Film di breve durata, generalmente non superiore ai 40 min.
Questo mese ci mettiamo Al Lavoro, letteralmente e figurativamente, con cinque cortometraggi che raccontano, ciascuno a modo suo, il mondo lavorativo. Dal lavorare per una propria passione di Whiplash a chi si ritrova, proprio a causa della propria passione, intrappolato nella difficile ed esilarante quotidianità di un lavoro non desiderato – come in Piscine Pro.
Ma il lavoro e la libertà di lavorare possono anche diventare strumenti di protesta contro un regime che limita la libertà di espressione (The Hand) o essere un punto di partenza per una riflessione sulle cicatrici lasciate dalle politiche coloniali (A Valparaíso). Con questi cortometraggi abbiamo cercato di esplorare in maniera trasversale un tema che, pur se rifuggito nella sua quotidianità, continua a offrire spunti di riflessione e risate atemporali.
Corti Lontani : A Valparaíso
Joris Ivens, Cile, 1963, 27’
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A Valparaíso le immagini di Joris Ivens si fondono con la prosa di Chris Marker, dando vita a una bellissima cartolina, fermo immagine di un’epoca. Valparaíso, città portuale del Cile, si sviluppa su una collina: la sua verticalità la rende affascinante, caratteristica, ma al tempo stesso faticosa per chi la abita. Partendo da questo incessante saliscendi, Marker crea una profonda critica alla società moderna attraverso le immagini di Ivens. La verticalità diventa una metafora delle classi sociali, costrette a ritornare faticosamente nelle loro colline.
L’arretratezza dell’epoca, dovuta a residui del colonialismo spagnolo, viene osservata con occhio critico e poetico, con la consapevolezza di star osservando qualcosa di al contempo unico e universale. Le piccole e ripide strade di Valparaíso si trasformano in uno specchio del mondo, un pretesto per riflessioni più ampie, e Chris Marker, con la sua capacità unica di filosofeggiare, lo sa fare alla perfezione.
A Valparaíso è disponibile su Mubi.
Corti da Ridere : Piscine Pro
Alec Pronovost, Canada, 2022, 8’
Se anche voi avete una laurea in storia con specializzazione in civiltà vichinghe allora questo corto fa per voi – e se non l’avete, resta comunque una visione consigliata. Il mondo post-universitario non è idilliaco come immaginato: dopo anni di studio, ci si ritrova alle prese con capi tirannici, colleghi menefreghisti, clienti insolenti, tutto fuorché quel futuro anelato così a lungo.
Fra tanti, questa è anche la storia di Alec Pronovost che attraverso il suo alter-ego, Charles-Olivier, ci racconta del suo primo lavoro. Partendo dalla sua esperienza, ogni fastidiosa piccolezza della quotidianità lavorativa è in Piscine Pro amplificata, spinta agli estremi, trasformata con ironia in un’esperienza universale. Piscine Pro riesce a trasformare un magazzino di oggettistica per piscine in un divertentissimo spaccato della vita moderna riuscendo, alla fine, anche a raccontare una sua piccola morale: If you want to do something, do it.
Corti d’Italia : Come a Micono
Alessandro Porzio, Italia, 2020, 15’
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Molti paesini italiani stanno inesorabilmente andando incontro al depopolamento e per molti di loro l’unica soluzione sembra essere puntare sul turismo. Tra iniziative bizzarre e sagre esotiche molti di questi goffi tentativi falliscono, e invece quando funzionano finiscono per attirare un turismo di massa incontrollabile.
Questa è la storia di Maresolo e del suo sogno di fare Come a Micono. Di fronte alla progressiva diminuzione della popolazione, composta per lo più da ultrasessantenni, il sindaco decide di trasformare il paese in una nuova capitale turistica, prendendo ispirazione da Mykonos.
Alessandro Porzio riesce a catturare tutta l’essenza di un piccolo borgo marinaio, sospeso nella sua lentezza e caratterizzato da dinamiche d’altri tempi – pesca, orecchiette fatte a mano e un’onnipresente sacralità. Ma quando finalmente il paese sembra avviarsi verso il successo, un colpo di scena trasforma questo racconto inizialmente leggero in un’opera dal forte messaggio politico, mischiando a una grande dose di ironia un pizzico di profondità.
Come a Micono è disponibile su RaiPlay.
Corti Animati : The Hand
Jiří Trnka, Repubblica Ceca, 1965, 18’
La quiete lavorativa di un vasaio viene improvvisamente interrotta da una Mano che gli ordina di scolpire una statua a sua immagine. Il rifiuto viene mal preso dalla Mano, che con crescente insistenza lo costringe a obbedire fino a trasformarlo in una sua marionetta. Tra pugni chiusi e saluti romani la Mano è il simbolo del potere autoritario che non lascia spazio alla libertà, indicando minacciosamente ai dissidenti un’unica alternativa: la morte.
Girato durante il regime sovietico in Cecoslovacchia, The Hand è un’allegoria dell’infelice destino destinato agli artisti in una dittatura. Jiří Trnka non abbandonò mai la sua terra e, dall’interno, continuò come burattinaio a opporre resistenza, lottando per la libertà creativa. Questa perpetua tensione è evidente nel suo stile: le sue marionette sono inespressive, visivamente apatiche; il compito di trasmettere emozioni è lasciato a inquadrature sapienti e a un coinvolgente gioco di luci. Il risultato è un senso di inquietudine costante che pervade l’intero cortometraggio.
Corti Moderni : Whiplash
Damian Chazelle, USA, 2013, 18’
Febbraio è il mese del festival di cinema indipendente più importante al mondo: il Sundance. In questa occasione, vogliamo presentare un cortometraggio iconico che ha segnato la storia del cinema, lanciando alla fama Damien Chazelle, vincitore del Premio della Giuria del Sundance nel lontano 2013.
Come anticipato nel primo appuntamento di questa rubrica, molto spesso i cortometraggi sono un banco di prova per futuri film. Dopo essersi trasferito in California al termine degli studi, Chazelle ha concentrato tutta la sua passione per la musica Jazz in un cortometraggio con cui è poi riuscito a ottenere i fondi per trasformarlo in un film. In Whiplash (il corto) sono già presenti alcuni degli attori che faranno parte del cast del film, tra cui il grandioso J.K. Simmons nel ruolo del direttore d’orchestra.
C’è davvero poco da aggiungere su un cortometraggio che parla da sé, ma prima di guardarlo potrebbe essere interessante fare un piccolo esercizio di immaginazione: chi ha visto Whiplash provi a riflettere su come condensare l’essenza del film in pochi minuti. La risposta? Può bastare una sola scena per racchiudere tutto il cuore della storia.