Non sono passati neanche tre mesi dallo straordinario successo di Povere Creature! agli Oscar, e Yorgos Lanthimos ha già presentato il suo nuovo film in concorso alla 77ma edizione del Festival di Cannes (qui la nostra recensione dalla Croisette): Kinds of Kindness. Ve lo diciamo subito: scordatevi Bella Baxter, Frankestein, la Londra vittoriana, il fish-eye e le galline con la testa di maiale. Perchè ciò che Kinds of Kindess segna è un po’ un ritorno alle origini da parte del regista greco, in una produzione decisamente minore ma comunque interessante ed intelligente. In quel cinema fortemente criptico e respingente della sua parte di filmografia antecedente a La favorita. Ma con l’aggiunta di un tono sarcastico decisamente più spinto. Possiamo dire che per Lanthimos non c’era periodo migliore per realizzare un’opera come questa, così personale e festivaliera. Cerchiamo di capire il perché.
Non pretende di arrivare a tutti
Kinds of Kindness è una pellicola che non ha nulla a che vedere con i precedenti Povere Creature! e La favorita, e per capirlo basterebbe solamente leggere il nome del suo sceneggiatore: Efthymis Filippou. Esattamente lo storico collaboratore con cui Lanthimos aveva ideato gli script di Dogtooth (2009), The Lobster e Il Sacrificio del sacro (questi ultimi due sono andati a premi al Festival di Cannes del 2015 e del 2017. Il primo aveva vinto il premio della giuria e il secondo quello per la sceneggiatura. Arriverà anche un terzo riconoscimento?), per poi affidarsi nelle sue due produzioni successive alla penna illuminante di Tony McNamara. E non è un caso che con quest’ultimo abbia realizzato due film proiettati in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia – sappiamo che negli ultimi anni Venezia si è avvolta di un respiro più mainstream – e che hanno vinto diversi premi Oscar (La Favorita una statuetta su dieci nominations, e Povere Creature! quattro statuette su undici candidature).
È facile intuire, dunque, che Kinds of Kindness sia un film decisamente più torbido ed ermetico, e soprattutto un film che non cerca di arrivare a chiunque, al contrario de La Favorita e Povere Creature!, che per l’appunto hanno riscontrato un grandissimo successo, abbracciando una platea decisamente più ampia. Kinds of Kindness è un’opera destinata a dividere e ad essere rigettata (a Cannes sono stati più i riscontri negativi che quelli positivi) dagli spettatori più scettici del cinema del primo Lanthimos. Esattamente come è stato per le tre opere segnate dalla firma di Filippou alla sceneggiatura.
Un’operazione lungimirante?
Ma Kinds of Kindness ha un quid in più rispetto alle altre opere sopracitate. Non tanto a livello qualitativo, quanto più a livello promozionale e distributivo. Come abbiamo precedentemente detto, Lanthimos ha realizzato non solo un film personale, in tutto e per tutto. Ma un film personale trascinato dall’incredibile successo internazionale di Povere Creature!, come si può notare semplicemente dai nomi che compongono il cast, che sono più o meno gli stessi della pellicola vincitrice del Leone d’Oro (Emma Stone, diventata ormai la musa del regista greco, Willem Dafoe, Margaret Qualley e qualche aggiunta ispirata come Jessie Plemmons). Infatti, Lanthimos ha riciclato i medesimi attori della pellicola precedente, girando Kinds of Kindness (a partire da ottobre 2022) esattamente durante la produzione del bizzarro lungometraggio basato sul romanzo di Alasdair Gray.
Dimenticatevi Povere Creature! Non perché Kinds of Kindness sia meglio o peggio. Ma perché è un film completamente diverso, con alla base un’intenzione produttiva mirata più a soddisfare un interesse autoriale. Il cineasta greco ha diretto – magistralmente – due film contemporaneamente, uno più ambizioso e commerciale, e un altro semplicemente più divertissement, radicale e sperimentale. In modo tale che la popolarità del primo alimentasse la promozione del secondo. Kinds of Kindness è dunque un’operazione intelligentissima e potenzialmente lungimirante, e già solo il fatto che Searchlight (quindi Disney) abbia deciso di distribuire un’opera così fuori dagli schemi, dimostra che Lanthimos può fare ciò che vuole a Hollywood. Ora c’è la curiosità di capire come il pubblico accoglierà il Lanthimos più criptico e misterioso. Ma lo scopriremo solo a partire dal 6 giugno, data in cui uscirà in tutti i cinema italiani.
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