In alto le bacchette verso il cielo stellato. Robbie Coltrane non c’è più. Eppure la luce nella capanna del guardiacaccia di Hogwarts è ancora accesa. Perché la magia rimane anche quando l’incantesimo è spezzato. Hagrid non è andato via. È ancora lì al suo posto, a prendersi cura della nostra immaginazione. A controllare che niente e nessuno la minacci. Ce lo ha ricordato proprio l’attore inglese durante la reunion di Harry Potter in cui ha pronunciato quella potente frase profetica, che in queste ore sta girando il mondo: “Tra 50 anni i miei nipoti forse faranno ancora vedere Harry Potter ai loro figli. Io non ci sarò più, ma Hagrid sì“. Parole semplici dal significato enorme. Proprio come Hagrid, gigante buono che di fatto ha custodito un paio di generazioni cresciute alla sua ombra gentile. Per onorare il ricordo di Robbie Coltrane cerchiamo di capire insieme perché la figura di Hagrid è stata, è e rimarrà sempre così importante per tanti babbani.
La magia esiste
È un’insolita notte di fine luglio, buia e tempestosa. Nel giorno del suo triste compleanno Harry Potter riceve la visita di un enorme omaccione barbuto dall’aria arruffata. L’ingresso di Hagrid nella vita di Harry è brusco, inaspettato e scoordinato. Proprio come fanno le avventure nella vita. Hagrid irrompe nella grigia routine di Harry con una rivelazione in regalo: “Tu sei un mago, Harry”. Eccola lì la vera saetta, il fulmine, la scossa. Ecco il primo motivo per cui vorremo sempre bene al nostro gigante buono: è stato lui il primo a ricordarci che la magia esiste. Esiste anche nel mondo di noi babbani a suon di storie, racconti, personaggi a portata di mano ogni volta che apriamo un libro o guardiamo un film. In quelle cinque parole Hagrid ha aperto un mondo e sgranato milioni di occhi (proprio come ha fatto Harry). Da lì in poi Hagrid è stato al nostro fianco come guida rassicurante che ci ha letteralmente preso per mano dentro un mondo parallelo che finalmente si poteva vedere, quasi toccare. Lo ha fatto educandoci alla magia. Raccontandoci le sue regole senza farci perdere tra gli stretti vicoli e le affollate botteghe di Diagon Alley. Ecco, nel momento della scoperta del fantastico non eravamo soli: Hagrid era lì con noi. Bastava solo alzare lo sguardo e prendere esempio. Perché in sette anni di Hogwarts abbiamo visto materie di ogni tipo: Pozioni, Difesa contro le arti oscure, Trasfigurazione ed Erbologia. Eppure la lezione più preziosa ce l’ha data proprio Hagrid. Attraverso il suo carattere mite, altruista e giusto, il buon Rubeus ci ha ricordato che l’umiltà e la lealtà sono merce rara. Potenti come un incantesimo lanciato a suon di abbracci, saluti e sorrisi mai negati.
Esserci sempre
Non serve perdere i genitori per sentirsi orfani. Sentirsi soli, incompresi e smarriti è uno stato d’animo che viene a trovare chiunque. Attraverso il viaggio di Harry Potter, abbiamo capito che ogni tanto si ha la fortuna di incontrare persone che ci sono sempre. Puoi anche non vederle per anni, non sentirle per mesi, ma loro ci sono comunque. Hagrid è una di quelle persone: accoglienti, comprensive e con il raro dono del saper ascoltare. Nel corso di dieci anni e di otto film il volto bonario e il sorriso morbido di Robbie Coltrane hanno incarnato quella sensazione impagabile che qualcuno ci avrebbe sempre capito, appoggiato e sostenuto. E che anche nelle notti più buie, avremmo sempre potuto bussare alla porta della sua catapecchia per trovare qualcuno pronto a farci sedere vicino al fuoco per parlare.
Così la figura di Hagrid è diventata una specie di certezza incrollabile. Una specie di zio rassicurante che avrebbe sempre vegliato su di noi anche dopo averlo salutato alla stazione. Una sensazione che potremmo sempre ritrovare dentro Harry Potter. Cosa che Robbie Coltrane sapeva benissimo, come dimostra la sua bella frase. Ecco perché, anche se “Hogwarts non esiste senza di te”, Hogwarts esisterà sempre. Perché Hagrid non morirà mai. Proprio come una saga di libri e di film diventata una guida rassicurante, sempre più gigantesca, a volte stramba ma di buon cuore. Come un vecchio amico dal quale è sempre bello ritornare. Sì, la luce della capanna è ancora accesa.
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