Before Sunrise (Prima dell’alba) è l’esempio che alcuni film riescono a superare la prova del tempo in modo egregio, in punta di piedi. Il primo film della celebre Before Trilogy compie 30 anni: curioso che sia proprio un’opera che racconta il tempo a elevarsi al di sopra di esso. A questo concetto associamo spesso Christopher Nolan e il suo cinema, ma si celebra sempre poco chi, da più di trent’anni, ha fatto delle storie e del tempo il cuore della sua produzione cinematografica: Richard Linklater.
Se avete una manciata di ore, recuperate Dream is Destiny, documentario dedicato proprio al regista texano: in una delle primissime sequenze, la camera segue Linklater in una stanza piena di scaffali e quaderni. In ognuno di essi sono presenti migliaia e migliaia di storie scritte dal regista. Storie non complete, bensì appunti, ispirazioni che rimangono lì, a riposare, per poi essere riprese nel giro di giorni, mesi o anni. Idee e racconti di vita che mutano nel tempo, prendendo una forma inedita. Questo è il cinema di Richard Linklater.
Prima dell’alba, storia di Lui e Lei

Before Sunrise avviluppa la sua storia su un concetto decisamente semplice e basilare: un ragazzo incontra una ragazza e, dopo aver rotto il ghiaccio, decidono di passare tutto il giorno – e la notte – assieme, passeggiando, parlando, mettendo in circolo quella magia di un singolo incontro che spesso è difficile da raccontare agli amici, figurarsi imprimerla su una pellicola.
C’è lui, Jesse, e c’è lei, Celine. Sullo sfondo Vienna, città che diviene terza protagonista della vicenda regalando strade, negozi, panchine e raggi di luce come dolci riflessi di luna. Un personaggio silenzioso che dona una cornice a una storia che celebra i due giovani come perfetti esponenti della gioventù anni ’90. Si abbandonano le contestazioni per celebrare le sensazioni, le emozioni, le parole come i dubbi esistenziali o anche gli incontri con personalità decisamente bizzarre, ma sempre perfettamente coerenti.
Jesse e Celine parlano e si raccontano, hanno un timore viscerale del domani, non sanno cosa aspettarsi. Quel treno che ritardano di un giorno sembra prendere le forme sinuose di un momento di debolezza che entrambi intendono concedersi: consapevoli di essere in una fase della propria vita dove ne potrebbero passare altri di treni, i due si prendono una pausa dall’ordinario per vivere il momento.
La prova del tempo

È impossibile parlare di Before Sunrise e far valere l’affermazione sul valore del tempo omettendo l’esistenza dei diretti sequel. Anzi, sono proprio questi – Before Sunset (2004) e Before Midnight (2013) – che a posteriori rendono la narrativa di Prima dell’alba decisamente più ricca e sfaccettata. A conti fatti, vediamo questo rapporto nascere, evolvere, consolidarsi e affrontare la prova del tempo. Stesso regista, stessi attori, location diverse. Vienna, Parigi e la Grecia per chiudere. La formula rimane la stessa (lui, lei e una città), come la sostanza, aggiungendo un graduale gusto meta-cinematografico che rende lo spettatore ulteriormente partecipe.
Non a caso, infatti, il personaggio di Jesse diverrà uno scrittore di successo narrando proprio dei suoi incontri con Celine, mentre noi vediamo l’evolversi della loro relazione. Ciò non sminuisce il valore intrinseco di Before Sunrise come opera singola, nuotando in un bacino dedito alla sperimentazione indipendente, forse con un’inclinazione sentimentale maggiore degli altri film. Si tratta pur sempre di un esercizio di stile che tenta di narrare qualcosa di complesso: una sensazione, un’esperienza fatta di sguardi, gesti e silenzi, che trovano valore (e memoria) nel ricordo di chi ha vissuto quel momento.
Un treno da prendere

Past Lives, La La Land, o anche la serie tv Normal People. Queste storie ci inebriano i sensi, facendoci sentire terribilmente vicini al semplicistico concetto delle scelte che cambiano una vita: e se avessimo scelto di non partire? E se avessimo detto di sì? Ancor di più: Jesse e Celine terranno fede alla promessa fatta? Si rivedranno da lì a sei mesi?
Alcuni personaggi, come alcune storie, possiedono una forza unica nel riuscire a superare le barriere del film per arrivare a vivere e proliferare nei nostri ricordi, riverberando nella quotidianità. Quando questo avviene, parte della sfida di regista e sceneggiatore è decisamente vinta: quei personaggi sono risultati decisamente umani, tanto forti quanto deboli. Non sono eroi con la spada e dal coraggio indomito, bensì foglie che cadono spostate dal vento, operando scelte singole che potranno essere giuste o sbagliate.
Before Sunrise celebra il successo come l’insuccesso, come è giusto che sia, mostrandoci l’idillio del momento. Quel che viene dopo, con i sequel, è Linklater che torna nel suo studio, prende un quaderno con una storia scritta diversi anni fa e si accorge che quei personaggi sono cresciuti, sono maturati e avranno sicuramente altro da dire. L’occasione migliore per richiamare attori e amici sul set, pronti a raccontare gli anni che passano e il tempo che scorre.