“Più grande la spia, più grande è la bugia” scrivono nei libri di spionaggio.E se la storia di questa spia fosse essa stessa una grande menzogna? E se il suo film non fosse altro che un depistaggio? Per scrivere la recensione di Argylle bisogna camminare su un filo sospeso tra la realtà e l’immaginazione, la verità e la farsa. Procediamo con ordine per fare chiarezza. All’inizio del 2024 viene pubblicato un libro chiamato Argylle scritta da una certa Elly Conway. È un’opera prima di un’autrice misteriosa, di cui si sa poco o niente. È uno pseudonimo che nasconde qualcun altro? Chi si cela davvero dietro quel nome e cognome senza un volto? Il mistero assomiglia molto al caso Elena Ferrante qui in Italia, dando via a una serie di teorie e speculazioni che riempiono il web.
Un caso mediatico che sembra proprio costruito ad hoc per l’uscita del film Argylle, in cui la protagonista si chiama proprio Elly Conway. Mestiere? Scrittrice di romanzi di spionaggio e autrice di una saga amatissima di nome Argylle. Una metanarrazione che dà vita a una film che nasce come parodia delle spy story di James Bond, per poi rivelarsi molto altro. A volte una bella sorpresa, altre un grande bluff.
Argylle
Genere : Commedia, spionaggio
Durata: 135 minuti
Uscita: 1 febbraio al cinema
Regista: Matthew Vaughn
No Time To Lie
Cerchiamo di fare ordine in questa intricata matassa, partendo da un presupposto fondamentale: Argylle è un film Mattew Vaughn. Lo stesso regista di Kick-Ass e della saga di Kingsman. Un autore molto furbo, che ama giocare con le icone della cultura pop e soprattutto con le aspettative del pubblico. E in questo senso Argylle alza molto l’asticella, perché il film di fatto è un grande azzardo. Il perché non possiamo dirvelo per non incorrere in spoiler, ma vi basti sapere che il film è una sorpresa continua, dimostrandosi molto diverso da come è stato venduto nei trailer.La storia segue la carriera dell’affermata Elly Conway, alle prese con il tour promozionale del quarto libro di Argylle.
La sua vita procede in maniera molto canonica e noiosa, almeno fino le cose iniziano a incrinarsi. Quando? Quando personaggi ed eventi scritti nei suoi libri iniziano a manifestarsi nella realtà in modo inquietante e soprattutto imprevedibile. Perché sì, Argylle è una specie di giostra in cui si prendono sempre traiettorie diverse e difficili da prevedere. Un gioco di maschere, doppi e tripli giochi che può affascinare oppure disorientare. Dipende soltanto da quanto siete disposti a giocare.
Raggirati dalle spie
Perché sì, Argylle è una spy story sulle spy storia. Un’operazione pop di grande stampo ludico dove si gioca con le storie, con i personaggi e (come detto) con chi sta guardando il film. L’avete capito: parlare di questo film senza rovinare la festa a chi non l’ha ancora visto è molto, molto difficile. Per cui perdonateci se ci terremo sul vago. Vi basti sapere che Mattew Vaughn ogni tanto torna ai fasti di Kingsman con scene action ritmate, dove musica, calci e cazzotti diventano un’unica sinfonia, piacevole da ascoltare (la musica ha un ruolo fondamentale nel film) e da guardare. Sequenze montate e girate con un dinamismo davvero coinvolgente, che però sembrano quasi fiammate in un film troppo discontinuo. Purtroppo Argylle è un film troppo slabbrato, che ogni tanto si siede troppo, gira a vuoto e soprattutto cade in un errore fatale: ogni tanto finisce col prendersi sul serio.
Una contraddizione per un film che dà il meglio di sé proprio quando diventa una brillante parodia delle spy story, quando semina citazioni nerd raffinate (una di Jurassic World strapperà molti sorrisi) e si affida sia a personaggi sopra le righe (Sam Rocwell è eccezionale e Bryce Dallas Howard molto a suo agio) che a un paio di sequenze così folli e sopra le righe da diventare adorabili. Il tutto condito da un irresistibile gatto cult, che sembra messo lì apposta per diventare un meme. Ma ve l’avevamo detto: Mattew Vaughn è un furbacchione, e chi lo sa: magari Elly Conway è proprio lui. Nel dubbio, una cosa è certa: alla fine di questa giostra quelli truffati e aggirati, non sono certo i personaggi, siamo stati noi. Prendere o lasciare. Stare al gioco o incazzarsi. A voi la scelta.
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La recensione in breve
Sorprendente, giocoso e al limite del truffaldino, Argylle è una spy story sulle spy story. Un gioco nel gioco che finisce col raggirare lo spettatore, rischiando di deludere le sue aspettative.
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Voto ScreenWorld