Più in alto, più lontano, più veloce. Questo è sempre stato il motto di Captain Marvel. Peccato che questa volta il suo sequel The Marvels dovrà andare più in alto delle aspettative sottoterra, più lontano possibile dalle perplessità generali che avvolgono il film e più veloce delle critiche che si rincorrono da mesi. Insomma, il nuovo cinecomic Marvel (lo sapete) è stato etichettato come deludente prima di arrivare in sala (dei perché ve ne abbiamo parlato qui).
Però non è certo la prima volta, perché la storia è piena di film odiati ancor prima di arrivare al cinema. E allora lanciamoci alla riscoperta di altre quattro opere affossate da pregiudizi, malumori e trailer agghiaccianti, che ci hanno fatto venire soltanto voglia di cancellare tutto dalla nostra memoria.
1. Ghostbusters (2016)
Ve lo ricordate, vero? L’odio profondo che ha anticipato l’uscita del Ghostbusters tutto al femminile. Era il lontano 2016, ovvero agli albori del movimento Me Too di Hollywood. Un terremoto che avrebbe scosso l’industria imponendo nuovi standard e nuovi canoni. Tra questi c’era anche un girl power spesso forzato, come appariva questo strano ibrido tra un reboot e un remake. I motivi dell’astio dei fan erano diversi. Prima di tutto: la totale assenza del cast originale e di un legame affettivo con una delle saghe più amate degli anni Ottanta.
Questo Ghostbusters sembrava davvero una pallida imitazione senza cuore. A questo poi si è aggiunta la sensazione di un film tutto al femminile molto ruffiano e poco sincero, con il belloccio di turno (Chris Hemsworth) messo lì a fare la bella statuina un po’ tonta come dentro una specie di legge del contrappasso. Il film, alla fine, non fu neanche tutto questo disastro, ma un timido tentativo di ravvivare un franchise che sarebbe ripartito davvero soltanto nel 2021 con Ghostbusters: Legacy.
2. Cats (2019)
“Questo film è la cosa peggiore successa ai gatti dopo l’arrivo dei cani”. Basterebbe questa splendida frase di una recensione americana per fotografare il disastro totale di Cats. Un musical che sembrava più un horror. Ad affossare l’epic fail firmato Tom Hooper (non proprio l’ultimo arrivato) fu un comparto estetico al limite dell’imbarazzo. Un obbrobrio composto di peli e pessima CGI che diede vita a qualcosa di inspiegabile.
Il remake di un musical cult, infatti, si presentò con un trailer agghiacciante, dove i personaggi erano una strana via di mezzo tra un carnevale furry e un raduno di cosplayer sotto sbornia. Questo nonostante la presenza di interpreti del calibro di Judi Dench, Ian McKellen e Idris Elba. Ovviamente Cats fu un flop clamoroso. Strano.
3. Sonic – Il film (2020)
Talmente brutto da fare il giro e diventare un idolo, un meme. È successo nel film Cip e Ciop – Agenti speciali che hanno regalato a quello scherzo della natura di Ugly Sonic un momento di gloria. Proprio lui, l’orripilante riccio blu apparso nel primo trailer di Sonic – Il film nel 2019. Un trailer che alterava l’iconico personaggio simbolo della SEGA, trasformandolo in una straniante creatura che ridefiniva il concetto di “character design disastroso”. Una terrificante via di mezzo tra un essere antropomorfo e un adolescente da cui è stato partorito un abominio.
Per fortuna, per una volta, la voce dei fan si è fatta valere e sentire. E così la Paramount è corsa ai ripari cambiando l’aspetto di Sonic, dando vita a un bel personaggio molto più carismatico, credibile e simile alla sua controparte videoludica. Questo però non ci priverà di Ugly Sonic. Colui che verrà sempre a bussare alla porte dei nostri incubi.
4. Waterworld (1995)
Chiudiamo la nostra carrellata di odio preventivo con bel tuffo negli anni Novanta. Un’epoca in cui Kevin Costner era una specie di Re Mida che trasformava in oro ogni film che toccava. Una star amata e iconica, che si portava dietro successi clamorosi come Robin Hood, Balla coi Lupi e Guardia del corpo. Però, lo sappiamo: non c’è piacere più grande nel veder cadere chi ha troppo successo. È quello che successe nel 1995 con Waterworld, un film che non fu tanto odiato ma avvolto da una perplessità generale che lo bollò come flop (o meglio: buco nell’acqua) ancor prima di uscire. Questo perché la produzione del film fu titanica e difficilissima. Girare un intero film sull’acqua creò una marea di disagi pratici, che portarono il budget a toccare i 175 milioni di dollari e il regista Kevin Reynolds a scontrarsi proprio con lo stesso Costner.
Record assoluto per l’epoca. Pensate, Waterworld fu così costoso da riattivare l’intera economia delle isole Hawaii (dove fu girato) con un indotto da oltre 35 milioni di dollari. Preceduto dalla perplessità generale, Waterworld raccolse poi incassi non stratosferici, ma non vicini al flop che molti hanno continuato a raccontare anno dopo. Perché il film si rivelò il tipico cult cresciuto alla distanza, negli anni, anche grazie al mercato home video. Classico esempio di film ingiustamente sottovalutato perché andava di moda farlo, insomma.
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