Se il tempismo ti ha fregato, solo il tempo potrà aggiustare le cose. Lo sanno bene tantissimi film sfortunati, usciti in momenti storici “sbagliati”. A volte troppo avanti per temi e sensibilità, a volte incompresi o coperti dall’ombra di altre opere più in luce. Però, la storia ci ha insegnato che a volte anche un grande flop può diventare cult. Serve solo tempo, appunto. Gli esempi sarebbero tantissimi (Blade Runner è forse tra più emblematici), ma oggi staremo qui a parlarvi dei flop del passato diventati cult. Oggi vogliamo fare un gioco e immaginare dieci flop recenti che potrebbero diventare cult. Una scommessa vera e propria in cui immaginare quali film incompresi negli ultimi dieci anni hanno le carte in regola per prendersi la loro vendetta ed entrare finalmente nel cuore della gente. Ecco quali sono in rigoroso ordine cronologico.
1. Steve Jobs (2016)
Forse è stata tutta colpa di Jobs, il film con Ashton Kutcher arrivato in sala qualche mese prima di lui. Forse tutti pensavano che la storia fosse la stessa, snobbando il bellissimo Steve Jobs con un intenso e credibile Michael Fassbender. Appena 34 milioni di dollari di incasso per un altro film scritto a meraviglia da quel genio di Aaron Sorkin, che dopo The Social Network firma un’altra opera da consegnare ai posteri, perfetta per fotografare la nostra società. Senza dimenticare un ispirato Danny Boyle alla regia di un film che segue la complessa personalità di Steve Jobs sbirciando dietro le quinte delle sue presentazioni più iconiche. Per noi negli anni diventerà un film emblematico della nostra epoca, in cui ritroveremo tante tracce di quello che siamo diventati anche grazie (o per colpa) di un maledetto-benedetto iPhone.
2. Silence (2016)
Qualche anno dopo quel delirio sopra le righe di The Wolf of Wall Street, Martin Scorsese abbassa il volume e cambia totalmente registro con Silence. Ovvero il più grande flop della sua carriera, visto che ha incassato soltanto 23 milioni di dollari (su un budget di 46) in tutto il mondo. Peccato perché questa mosca bianca nella filmografia di Scorsese è forse il suo film più spirituale e complesso. Una riflessione profonda e intima sul peso della fede che scava dentro l’anima di un eccezionale Andrew Garfield, affiancato da un Adam Driver altrettanto bravo. Sicuramente non è un film facile (tanti soffrono la sua innegabile “lentezza”), ma proprio per questo forse siamo davanti alla tipica opera che ha bisogno di molto tempo per sedimentare e svelare il suo prezioso valore agli occhi del pubblico.
3. Soul (2020)
Qui non possiamo parlare davvero di flop, visto che purtroppo Soul non è uscito al cinema. Se ricordate, infatti, il film Pixar inizialmente previsto per il giugno 2020 in sala è stato rimandato al 25 dicembre 2020 arrivando direttamente su Disney Plus a causa della pandemia. Però abbiamo comunque la sensazione che Soul sia stato un film molto sottovalutato dal pubblico. Come se la fruizione domestica avesse alterato la sua percezione, svalutandolo tantissimo. Eppure Soul è un film che livello tematico torna ai fasti del passato Pixar. Un film che puoi leggere su più livelli, e che ha il coraggio di raccontare il lato oscuro delle passioni che diventano spesso ossessioni. Un film che non abbiamo dimenticato e meriterebbe più considerazione.
4. The Last Duel (2021)
Qui entriamo davvero nel Medioevo del cinema. In un lungo periodo buio in cui tanti bellissimi film sono andati male in sala semplicemente perché in sala non ci andava quasi nessuno. Si, perché quando The Last Duel è arrivato in sala nell’ottobre del 2021 le platee erano deserte. Un gran peccato perché Ridley Scott ha tirato fuori la sua versione migliore (lasciando a casa il gemello malefico di House of Gucci) regalandoci un film davvero splendido. Duelli all’arma bianca da antologia del cinema action (lo scontro finale tra Matt Damon e Adam Driver è davvero pazzesco), una Jodie Comer sontuosa e allo stesso tempo la finezza di un film che affronta temi complessi con un tatto davvero raro. Insomma, madame e messeri, siamo certi che negli anni ci sarà gloria per quella perla incompresa di The Last Duel.
5. West Side Story (2021)
Nemmeno il sommo Steven Spielberg è sfuggito alla maledizione pandemica. A Natale del 2021 il suo agognato remake di West Side Story arriva in sala e viene praticamente ignorato: 76 milioni di incasso su 100 di budget e il flop è servito. Un gran peccato visto che Spielberg ha riversato amore in ogni scena. Non solo per la dedica ai suoi genitori (grandi fan del classico del 1961), ma perché questo West Side Story è attraversato da un’energia e da una cura registica davvero maniacale, dimostrandosi un’ottima reinterpretazione di un classico. E un ottimo modo per alimentare un vecchio mito rinnovandolo per un nuovo pubblico.
6. La fiera delle illusioni (2022)
Altra vittima illustre del Covid, l’affascinante film di Guillermo del Toro arriva al cinema nel gennaio del 2022 incassando appena 39 milioni dollari a fronte di 60 di budget. Un’opera dalla natura forse troppo misteriosa e sfuggente, sospesa tra il crime, il thriller e il dramma, con atmosfere circensi cupe e decadenti capaci di ammaliare quelle poche persone che l’hanno visto. La fiera delle illusioni merita di essere riscoperto e apprezzato sia per le sue straordinarie scenografie che per la sua parabola di autodistruzione, capace di descrivere a meraviglia le orribili derive dell’egomania. Speriamo che il tempo tiri fuori questo film dal cilindro in cui è stato nascosto finora.
7. The Northman (2022)
Un film sulla vendetta che urla vendetta. Quanta amara coerenza in The Northman di quel talento indiscusso di Robert Eggers. Un film viscerale in cui il regista americano ha cercato un difficile equilibrio tra il suo solito cinema d’autore più visionario e sofisticato e un cinema più pop e accessibile. Un compromesso che forse gli è costato il flop: 69 milioni di incasso a fronte di quasi 90 di budget per un film che incarna tutta la furia vichinga di un uomo accecato dalla vendetta. Registicamente impeccabile, The Northman è stato snobbato agli oscar e sottovalutato dal pubblico che lo ha ignorato in sala. Che Odino ci fulmini se non diventerà un cult negli anni.
8. Blonde (2022)
Come nel caso di Soul anche qui è scorretto parlare di flop perché Blonde è arrivato solo su Netlfix. Eppure il film dedicato all’immagine distorta di Marilyn Monroe ha avuto un’accoglienza davvero pessima, con tanto di nomination ai Razzies Awards come peggior film. Certo, siamo davanti a un film controverso che può benissimo non piacere, ma è anche vero che vedere a casa un’opera del genere significa farle proprio del male. Per ritmo, messa in scena e capacità di trascinarti dentro l’incubo di una donna, questo film meritava la sala. La bellezza di Blonde è proprio nei rischi che si prende: perché non è il classico biopic ma una riflessione complessa sulla percezione di un’icona e su come una donna sia stata vittima della sua stessa icona. Forse il tempo sarà galantuomo. Chissà.
9. Babylon (2023)
Disinibito, libero, sfrontato, a tratti anche presuntuoso. Damien Chazelle smette di essere un bravo ragazzo romantico e dà libero sfogo alla suo disincanto nei confronti di Hollywood. Un disincanto che ha toccato anche il botteghino, visto che Babylon ha incassato solo 64 milioni di dollari senza colmare le spese. Forse non sarà il film più riuscito del 2023, ma è uno dei pochi che non si dimentica, che rimane quasi addosso con le sue musiche incessanti, col sudore della sua prima mezz’ora clamorosa, con il suo cinema vivo e strabordante. Un cinema capace di partorire immagini potentissime come questa di Margot Robbie diventata già iconica. In tempo di contenuti “pensati per un target” col retrogusto da algoritmo che non rischiano nulla per piacere a tutti, Babylon è il caos pazzo e controverso di cui il cinema avrà sempre bisogno. E chissà, forse tra qualche anno lo rivaluteremo come succede spesso con i cult.
10. Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri (2023)
Non è stato un fallimento critico, ma è stato molto lontano da un bel 20 sul dado. Capace di cancellare la maledizione di quel film obbrobrio del 2000 a suon di buona ironia e sano amore per il gioco di ruolo, Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri ha incassato 200 milioni di dollari in tutto il mondo. Non abbastanza per raggiungere il punto di pareggio con i costi. Un gran peccato perché, come vi abbiamo detto spesso, per noi è un film che riesce a fare una cosa difficilissima: ricreare la sensazione di essere seduti attorno a un tavolo con una compagnia di amici a giocare a D&D. Quel sano mix tra cazzeggio, strategia e avventura che ha reso davvero onore a chi è cresciuto a pane, manuali e schede personaggio. Non sappiamo se questo film avrà mai un sequel. Nel dubbio speriamo diventi il classico fantasy cult in grado di forgiare future generazioni di giocatori e giocatrici di ruolo.
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