Nel mondo dei fumetti supereroistici sono innumerevoli le coppie iconiche. Basti pensare a quelle storiche della DC Comics: Batman e Catwoman, Superman e Lois Lane, Wonder Woman e Steve Trevor. Dall’altro lato invece impossibile non citare la controparte Marvel con Spiderman e MJ, Reed Richards e Sue Storm, Steve Rogers e Peggy Carter. La lista è veramente lunghissima. D’altronde, lo sappiamo bene, la narrazione fumettistica è edificata intorno a concetti archetipici piuttosto semplici. Uno di questi è ovviamente l’elemento della rom-com tipico delle soap, introdotto negli anni ’60 da Stan Lee, e sdoganato in pochissimo tempo anche dalla concorrenza DC. Il supereroe di turno, infatti, si trova spesso a doversi confrontare sia con il cattivo della settimana che con i proprio problemi di cuore.
Con il tempo ovviamente la componente romantica nel mondo dei fumetti si è evoluta, declinando l’elemento sentimentale in maniera più complessa, articolata e sfaccettata. Ne è un evidente esempio il rapporto tra Joker e Harley Quinn. Infatti, sin dalle sue origini, la relazione tra i due antagonisti del Cavaliere Oscuro si è sempre rivelata il punto di partenza per introdurre, anche nel mondo dei comics, riflessioni interessanti, in grado di affrontare argomenti e tematiche piuttosto delicate, come l’abuso e la manipolazione, la violenza e il controllo, elementi tipici delle relazioni tossiche. La storia editoriale di Harley Quinn è piuttosto particolare, se non unica nel suo genere. Il personaggio, infatti, non nasce sulle pagine dei fumetti, bensì in TV, nella mitologica serie tv di Batman degli anni ’90.
Gli showrunner della serie avevano intenzione di introdurre una spalla femminile che affiancasse il Joker nelle sue malvage malefatte. Così Paul Dini e Bruce Timm crearono il personaggio della Dott.ssa Harleen Quinzel, una psichiatra dell’Arkham Asylum intrigata dell’idea di poter curare la nemesi per eccellenza di Batman, che tuttavia si lasciò sedurre dal fascino del male di Joker, instaurando con diabolico villain un rapporto malato di morbosa dipendenza che la portò a diventare quelle che ormai tutti conoscono come Harley Quinn.
Il personaggio ottenne sin da subito consensi tali da convincere in pochissimo tempo i vertici della DC Comics ad introdurlo anche nella continuity fumettistica ufficiale. Un successo inarrestabile che ha reso Harley Quinn una delle più importanti icone contemporanee della cultura pop. Non a caso in pochi anni sono state proposte ben due versioni cinematografiche del personaggio: prima quella più scanzonata di Margot Robbie nel defunto DCEU, poi quella più matura interpretata da Lady Gaga in Joker: Folie à Deux, il cinecomic musical diretto da Todd Phillips. Per questo adesso non ci resta che andare a scoprire i fumetti più rappresentativi che vedono per protagonisti, sia in coppia che in singolo, Joker e Harley Quinn.
Amore folle di Paul Dini e Bruce Timm
Storia fuori dal canone ufficiale del DC Universe fumettistico, Amore folle è l’iconica origin story di Harley Quinn, ambientata nell’universo di Batman: The Animated Series, la mitica serie tv del Cavaliere Oscuro degli anni ’90. Mad Love (questo il titolo in originale del fumetto) è una storia inserita nel ciclo The Batman Adventures, una collana speciale composta da 36 albi che espandeva l’universo televisivo di Gotham City creato nel 1992 da Bruce Timm e Eric Radomski. Ben presto tutti si innamorarono di quel personaggio dal nome che richiama sfacciatamente Arlecchino, non solo nell’assonanza del nome Harley Quinn, ma anche nell’aspetto, con il costume che ricorda il jolly delle carte da gioco.
In Amore folle conosciamo il passato da psichiatra della Dott.ssa Harleen Quinzel, esplorando per la prima volta le radici del suo legame tossico con Joker. Attraverso un’avvincete narrazione alternata che fonde perfettamente il passato da psicoterapeuta di Harleen Quinzel con il presente, nel quale Harley Quinn cerca di compiacere Joker uccidendo Batman, approfondiamo la conflittualità dell’ossessione dell’ex psichiatra per il Principe della Risata. Bruce Timm decise di narrare le origini della sua Arlecchina proprio per rendere quella che nacque come la semplice spalla di un cattivo, un personaggio tridimensionale.
The Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland
Chiunque, anche chi nella vita non ha mai sfogliato la pagina di un fumetto, probabilmente conosce The Killing Joke. D’altro canto, ci troviamo di fronte alla storia su Joker (e Batman) più iconica, citata, celebrata e apprezzata di tutti i tempi. Potremmo anche fermarci qui, senza aggiungere altro, ma visto che amiamo così tanto questa meravigliosa opera scritta dal grande Alan Moore e disegnata da Brian Bolland ci sembra d’uopo andarla a sviscerare in ogni suo dettaglio.
The Killing Joke narra una delle ipotetiche origini della nemesi per antonomasia di Batman. Proprio così, solo un possibile ricordo della vita precedente di quell’uomo divenuto Joker in seguito alla caduta nella vasca dei prodotti chimici delle Ace Chemicals. Perché per chi non lo sapesse o se lo fosse solo dimenticato, nessuno sa chi sia Joker. Un mistero irrisolvibile e fondamentale per la sua caratterizzazione che concorre ad aumenta il fascino del clown di Gotham City. The Killing Joke è un racconto crudo, violento e maturo in pieno stile Moore. Un fumetto capace di racchiudere in sole 46 pagine l’essenza più pura non solo di Joker, ma anche e soprattutto di Batman, delineando in maniera innovativa il legame che unisce intrinsecamente il destino dei due personaggi.
La riflessione di Moore parte dal concetto di Brutta Giornata. Quell’evento tragico in grado di devastare un’esistenza. Bruce Wayne e l’uomo che un giorno sarebbe divenuto Joker sono due facce della stessa medaglia. Entrambi vittime di una Brutta Giornata, hanno scelto di abbracciare la pazzia in modo opposto. Il primo sacrificandosi all’iper-legalità tramite la sua missione di Batman, il secondo invece abbandonandosi in una risata alla criminalità. In questo modo eroe e nemesi diventano le maschere attraverso cui interpretare la complessa realtà che opprime l’uomo comune, dimostrando quanto possano essere fragili gli equilibri, le regioni e la consapevolezza su cui si fonda dell’essere umano.
Leggendola oggi, per l’ennesima volta, ci rendiamo sempre di più conto di quanto The Killing Joke dimostri di essere un’opera eterna, proprio perché capace di riflettere in maniera profonda su tematiche esistenziali universali, riuscendo a toccare vette che poche altre graphic novel sono state in grado di raggiungere. Un fumetto che entra di diritto nella leggenda!
Una morte in famiglia di Jim Starlin e Jim Aparo
La storia di Starlin e Aparo è principalmente ricordata per il suo finale sconvolgente, senza dubbio uno dei più cruenti che la storia del fumetto supereroistico americano ricordi. Tuttavia, forse non tutti sanno che a decidere il tragico esito della storia furono proprio i fan, chiamati nel 1988 attraverso un sondaggio telefonico a sceglie, dopo il cliffhanger con il quale si concludeva il terzo albo, sulla vita o la morte di Jason Todd, il secondo Robin. Per certi versi quasi uno scherzo macabro degno del Joker. Facile intuire l’esito del rivoluzionario televoto…
Tutto ciò contribuì a far crescere l’aura di cult di una storia di per sé non così memorabile dal punto di vista dello sviluppo meramente narrativo, che tuttavia, proprio per via del suo drammatico esito è diventata una delle più importanti della storia editoriale del Cavaliere Oscuro. Infatti, la violenta dipartita del secondo Robin per mano di Joker, rappresenta, al pari della morte di Gwen Stacy avvenuta nel 1973 sulle pagine dell’Uomo Ragno, un punto di svolta per il fumetto supereroistico americano, divenuto così più maturo, adulto e consapevole.
Batman: Guarigione di J.M. DeMatteis e Joe Staton
Potrebbe esistere Joker senza Batman? Secondo Todd Phillips sicuramente sì, come dimostra il suo dittico cinematografico dedicato al Principe Pagliaccio di Gotham City. Tuttavia, è di diverso avviso John Marc DeMatteis che, con la famosissima storia del 1994 intitolata Batman: Guarigione, incentrata proprio sul rapporto tra Batman e Joker, ci mostra quanto l’esistenza dell’uno sia imprescindibile per l’altro. D’altronde lo sappiamo, il bene e il male non sono altro che due facce della stessa medaglia.
Batman: Guarigione (precedentemente intitolato Tornando in sé) parte da un presupposto semplicissimo: cosa farebbe Joker se riuscisse ad uccidere il Cavaliere Oscuro? La risposta che ci regala John Marc DeMatteis è tanto sorprendente quanto geniale, tornerebbe sano. Infatti, questa storia, per certi versi legata filosoficamente a doppio filo a The Killing Joke, postula la tesi secondo la quale Joker esiste in risposta a Batman, l’uno è l’opposto dell’altro, morendo, o venendo a mancare l’uno, inevitabilmente muore o scompare anche l’altro.
La strutturata da noir thriller, tipica della tradizione dei migliori fumetti batmaniani, concorre a rendere scorrevole e avvincente la narrazione, di quella che, senza troppi giri di parole, può essere considerata una delle storie più importanti di sempre sul legame tra Barman e Joker.
Joker: L’uomo che ride di Ed Brubaker e Sean Phillips
Questa famosa storia, ambientata in un’affascinante Gotham City degli anni ’30, narra il primo scontro tra Batman e Joker. Il titolo prende ispirazione dall’omonimo romanzo del 1869 di Victor Hugo, un’opera fondamentale per la creazione stessa della nemesi di Batman. Basti pensare che proprio una delle trasposizioni cinematografiche del romanzo, precisamente quella diretta nel 1928 dal regista tedesco Paul Leni, ha influenzato in modo determinate la morfologia del villain DC. Infatti, la smorfia di Gwynplaine, il protagonista interpretato da Conrad Veidt, è stata la principale fonte di ispirazione dell’inquietante ghigno di Joker.
Joker: L’uomo che ride è un perfetto noir investigativo in pieno stile Cavaliere Oscuro, che rilegge con un tono retrò le origini di entrambi i personaggi. Semplice, appassionante e scorrevole questo fumetto è una vera boccata d’aria fresca, che si conferma un’opera imperdibile per gli amanti del Crociato Incappucciato di Gotham City.
Arkham Asylum di Grant Morrison e Dave McKean
Un noir thriller ambientato nel manicomio criminale di Arkham durante un’insurrezione dei pazienti ordita da Joker? Cosa potrebbe esserci di meglio?! Con questa incredibile graphic novel Grant Morrison esplora il concetto di follia che si cela tra le tetre mura del manicomio criminale, un luogo considerato maledetto proprio perché imprigiona il male più profondo e oscuro di Gotham City. La riflessione verte sulla circostanza che questa condizione è alimentata, per certi versi, dallo stesso Cavaliere Oscuro, considerando che proprio lui ha catturato la maggior parte dei detenuti internati in quella struttura psichiatrica.
Arkham Asylum è un viaggio allucinato, orrorifico e disturbante nei meandri più profondi della pazzia dell’essere umano, che indaga sulla paura più grande che alberga nel cuore di Batman, ossia quella di sapere che un giorno la follia possa prendere il sopravvento sulla sua moralità. D’altro canto, come gli dice lo stesso Joker: “qui per te ci sarà sempre posto”. Quella scritta da Grant Morrison e disegnata da Dave McKean è una graphic novel complessa, sia a livello narrativo che visivo, considerati gli stili differenti, e soprattutto poco commerciali, utilizzati per rappresentate le tavole. Ciononostante, Arkham Asylum si conferma un’opera visionaria, capace, come poche altre, di legare alla perfezione la cupa oscurità della narrazione allo stile psichedelico delle illustrazioni. Un capolavoro irripetibile!
Joker di Lee Bermejo e Brian Azzarello
Questa straordinaria storia incentrata esclusivamente su Joker (Batman viene lascito costantemente sullo sfondo), plasma una versione piuttosto inedita del criminale più efferato di Gotham City. Infatti, il villain celebre per il suo eterno e inquietante ghigno viene dipinto nelle insolite vesti di gangster. L’obiettivo della nemesi di Batman, dopo esser stato rilasciato dal manicomio di Arkham, sarà quello di ottenere nuovamente il controllo della città. Uscito in contemporanea con Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, il design del Joker rappresentato dalla coppia Lee Bermejo e Brian Azzarello richiama in maniera evidente quello cinematografico interpretato dal compianto Heath Ledger. Purtroppo non si scoprirà mai realmente chi si è ispirato a chi.
L’opera è parte, insieme a Luthor, di un fantastico dittico che la coppia di fumettisti ha dedicato alle due nemesi per eccellenza del Cavaliere Oscuro di Gotham e dell’Uomo d’Acciaio di Metropolis. Joker di Lee Bermejo e Brian Azzarello è un fumetto crudo e maturo che sfrutta perfettamente le sue atmosfere pulp per far calare il lettore nell’intrigante contesto della gangster story. Una interpretazione che dona allo stesso tempo una rilettura fresca, inedita e innovativa di un villain capace di mostrare, sin dalle sue origini, quanto la sua anima sia complessamente versatile. Le splendide tavole illustrate da Lee Bermejo concorrono a donare crudezza ad una graphic novel magistrale.
Gotham City Sirens di Paul Dini e Guillem March
Dopo anni di malsano assoggettato nei confronti di Joker, si decise di rendere indipendente Harley Quinn, svincolando la sua parabola editoriale da quella dell’ex partner. Questo spunto narrativo diede nuova linfa vitale al personaggio. Infatti, da semplice villain, Harleen divenne più tridimensionale, assumendo definitivamente il ruolo dell’antieroina anarchica e scavezzacollo (per certi versi, e con le dovute differenze, potrebbe esser definita la Deadpool di casa DC Comics).
Una delle miniserie fumettistiche più interessanti, che delinea perfettamente la nuova evoluzione della caratterizzazione dell’ex psicoterapeuta, è proprio Gotham City Sirens. Tre personaggi storici del folto pantheon dell’universo batmaniano fonderanno un team up tutto al femminile: stiamo parlando delle bellissime, affascinanti e letali Catwoman, Poison Ivy e Harley Quinn. Basterebbe semplicemente questo per lasciarsi ammaliare da una delle run fumettistiche più spumeggianti degli ultimi anni. Divertente, profonda, sorprendente. Gotham City Sirens è una vera chicca per appassionati.
Harley Quinn: Gotham arrivo! di Mariko Tamaki e Steve Pugh
Rilettura in chiave young adult firmata dall’artista canadese di origini giapponesi Mariko Tamaki, Harley Quinn: Gotham arrivo! narra una versione inedita, e fuori dal canone ufficiale dei fumetti, dell’antieroina di casa DC. La miniserie è ambientata nel periodo in cui l’adolescente protagonista si trasferì a Gotham City, una metropoli tenebrosa, marcia e ricca di insidie. Una volta giunta in città, la vivace quindicenne Harleen entrerà in contatto con tanti comprimari storici dell’universo batmaniano, primi tra tutti la coetanea Pamela Ivy e ovviamente il misterioso criminale noto come Joker, un giovane anarchico che cela il proprio volto dietro una maschera.
Dietro quella sua apparente forma fresca, frizzante e sbarazzina, tipica dei racconti inseriti nel filone young adult, Harley Quinn: Gotham arrivo! nasconde tanta voglia di sperimentare ed approfondire, in maniera tutt’altro che banale, nuovi ed inesplorati territori del carattere di Harley Quinn. Rivelazione!
Batman: Morte della famiglia di Scott Snyder e Greg Capullo
Arco narrativo lungo e complesso scritto da Scott Snyder e disegnato da Greg Capullo, Batman: Morte della famiglia non è una run fumettistica che merita di esser menzionata tanto per l’impatto avuto sulla continuità dell’universo DC Comics, quanto più per la riflessione proposta sul rapporto tra Batman e Joker. Il nucleo narrativo di Morte della famiglia ruota intorno ad un fondamentale dilemma: Joker conosce la vera identità di Batman? Sa chi sono gli altri membri della BatFamily? E se sì, perché non sfrutta queste informazioni a proprio vantaggio? Perché non cerca di distruggere il suo eterno avversario?
Se da un lato vi sono pochi dubbi sul fatto che Snyder e Capullo non propongano a livello filosofico nulla di inedito, dall’altro queste riflessioni sul legame intrinseco tra eroe e nemesi, e sul conseguente bisogno che l’uno ha dell’altro, in questa run trovano un freschezza rinnovata. Batman: Morte della famiglia è una storia godibile dal finale amaro, in grado di annoverare diversi momenti diventati sin da subito iconici, soprattutto grazie all’inconfondibile stile di Capullo che si sposa perfettamente con i toni noir thriller di Batman.
Harleen di Stjepan Sejic
Nata per soddisfare le esigenze di un pubblico più adulto, l’etichetta DC Black Label custodisce al suo interno storie ambientate fuori dalla continuità narrativa principale dell’universo DC. Sin dalla sua creazione questa linea speciale vietata ai minori è stata in grado di regalare numerose graphic novel assolutamente degne di note. Tra queste impossibile non menzionare la splendida Harleen di Stjepan Sejic.
Rilettura in chiave più matura, consapevole e profonda della genesi di Harley Quinn, Harleen, scritta e disegnata dal fumettista croato Stjepan Sejic, esplora le origini della malsana ossessione della psichiatra verso il suo diabolico paziente, indagando le cause che hanno spinto la protagonista a diventare prima l’amante, poi la spalla criminale di Joker. Un amore tossico edificato intorno ad un forte senso di inadeguatezza e una terribile sindrome di Stoccolma. Sejic reinterpreta le origini di Harley attraverso una miniserie innovativa ed intrigante, che condensa al suo interno diversi elementi noti ai fan del mondo batmaniano con altri decisamente più inediti. Un fumetto moderno capace di dialogare con la contemporaneità. Imperdibile!
Joker/Harley: Lucidità criminale di Mico Suayan, Kami Garcia, Jason Badower
Altro incredibile titolo inserito nella collana speciale DC Black Label, Joker/Harley: Lucidità criminale è un interessantissimo what if estraneo alla continuity narrativa della DC comics ufficiale. Qui Harleen Quinzel è rappresentata in modo assolutamente inedito: non come la criminale scavezzacollo o l’antieroina sopra le righe cha abbiamo imparato a conoscere negli anni, bensì nelle insolite vesti di una determinata profiler del GCPD.
Joker/Harley: Lucidità criminale è una sorprendente detective story che gioca perfettamente con i toni del noir e del thriller. Lo splendido stile fotorealistico dei disegni di Kami Garcia e Jason Badower concorre ad aumentare nel lettore il fattore coinvolgimento. La storia è ovviamente incentrata sull’investigatrice Harleen Quinzel una detective ossessionata dal catturare Joker, lo spietato serial killer che terrorizza Gotham City. Tra i due inizierà un coinvolgente duello psicologico. Preda e cacciatore, i ruoli si confondono e si mescolano, fino a fondersi e non riuscire più a comprendere cosa è l’uno e cosa l’altra. Una miniserie fantastica.