Carrie parla in gran parte del modo in cui le donne trovano i propri canali di potere, ma anche di ciò che gli uomini temono delle donne e della loro sessualità. Stephen King ha più volte dichiarato che avendo scritto il libro nel 1973, a soli tre anni dalla fine del college, era pienamente consapevole di ciò che la Liberazione delle Donne implicasse per lui e per gli altri uomini. L’ascesa del femminismo della seconda ondata negli anni ’70 ha posto serie minacce all’ordine patriarcale. Mentre gli uomini si sentivano minacciati dal numero senza precedenti di donne che difendevano se stesse, costoro devono aver provato a loro volta una paura consistente di non riuscire a conquistare tutti i sacrosanti diritti che richiedevano a gran voce. Il femminismo non è stato l’unico fenomeno in ascesa negli anni ’70: lo è stato anche il fondamentalismo cristiano. Nel 1976, anno in cui uscì il film, il 34% dei protestanti americani dichiarò al Gallup Poll di aver avuto esperienze di rinascita, portando lo stesso George Gallup a dichiarare il 1976 l’ anno evangelico. In effetti l’evangelizzazione, allora come oggi, è uno dei nemici più accaniti del femminismo.
Frammentazione della narrazione
I temi dominanti del romanzo sono il bullismo, l’abuso, l’illusione di onnipotenza, la comunicazione fallita, e ricorrente è il motivo del sangue. Gran parte della narrazione è data in forma epistolare, con passaggi da articoli di giornale o di rivista, libri sulla vicenda di Carrie White (The Shadow Exploded, My Name Is Susan Snell), trascrizioni di un’inchiesta sulla tragedia (The White Commission Report), ecc. Questa frammentazione del flusso narrativo, che racconta la storia da diverse angolazioni, suggerisce simbolicamente un fallimento della comunicazione, con i suoi inizi e le sue interruzioni. E proprio questa problematica è in gran parte la causa del bullismo e degli abusi che Carrie subisce. Come la maggior parte delle vittime di bullismo scolastico, Carrie è diversa dalle sue compagne di classe. Questa differenza deriva dal modo in cui è stata cresciuta da sua madre Margaret, il cui fondamentalismo religioso è ingente. Questa incapacità di comunicare le informazioni necessarie lascia Carrie in uno stato di sviluppo arrestato, di infantilizzazione. Questa è resa chiara dal fatto che sua madre non le parla delle mestruazioni; così, quando Carrie sanguina sotto la doccia durante la lezione di ginnastica, quella che dovrebbe essere una semplice questione legata all’utilizzo di un tampone finisce per essere un momento terrificante per lei: tutto quel sangue le fa pensare che sta per morire – cosa in effetti non del tutto errata.
Ad aggravare il suo trauma ci sono le sue compagne di classe, che iniziano a ridere di lei e a lanciarle assorbenti, cantando “Tappala! Tappala!”. Poiché è psicologicamente una bambina tra adolescenti, qui Carrie non compie un passaggio dall’infanzia all’età adulta, ma è trattenuta in una fase della vita, passando da non nata a nata, dall’innocenza inconsapevole ai terrori del mondo reale, come una neonata. Il sangue come motivo che rappresenta la morte percorre tutto il romanzo. Il flusso di sangue simboleggia il passaggio dall’ignoranza alla conoscenza. Carrie alla fine scopre le mestruazioni ed è arrabbiata con sua madre per non avergliene parlato; ma sua madre equipara il sangue al peccato.
Dal grande al piccolo
L’aspetto più importante in cui la versione cinematografica di Carrie si differenzia dal romanzo è il modo in cui viene raccontata. Il libro è in gran parte narrato attraverso resoconti o testimonianze, retrospettive, presentate come documenti, articoli di giornale, interviste, rapporti di polizia. Inoltre veniamo a conoscenza delle vicende anche attraverso un’autobiografia di Sue Snell – l’unica sopravvissuta alla notte. Carrie è sicuramente ritratta come più potente nel libro che nel film: quando si scatena al ballo di fine anno nel romanzo, finisce per spazzare via gran parte della città, mentre nel film i danni che provoca sono limitati alla scuola superiore. Nel testo, i lettori e le lettrici hanno uno scorcio della città che affronta le conseguenze della furia di Carrie; viene dichiarato lo stato di emergenza e le sopravvissute tentano di trasferirsi.
Anche la morte di Carrie è cambiata nel film: la sua casa crolla telecineticamente su se stessa e sulla madre defunta. Nel romanzo Carrie muore a terra in un parcheggio, con Sue al suo fianco. Alla fine della versione letteraria, dopo l’incidente culminante al ballo di fine anno, a chi legge viene presentata una lettera di una donna. In essa, lei descrive le circostanze della nipote, che sta sviluppando la telecinesi. Il finale lascia a chiedersi se questa ragazza sarà la prossima Carrie. Il film ignora completamente questo aspetto e finisce con un incubo di Sue Snell, che depone fiori sulla casa distrutta di Carrie, quando all’improvviso un braccio insanguinato si allunga da sotto le macerie e la afferra. L’ultima inquadratura mostra Sue che urla e sua madre che la conforta. Lo stesso King ha effettivamente detto che il film ha un finale migliore del libro.
Identificazione col mostro
Carrie il romanzo, in linea con la tradizione di molte storie orrorifiche, mette la compassione del pubblico in conflitto con il mostro della storia, riflettendo le stesse ansie di chi guarda su come ci adattiamo alle rigide norme culturali. Carrie cattura le complesse strutture comunitarie delle donne all’interno della nostra società. Gli eventi si svolgono saldamente in un microcosmo: una comunità governata da strutture sociali femminili e sorvegliata da donne. In tutte le interazioni di Carrie, le donne sono la forza trainante dell’azione nel film. La storia inizia con la nostra protagonista che viene punita dalle sue compagne di classe per la sua ingenuità e per la mancata conoscenza da parte sua di cosa siano le mestruazioni, che non sa gestire, come invece si suppone che facciano le donne. L’insegnante di ginnastica, la signorina Desjardin, è quella che controlla la punizione della ragazza. Tuttavia, la scena che cattura meglio l’idea di Carrie come una storia all’interno di una comunità prettamente femminile è quella in cui Desjardin affronta Sue Snell e il suo fidanzato, Tommy, in relazione al loro piano di portare Carrie al ballo di fine anno. Tommy dovrebbe essere un personaggio chiave in questa discussione.
È lui che dovrebbe portare Carrie al ballo e inoltre siamo abituate/i alla struttura della maggior parte dei film dove l’accento viene posto sui personaggi maschili. Tuttavia, in questa scena Tommy potrebbe non esistere perché è chiaro che Sue e Desjardin siano le uniche responsabili di come andrà a finire la storia. La ridicola influenza maschile nel film è rafforzata dalla mancanza di controllo che gli uomini in posizioni di potere dimostrano nella maggior parte delle situazioni (il personaggio del preside su tutti). Tutte le punizioni di Carrie nel film servono a mantenere l’ordine sociale di questa comunità. Il bullismo sotto la doccia “serve a insegnarle” che il ciclo è qualcosa con cui deve fare i conti da sola. Le punizioni a casa servono a ricordarle il senso di colpa che porta con sé in quanto donna. Il sangue di maiale è una punizione per essere uscita dal suo angolo, andando al ballo di fine anno. L’analisi di come una comunità femminile possa creare orrore in questo modo, diventando vittima di una società che non la vuole in un ruolo di potere, è unica sia nel libro che nel film.
Un diverso tipo di empowerment
Carrie è un esempio di una giovane donna che ottiene potere contro coloro che l’hanno emarginata, durante la pubertà, ma che non è dovuta cambiare per diventare potente. Sì, la crescita del suo potere è collegata al suo primo ciclo mestruale, che è spesso considerato un’esperienza trasformativa, ma gli altri cambiamenti che di solito accompagnano l’arco trasformativo delle ragazze sono palesemente assenti dalla storia. In Ginger Snaps (2000) per esempio, abbiamo una ragazza adolescente emarginata che viene bullizzata e che alla fine ottiene un potere che le consente di vendicarsi. Tuttavia, il modo in cui Ginger cambia è molto diverso da quello di Carrie. Per avere potere, Ginger deve iniziare ad assomigliare alle ragazze “normali”, diventando attraente e desiderabile. Questo si è trasformato in un luogo comune che vediamo spesso, come nella serie di Netflix Insatiable, dove una ragazza adolescente grassa può vendicarsi solo diventando magra e attraente.
Acquisire il potere collegato alla capacità di diventare la versione ideale di se stesse della società, mina davvero l’importanza di empowerment di un’individua emarginata. Carrie si veste in modo decisamente conforme per il ballo di fine anno, ma non si tratta di una trasformazione totale e non diventa mai, magicamente, la ragazza su cui ogni ragazzo fantastica. La folla del ballo non inizia a desiderarla nel momento in cui entra nella palestra. A differenza di Ginger, che esplora attraverso incontri sessuali, Carrie conduce un’esplorazione privata. Ci viene mostrata mentre ricerca il suo potere e lo sperimenta a casa sua. Questa sperimentazione imita i modi in cui molte giovani donne apprendono informazioni sul proprio corpo.
La altre ragazze
Lo scontro tra le aspettative della società sul comportamento femminile e il comportamento femminile stesso è il conflitto centrale del romanzo di King. A casa Carrie combatte contro i deliri religiosi di sua madre, ma anche le altre giovani donne della storia stanno lottando per rivendicare le loro identità dentro le mura domestiche: Chris, la principale nemica di Carrie, ha un padre che rifiuta tutto ciò che non corrisponde alla propria volontà e allo stesso modo il fidanzato reagisce con violenza e non-ascolto ogni volta che Chris si discosta dal ruolo di succube che egli stesso le ha imposto. La ragazza è soffocata da tutto ciò e, non riuscendo a trovare una voce, cede incarnando la peggiore delle aspettative. L’unico personaggio capace di redenzione è quello di Sue. Carrie è la fantasia del potere femminile e Sue è la sua applicazione pratica.
Carrie può uccidere i suoi aguzzini con il potere della mente, ma la forza di Sue deriva dal suo equilibrio interiore. Sue ha sbagliato e si prepara a espiare offrendo un sacrificio unicamente femminile: la notte del ballo perfetta. Lei si punisce sia fisicamente – sottoponendosi a della lezioni di ginnastica estreme – sia a un divieto autoimposto sul ballo. La madre di Sue, come il padre di Chris, è cieca nei suoi confronti; inoltre nessuno si aspetta, o addirittura crede, che lei stia cercando sinceramente di compensare un grave torto. Sue non interagisce mai direttamente con Carrie, se non nelle scene critiche all’inizio e alla fine della narrazione. Le storyline delle ragazze corrono su piste parallele, ma entrambe – seppur con esiti diametralmente opposti – scoprono la loro individualità e, a caro prezzo, imparano a stare in piedi, da sole.
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