Oggi ci chiediamo spesso che fine abbiano fatto le commedie romantiche, incapaci come siamo di ritrovare quelle storie d’amore che ci hanno fatto innamorare tra la fine degli anni Ottanta e gran parte degli anni Novanta. E mentre questo quesito sembra destinato a rimanere senza risposta, ci sono commedie romantiche che sono ancora capaci di dettare il passo. È il caso di Harry ti presento Sally, il capolavoro uscito nel 1989 che, ancora oggi, rappresenta la commedia romantica perfetta. Ma come mai? Qual è il segreto che si cela dietro un successo tanto imperituro?
Il friends to lovers per eccellenza
Nel 1997 Max Pezzali, che ancora faceva parte del duo degli 883, cantava “la regola dell’amico non sbaglia mai/se sei amico di una donna non ci combinerai mai niente”. Una frase che potrebbe essere vista anche come una parafrasi del motore narrativo alla base di Harry ti presento Sally. Il film, in effetti, parte da un quesito facile: un uomo e una donna eterosessuali possono essere amici senza “complicazioni” sentimentali? Da una parte il film sembra suggerire di no: insomma, tutti sappiamo che alla fine i due protagonisti si innamoreranno. Ma è davvero questo il messaggio di Harry ti presento Sally? Oggi diremmo che il film fa parte di quel trope che si identifica con la dicitura “friends to lovers”, da amici a fidanzati. E il punto è proprio questo. Harry e Sally sono, prima di tutto, amici. Non sono due sconosciuti che fingono di essere amici per poter ottenere altro. Il lungometraggio porta sullo schermo un ampissimo spettro temporale e, per anni, Harry e Sally sono “solo” amici.
Chiacchierano al telefono, parlano di film, si raccontano le proprie cicatrici sentimentali, fanno la lista dei loro appuntamenti andati male e conoscono i rispettivi partner. Condividono la quotidianità e creano l’uno la rete di supporto dell’altra. Il punto del film, infatti, non è che uomo e donna non possono essere amici. Semmai il film racconta di due amici che, solo dopo anni di amicizia, si innamorano. La differenza sembra sottile e minima, ma è fondamentale. Ed è per questo che il film funziona ancora dopo tanti anni: perché non racconta una storia d’amore surreale e stra-ordinaria. Al contrario racconta l’incontro tra due persone che si conoscono per anni e che, con una lentezza estremamente ordinaria, finiscono per innamorarsi della persona che li conosce meglio di chiunque altro. Paradossalmente, Harry ti presento Sally riesce ad essere una bellissima commedia romantica che parla però di un bellissimo rapporto d’amicizia.
I personaggi reali
Legato al discorso del capitolo precedente sull’ordinarietà del rapporto tra Harry e Sally, c’è quello inerente i personaggi: tanto l’Harry di Billy Crystal quanto la Sally di Meg Ryan sono personaggi abbastanza ordinari, comuni. Nelle commedie romantiche di oggi – si prenda il campione d’incassi Tutti tranne te – i protagonisti sono personaggi estremamente patinati, artificiali, che pur essendo piacevoli non riescono mai del tutto a creare un vero legame con lo spettatore, che si sente appartenente a un’altra realtà. In Harry ti presento Sally, invece, i due protagonisti sono due persone comune, con lavori comuni e idiosincrasie altrettante condivisibili. Harry ti presento Sally ha avuto la capacità, dunque, di rendere affascinante il reale, il quotidiano, senza bisogno di chissà quale volo pindarico. Si pensi, ad esempio, al primo bacio tra i due: non avviene in chissà quale situazione incredibile.
Anzi. Sally ha il cuore spezzato perché il suo ex che non voleva sposarsi si sposa con un’altra e Harry, da bravo migliore amico qual è, corre in suo soccorso per ascoltare lo sfogo di Sally. È un incipit che non ha nulla di romantico, nulla di smielato. Anzi. Si tratta di una scena ben piantata coi piedi per terra. E anche la scena della dichiarazione finale, che si svolge in una festa di Capodanno tutto sommato un po’ patetica, non ha a che fare con grandi gesti o chissà quali monologhi. È una dichiarazione d’amore reale, come i personaggi coinvolti, che si basa sul concetto del nonostante. Ti amo nonostante siamo strani. Ti amo nonostante le nostre paure. Ti amo nonostante pensi che io abbia solo timore di rimanere solo. Ecco perché Harry ti presento Sally continua ad essere la commedia perfetta: perché nel rappresentare l’amore comune (ma non per questo meno bello o importante), racconta una storia universale, che sconfigge qualsiasi barriera temporale. Ci si innamora oggi nello stesso modo in cui si innamorava negli anni Ottanta.
Le scene iconiche
L’ultimo aspetto da non sottovalutare per comprendere il motivo dietro al successo senza tempo di questa commedia perfetta è la capacità che ha avuto Harry ti presento Sally di regalare al pubblico dei momenti davvero indimenticabili. Il primo, ça va sans dire, è quello del finto orgasmo in uno dei locali diventati, col tempo, una tappa fissa per chiunque si rechi a New York, giusto per sottolineare la portata dell’influenza del film. Quando Meg Ryan finge un orgasmo per dimostrare a Harry che non è così infallibile come amante e che le donne possono fingere, in realtà sta creando un momento non solo universale, ma soprattutto epocale. Non solo perché introduceva il lato più fisico del sesso in una commedia romantica, ma soprattutto perché derideva la virilità maschile che, per decenni, era al centro di una buona commedia romantica. Il protagonista, dunque, si presenta come un amante instancabile pieno solo di successi, come nella miglior tradizione romantica. Ma in questo caso Sally lo disarma, lo mette davanti alla realtà che la sua sensazione di essere “onnipotente” non è altro che questo: una sensazione data dalle donne che preferiscono fingere piuttosto che avere a che fare con l’ego ferito di un seduttore. Si trattava di una vera e propria rivoluzione narrativa e stilistica che però non è stata realizzata con fare edulcorante, ma inserita all’interno di una scena così perfetta da diventare iconica.
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