Ricordo ancora i miei primi vagiti nei server di Destiny: timoroso di quel che avrei potuto trovare, ma anche estremamente curioso, per poi essere uno di quelli che si lamentò della scarsità dei contenuti al lancio del gioco. Questo avvenne per colpa mia; non avevo ancora capito la portata del progetto come la sua stessa natura.
Con l’uscita del nuovo DLC di Destiny 2, La Forma Ultima, Bungie chiude dopo circa dieci anni questo primo ciclo narrativo tra Luce e Oscurità, ed è in queste occasione che si volge lo sguardo al passato, riprendendo alcune parole con cui veniva descritto il progetto alla sua uscita: un mondo online e condiviso, in perenne mutamento.
Tra alti e basi, Destiny ha sempre mantenuto questa promessa. L’abbiamo dimenticata o insabbiata nelle pieghe dei capitoli peggiori, ma è sempre rimasta lì, sedimentata nella nostra mente come un’idea forte a cui tutti abbiamo voluto crederci. Dopo dieci anni siamo qui, abbiamo visto la conclusione di questa prima grande fase e mentre iniziano i preparativi per una nuova grande avventura – magari anch’essa decennale – forse è arrivato il momento di salutarci definitivamente.
Destiny, un percorso glorioso
Penso di essere entrato in perfetta armonia e sintonia con Destiny soltanto un anno dopo la sua uscita. I fedelissimi ricordano quel momento come l’arrivo del DLC Il Re Dei Corrotti. Per forze esterne – tunnel carpale e relativa operazione – sono dovuto rimanere a casa fermo per più di un mese e a farmi compagnia c’erano i primi tentativi nostrani di Netflix e la possibilità di approfondire al meglio quel titolo strambo di Bungie. Da lì difficilmente ne sono uscito, senza mai nascondere quella magnetica fascinazione per quel mondo creato che presentava sì tantissimi rimandi dal franchise precedente di Bungie, l’eterno Halo, ma dentro quella struttura, quelle musiche, quell’esplorazione del Sistema Solare c’era di più.
Ho conosciuto compagni, giocato con altri amici, condiviso gioie, dolori e interminabili sessioni notturne per completare raid ardui e veder sconfitto Crota, sperando nel miglior bottino possibile a fine missione per potenziare il mio Guardiano. In un momento di dolce senilità, i ricordi si fanno ricchi di passione e amore per tutto quel che è stato il ciclo del primo Destiny che ha tenuto compagnia ad un numero altissimo di giocatori in tutto il globo.
Tanti alti e tantissimi bassi
L’arrivo di Destiny 2 è stata una pozione galvanizzante che nascondeva precise indicazioni in quel momento difficili da percepire. Se l’upgrade tecnico ed estetico era qualcosa di necessario dato che difficilmente un gioco uscito nel 2014 avrebbe resistito nel corso degli anni, nel tempo il sequel si palesò anche come macchina subdola per far soldi da parte del publisher di allora, Activision. Bungie tornò indipendente solo tempo dopo, ma Destiny 2 ebbe lo stesso percorso del primo capitolo: iniziale entusiasmo a cui poi ci si chiese il perché cancellare tutti i contenuti precedenti per ricominciare ad avere tra le mani poco e nulla. Di nuovo. Il percorso di Destiny 2 è stato costellato di alti (La Forma Ultima e I Rinnegati), terribili bassi (L’Eclissi) e capitoli inspiegabili da catalogare (Oltre la Luce) per via della loro natura difficile ambivalente.
In questo lungo percorso di dieci anni non sono mancati però gli appassionati, quei giocatori – vedi il sottoscritto – che sono stati sempre lì, amando e criticando il gioco, giacché alcuni difetti e cadute di stile erano evidenti anche per il fan più appassionato. La community ha giocato un ruolo importante per Bungie che l’ha sempre ascoltata, coccolata, donandogli spesso la possibilità di diventare ambasciatori ufficiali del gioco, anche grazie a specifici programmi dedicati ai creator di gioco, lavorando a stretto contatto con Bungie stessa. Ogni azione era volta ad un unico e condiviso obiettivo: custodire e promuovere l’universo di Destiny.
Oltre il videogioco
In questa cavalcata di dieci anni non sono mancati momenti che hanno segnato tacche importanti nel corso degli anni. Si cita con grande divertimento la distruzione dell’Onnipotente, evento costruito sulla falsariga degli aggiornamenti di Fortnite, con tutti i Guardiani che si sono recati alla Torre per assistere alla distruzione dell’Onnipotente ad opera di Rasputin, come evento di fine stagione, seguito in live su Twitch da un numero incredibile di streamer e spettatori.
Ma ci sono stati anche eventi di grande commozione, come la morte di Lance Reddick. Il noto attorno infatti era la voce del Comandante Zavala, uno dei personaggi principali di Destiny. L’attore – anch’esso grande appassionato del gioco – lasciò un vuoto doloroso tanto nel mondo del cinema, come quello del mondo dei videogiochi. Alla notizia, tantissimi giocatori si recarono dal personaggio a cui prestava la voce, per eseguire dei veri e propri saluti collettivi. Qualcosa di unico, di forte commozione, a segno di quanto questa community è stata grata ad ogni singolo addetto ai lavori.
Ma anche il drastico taglio di personale avvenuto in Bungie in questo periodo nero per il settore, ha scosso molto gli equilibri con gli stessi appassionati che si sono chiesti che cosa ne sarebbe stato del loro gioco preferito. Un po’ come una grande e bellissima relazione che va avanti da molti anni, questa montagna russa di emozioni è servita a consolidare le fondamenta tra tutti, sviluppatori e fan.
La prossima frontiera
Con La Forma Ultima arriva anche la conclusione di questo lunghissimo arco narrativo dove oguno è riuscito a ritagliarsi un grado di emozioni e ricordi, tutti diversi, raccolte in clip su YouTube o narrate nei blog.
Negli ultimi mesi la popolarità del gioco è scesa di molto e qui riprendo il titolo di questo intervento: Destiny, forse è ora di salutarci, perché il cinema ce lo ha spiegato in prima battuta, con il post Avengers Endgame tutto è cambiato e questo cambiamento spaventa.
Il pubblico cresce, matura, cambia gusti e aspettative. Nonostante Destiny 2 stia continuando già adesso con piccoli episodi per tenere alta l’attenzione almeno fino al prossimo anno con i nuovi slanci narrativi, forse è ora chiuderla qui, perché come tale anche io sono cambiato e sono arrivato a questo 2024 parecchio stremato da questa avventura, dal vivere una delusione lunga 12 mesi su un contenuto che non mi soddisfi e forse attenderne altri 12 per qualcosa che invece possa piacermi.
Difficilmente dedicherò le stesse centinaia di ore – senza vergogna – a Destiny. Lo giocherò sempre, ma con meno attenzione, lasciando il franchise in mano ai nuovi giocatori, a chi si avvicinerà per la prima volta, augurandogli di provare le mie stesse emozioni e vivere le stesse esperienze, belle o brutte che siano.
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