Sebbene la Disney, legalmente madre dell’altrettanto conosciuta Pixar, si sia data ormai da tempo all’adattamento in live-action dei suoi classici, Pete Docter, direttore creativo di Pixar, non permetterà che lo studio nato nell’86 segua questa strada. In una recente intervista, a Docter è stato chiesto se avrebbe mai considerato di sviluppare versioni live-action dei film Pixar dopo una campagna di fan per assegnare il ruolo del Linguini di Ratatouille a Josh O’Connor (Challengers, The Crown) in un live-action del film.
“No, e so che il fatto di starlo dicendo potrebbe ritorcermisi contro, ma in un certo senso mi dà fastidio,” ha detto Docter nell’intervista a Variety. “Mi piace fare film che sono originali e unici. Rifarlo non è molto interessante, per me personalmente“. Docter ha aggiunto che fare un film live-action su un topo sarebbe difficile perché “molto di ciò che creiamo funziona solo grazie alle regole del mondo animato“. Una considerazione che non deve aver sfiorato la mente della Disney quando realizzarono La Sirenetta in live-action.
“Quindi, se fai entrare un umano in una casa che fluttua, la tua mente dice, ‘Aspetta un attimo. Un momento. Le case sono super pesanti. Come fanno i palloncini a sollevare la casa?’” ha continuato, riferendosi a “Up” del 2009. “Ma se hai un personaggio animato e lui sta lì nella casa, dici, ‘Okay, ci sto.’ I mondi che abbiamo costruito semplicemente non si possono trasporre molto facilmente”. I commenti di Docter sui remake live-action arrivano prima dell’uscita di Inside Out 2, il cui successo al botteghino, secondo il dirigente Pixar, potrebbe determinare il futuro dello studio. “Se Inside Out 2 non andrà bene al cinema, penso che significherà che dovremo pensare in modo radicale a come gestiamo il nostro business” affidando quindi al pubblico il compito di giudicare.
Parte della strategia attuale di Pixar per attirare il pubblico nei cinema, ha spiegato Docter, è cercare di bilanciare la produzione originale con più sequel. “È difficile. Tutti dicono, ‘Perché non fanno più cose originali?’ E poi, quando lo facciamo, le persone non lo vedono perché non lo conoscono,” ha detto. “Con i sequel, le persone pensano, ‘Oh, l’ho visto. So che mi piace.’ I sequel sono molto preziosi in questo senso“. Docter ha aggiunto “D’altra parte, i live-action sono quasi più difficili degli originali perché non possiamo realizzare di nuovo la stessa idea. Dobbiamo svilupparla, si spera, in modi che le persone non si aspettano“. E lo afferma in un periodo stracolmo di live-action in programma e in uscita, come il film su Mufasa o l’attesissimo live-action di Dragon Trainer, tra i progetti della Dreamworks.