Se si volesse ridurre estremamente all’osso la carriera e la figura di Johnny Depp si potrebbe dire che l’interprete di Edward mani di forbice è una persona multipotenziale. Un termine, questo, entrato ormai nel gergo collettivo e che indica una persona che ha svariati interessi e molteplici talenti, anche in settori diversi. Ecco allora che se tutti siamo abituati a pensare a John Christopher Depp II “solo” come un attore rischiamo di limitare la sua verve artistica. Musicista, cantante e pittore, Johnny Depp nel corso degli anni ha dimostrato di avere una passione per tutto ciò che gli permette di esprimere se stesso e il suo estro.
Un percorso pieno di tentativi e passioni che lo ha portato anche a passare dall’altra parte della macchina da presa e ad avventurarsi nel non sempre facile mondo della regia. Il primo tentativo risale al 1988 e al cortometraggio The every cake, Neil, ma anche in ambito registico Johnny Depp ha dimostrato di non volersi fermare a un solo genere o a una sola sperimentazione: ecco allora che alla regia di corti e lungometraggi, l’attore nato il 9 giugno 1963 ha alternato anche regie dei videomusicali di Vanessa Paradis, ex compagna dell’attore e madre dei suoi due figli. Ma ha senso che Johnny Depp provi davvero la carriera da regista?
L’esperienza de Il coraggioso
Nel 1997 Johnny Depp si sente pronto per tentare la carriera da regista. Accetta di dirigere The Brave – Il coraggioso, una sorta di neo-western tratto dall’omonimo romanzo di Grehory Mcdonald. Il film, in realtà, aveva una storia già prima che subentrasse Johnny Depp. La sceneggiatura scritta da Paul McCudden venne opzionata nel 1993 da due giovani produttori che avevano appena fondato la Acappella Pictures, che decisero di lavorare con Aziz Ghazal, che aveva opzionato il romanzo d’origine ed era stato scelto come regista, sebbene non avesse alcuna esperienza alle spalle. Nel 1993, però, a pochi giorni dall’inizio della produzione, Ghazal uccise la figlia tredicenne e la moglie, prima di togliersi la vita. The Brave, a questo punto, sembrava essere destinato a non vedere mai la luce, finché nel quadro generale non fece il suo ingresso Johnny Depp. L’attore non apprezzava particolarmente la sceneggiatura che gli era stata proposta ma l’idea di un uomo disposto davvero a tutto pur di potersi prendere cura della propria famiglia era qualcosa che lo commuoveva e lo interessava.
Per questo Johnny Depp accettò di prendere parte al film, di finanziarlo coi propri soldi e di essere l’interprete principale per poter garantire comunque degli incassi. The Brave – Il coraggioso venne presentato, in concorso, al Festival di Cannes, dove venne massacrato dalla critica. La storia di un uomo che accetta di morire in uno snuff movie per 50.000 dollari da destinare alla sua famiglia venne accolto come un film torbido, inutile e che aveva trovato il suo posto a Cannes solo perché Johnny Depp ne era il protagonista. Le titubanze dei distributori così come le critiche sempre più feroci contro il film spinsero Johnny Depp a non voler dare a The Brave – Il coraggioso una distribuzione canonica negli Stati Uniti, tanto che oggi il film non esiste su nessuna piattaforma ed è stata vista soprattutto da appassionati, fan dell’attore e collezionisti. Al punto che, negli Stati Uniti, molti giovani spettatori sono convinti che sarà il film Modi a segnare il debutto alla regia dell’attore. Di fatto, è come se The Brave – Il coraggioso non fosse mai esistito. Johnny Depp ha sempre ammesso di essersi divertito a fare il regista, soprattutto perché prevedeva un carico di lavoro sul set nettamente inferiore a quello che gli veniva richiesto come attore; ma all’epoca la delusione legata al suo debutto fu troppo forte, al punto che Depp decise che per il momento aveva chiuso con la regia.
Un’aspirazione e una necessità
Naturalmente se oggi siamo qui è perché l’addio di Johnny Depp alla regia non è stato definitivo. Ma perché l’attore ha scelto proprio questo momento per mettersi di nuovo dietro la macchina da presa e tentare di nuovo di essere preso di mira dalla critica? Forse l’elemento principale è da ricercarsi nella vita privata dell’attore. Come ormai sanno anche i sassi, infatti, Johnny Depp è stato alle prese per moltissimo tempo con la querelle legale che lo ha visto contrapposto all’ormai ex moglie Amber Heard. Accusato di essere un uomo violento, di aver picchiato la moglie e di essere un fardello per chiunque spartisse il proprio tempo con lui, Johnny Depp si è dovuto occupare prima di tutto di ripulire la sua reputazione, di dimostrare davanti alla legge di non essere il mostro che veniva rappresentato. Al di là del pensiero personale di ognuno di noi, Johnny Depp ha dimostrato per vie legali che l’ex compagna lo aveva diffamato, raccontando e manipolando informazioni con l’intento di danneggiarlo.
Cosa che è avvenuta. Mentre combatteva per la propria dignità, Johnny Depp si è visto voltare le spalle da quella stessa Hollywood che tanto a lungo l’aveva messo sul piedistallo, sebbene gli accessi dell’attore (su alcol e droga) fossero alla luce del sole e sotto gli occhi di tutti. Costretto a dare le dimissioni dalla saga fallimentare di Animali Fantastici e Dove Trovarli, “cacciato” dalla Disney che gli ha tolto gli abiti di Jack Sparrow e diventato un vero e proprio paria di Hollywood che persino i festival avevano paura a invitare, Johnny Depp può aver scelto di prendere in mano la situazione, accettando così di tornare nel mondo del cinema con le proprie regole. Invece di sottostare alle paure, ai dubbi e ai sospetti di un regista, Johnny Depp potrebbe aver più facilmente scelto di essere lui il regista, il capo, colui che prendeva le decisioni, in modo da non essere più alla mercé di nessuno. Una volontà che l’attore aveva reso cristallina durante la conferenza stampa di presentazione di Jeanne Du Barry al Festival di Cannes, in cui l’attore interpretava Luigi XV. Interrogato sull’atteggiamento che il mondo della settima arte aveva avuto nei suoi confronti, Johnny Depp rispose: “Non mi sento boicottato, perché non penso a Hollywood. Non ho più bisogno di Hollywood“.
Cosa aspettarsi da Modi
Prodotto, tra gli altri, dalla casa di produzione di Andrea Iervolino e Lady Bacardi (che hanno continuato a lavorare con Johnny Depp anche durante i passaggi più tempestosi delle sue beghe legali), Modi è il film che riporta l’attore dietro la macchina da presa. Come si intuisce dal titolo, il film – che potrebbe essere uno dei titoli presenti alla prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – racconta settantadue ore nella vita dell’artista Modigliani, che è interpretato dall’attore italiano Riccardo Scamarcio. Si evince ancora di più il desiderio di Johnny Depp di allontanarsi di Hollywood, di rimanere ben distante da quel tipo di sistema pronto a divorare anche la mano che, fino a un attimo prima, l’aveva nutrito. Modi è sorretto da un cast molto ricco – compreso Al Pacino – e si pone come uno sguardo indagatore nella mente di un artista e di un uomo in lotta con se stesso. È lecito forse aspettarsi che tramite Modigliani Johnny Depp voglia raccontare anche un po’ di sé, del suo concetto di arte, del suo rapporto con la critica, un po’ come aveva fatto l’amico Tim Burton quando con Big Eyes aveva affrontato anche le delusioni legate al suo modo di percepire l’arte. Sarà comunque interessante comprendere se, dopo l’insuccesso globale di The Brave, Johnny Depp riuscirà davvero a mettere il primo passo sulla scala che potrebbe portarlo ad abbandonare la carriera da attore per dedicarsi a quello di metteur en scene.
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