C’è una linea sottile che separa ogni film su Batman, lo stesso velo di domande che accompagna da sempre la trasposizione su grande schermo del personaggio di Bob Kane e Bill Finger. Di quanti film abbiamo bisogno per spiegare la contorta psicologia di Bruce Wayne? Le abbiamo sentite tutte: dicotomia, maschera e alter-ego, nemesi contro nemesi, anti eroe, bisogno continuo di scorgere il male. Gli argomenti trattati sono talmente tanti che qualche volta sentiamo ancora la mancanza della spensieratezza di Adam West o della serie animata con la sigla di Cristina D’Avena. Ma è stato davvero detto tutto su Batman? Secondo Matt Reeves e buona fetta della Warner, no. Basta aggiungerci un The all’inizio e le domande si ripetono. Scopriamo perché.
Il bruco e la farfalla
La storia è sempre la stessa: quando il bruco sta per morire, in realtà sta per volare. Una frase che funziona con molti film, ma non con tutti; una massima associabile a molti personaggi sul grande schermo… ma non a tutti. Con l’avvento dei social e la conseguente crescita degli spoiler, un altro detto popolare ormai riempie la mente dei produttori di Hollywood e company: basta che se ne parli. Ma è davvero così? È giusto nutrirsi di qualsiasi informazione perché tutte le opinioni, per quanto non condivisibili, vanno ascoltate? Facciamo un esempio ispirato sempre al mondo dei supereroi: Spiderman – No Way Home.
Prima dell’uscita l’attesa maggiore non era per la trama in sé per sé o il prosieguo del MCU, ma per l’avverarsi o meno delle teorie dei fan e il nuovo sport estremo preferito dei cinefili non era più guardare e giudicare il film, ma cercare rimandi e complotti nelle immagini ufficiali. E se quelle non fossero bastate, c’erano comunque quelle leakate. Ancora una volta i social, il bruco che sta per morire; e poi le opinioni, la farfalla che fuoriesce.
Subito dopo l’annuncio del film di Matt Reeves, due domande hanno riempito il web. La prima: abbiamo davvero bisogno di un altro film su Batman? La seconda: può davvero Robert Pattinson imitare Dracula e da Vampiro diventare Pipistrello?
Ci vediamo all’inferno, Robert!
Partiamo dal secondo quesito. Molti hanno storto le labbra davanti alla scelta di Robert Pattinson nel ruolo del vigilante mascherato, ma Robert ha deciso di rispondere a tutti nel trailer del film. Quando Selina, interprete di buona fetta dei fan, gli chiede: “Chi sei sotto la maschera?” E lui, memore delle solite critiche, risponde: “Io sono vendetta”. Sono bastate le prime indiscrezioni per dare il via a meme e battute, di cui la più gettonata resta: ma non è che è un crossover? Sono bastate le prime news per osservare su internet il crescente numero di immagini photoshoppate di Jacob travestito da Enigmista e la scritta: “Ci vediamo all’inferno, Robert!”. Ne ha parlato chiunque, anche chi è interessato al cinema quanto una mosca a un paese di stitici. Ma tanto le opinioni vanno comunque ascoltate, il problema restano le domande e le risposte.
Tutti si sono chiesti come mai l’attore di “Twilight” sia stato scelto, come se non avesse un nome ma un’etichetta. Succede a Hollywood. Succede quando bisogna dar retta a tutte le opinioni. Ma buona parte sembra non volersi porre il quesito più importante: perché Pattinson non può interpretare il crociato incappucciato? Analizziamo la sua carriera oltre Stephenie Meyer. Remember me, Come l’acqua per gli elefanti, Cosmopolis, Tenet, Le strade del male: siamo davvero sicuri che Robert abbia ancora bisogno di dimostrare il suo talento? E se la colpa non fosse sua, ma di chi piuttosto si schifa del bruco e non aspetta la farfalla?
Che ne dite di un’altra trilogia?
Torniamo al primo quesito: serve davvero un altro cinecomic su Batman? Cominciò Leslie Martinson con Adam West nel ‘66, ma poi toccò al terzetto Burton/Warner/Keaton riscrivere le origini di Bruce Wayne e anche lì in principio fu il caos, perché al pubblico la scelta di Michael Keaton proprio non andava giù e le azioni della Warner crollarono a Wall Street.
Poi Joel Schumacher che ancora oggi si pente di alcune scelte e di nuovo le origini del Cavaliere Oscuro con la firma di Nolan, che Heath Ledger a parte… qualche critica l’ha vissuta anche lui, compreso Christian Bale. Perché per i fan non esiste il Batman perfetto. È un po’ come la storia delle madri che di fianco al loro figlio unico non accettano nemmeno Claudia Schiffer. Ma stanchi delle origini e dopo aver sviscerato il Joker in ogni salsa, il marketing ha capito che può puntare sui cattivi perché psicologia + crime = si vende.
L’equazione funziona e allora basta raccontare i dolori non troppo latenti del sorvegliante e scegliere un villain senza poteri, ma dalla psiche labile e il quoziente intellettivo di Stephen Hawking, per aumentare lo sbigliettamento e far parlare il web. Di sicuro basta per battere cassa e infatti il trailer di “The Batman” , subito dopo quello di Spider-man, ha raccolto like e follow in tutto il mondo. È vero, non si risponde a una domanda con una domanda, ma magari un enigma è accettabile. Provate a risolverlo voi.
Indovina, indovinello, chi non vuole che il vampiro diventi pipistrello? Pattinson e la sua carriera o il solito fan dietro la tastiera?
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