Dune – Parte Due è stato girato negli studi cinematografici ungheresi per ricreare l’atmosfera battagliera delle scene d’azione, la location del deserto giordano del Wadi Rum ed in quello di Rub al Khali in Arabia Saudita e, per alcune sequenze con protagonista la confraternita delle Bene Gesserit, è stata utilizzata la Tomba Brion in provincia di Treviso.
Finalmente, dopo tanti rimandi, Dune – Parte Due arriva nelle sale italiane. Secondo capitolo dell’adattamento cinematografico della saga letterarie di Herbert ad opera di Denis Villeneuve. Il primo capitolo si era concluso con Paul Atreides che fugge nel deserto di Arrakis insieme alla madre Lady Jessica. Il sequel del film riprende da dove ci eravamo lasciati. Il giovane duca di Casa Atreides a fianco del popolo dei Fremen, inizia una guerra di vendetta contro la casa degli Harkonnen, che aveva insidiato il suo pianeta natale.
Nel suo Dune, lo scrittore Frank Herbert ha partorito un mondo estremamente vasto e complesso. Una delle grandi sfide registiche di Dune non è soltanto raccontare in modo esaustivo le vicende epiche, ma anche rendere visivamente i luoghi e le ambientazioni immaginate da Herbert.
Per le scene d’azione e di battaglie sono stati sfruttati gli Origo Film Studios, situati in Ungheria, più precisamente a Budapest. Uno spazio libero utilizzabile per la costruzione temporanea di set per scene esterne, permettendo una maggiore flessibilità nella realizzazione delle sequenze d’azione. Questi prestigiosi studi sono stati utilizzati anche nel primo capitolo della saga di Villeneuve, per dare vita alle ambientazioni più futuristiche del mondo di Arrakis.
Quella singolare sabbia rossa che dà un tocco alieno, quasi marziano necessaria a costruire il pianeta Arrakis, altro non è che il deserto Wadi Rum, nella Giordania meridionale, già visto nel primo capitolo. La Giordania, fa sembrare ognuna di quelle formazioni rocciose come una sorta di opera d’arte indipendente, scolpita dalla natura, in grado di rivaleggiare con le cattedrali medievali o rinascimentali di tutta Europa. Nel dettaglio, si tratta del deserto di Al Siq vicino a Wadi Araba, un po’ più lontano rispetto al Wadi Rum, ed è un altro luogo sorprendente, con formazioni rocciose e canyon semplicemente maestosi. Fotogenici e potenti.
Per ricreare Arrakis non è bastato il deserto giordano. Ci sono anche pizzichi di granelli di Abu Dhabi. Il deserto del Rub al-Khali è uno dei deserti più estesi del mondo. Si trova principalmente in Arabia Saudita, ma si estende anche negli Emirati Arabi Uniti, in Oman e nello Yemen. Conosciuto per le sue impressionanti dune, copre un’area di circa 650.000 km², rendendolo uno dei più grandi deserti di sabbia continui al mondo. L’unione tra i paesaggi di Abu Dhabi e il Wadi Rum, molto simili tra loro, contribuiscono a ricreare alla perfezione l’aspetto di Arrakis.
Le necessità di trovare nuove location, e nuovi set erano fortissime. Quindi Patrice Vermette, lo scenografo, ha dovuto progettare nuovi veicoli e nuovi ambienti. “La cosa bella rispetto alla Parte Uno è che tutti conoscevano le linee di confine e la tavolozza dei colori, quindi non abbiamo dovuto ridefinire questi elementi, ma semplicemente usare il linguaggio molto specifico che era già stato testato“. Tra le nuove location decise dalla troupe ce n’è una davvero sorprendente, perchè ha il sapore del nostro tricolore. In Italia, infatti, la troupe ha trascorso pochi giorni in una location molto particolare come il memoriale Brion situato ad Altivole nelle zone di Treviso. Complesso funebre monumentale progettato dall’architetto Carlo Scarpa, il quale ha caratterizzato il tutto con uno stile modernista che contrasta alla perfezione i numerosi paesaggi naturali di Arrakis.
Su questa location di Dune – Parte Due la produttrice Tanya Lapointe ha rivelato: “È stata l’ispirazione per la maggior parte dell’architettura Caladan nel primo film, ma non abbiamo mai girato lì“. Per il secondo film, Patrice Vermette dopo aver contattato la famiglia Brion ha chiesto se fosse possibile girare sul posto. La famiglia aveva già aveva letto Dune di Frank Herbert e amato il film diretto da Denis Villeneuve, così ha dato il permesso. Lo scenografo ha poi aggiunto: “L’unica cosa che abbiamo cambiato è stata l’aggiunta di alcuni mobili per creare l’ufficio della principessa Irulan. Per il resto, era così bello che non c’era nulla da fare“.
Uno dei set preferiti di Denis Villenuoeve è stata la Grotta degli Uccelli, pensata per essere scolpita nelle rocce dove nidificano gli uccelli. Rappresentava una sorta di rifugio dei Fremen, il regista ha trovato il luogo molto poetico, nonché uno dei set più belli che abbia mai visto. A detta della produzione, Dune – Parte Due, è più grande del primo capitolo, con il 40% di set in più.
Il primo capitolo aveva diviso nettamente gli spettatori tra chi l’ha considerato piatto e troppo introduttivo, e chi lo ha adorato perché, ha potuto immergersi nella sua storia comprendendo ogni cosa. Questo secondo capitolo della storia di Paul Atreides ed il suo legame con i Framen sorprenderà per la sua enorme spettacolarità di ambienti e scene d’azione da far accelerare il battito, ma non solo, farà anche riflettere sulla condizione del mondo, l’ambiente, e lo status sociale attuale.