Le scene della bambina all’interno di La Zona d’Interesse sono particolarmente criptiche ed enigmatiche e, per questo motivo, necessitano di una spiegazione. In queste sequenze, ambientate di notte e realizzate con un effetto simile al negativo, vediamo una ragazzina nascondere del cibo tra la terra o in mezzo ad un mucchio di foglie per poi tornare a casa propria, dai genitori. Questa ragazza è in realtà una persona realmente esistita che abitava vicino al campo di concentramento di Auschiwtz ed era solita aiutare i prigionieri lasciando loro delle vivande.
Per spiegare a dovere quella determinata scena, dobbiamo prima tornare indietro e contestualizzarla all’interno del film. Infatti, La Zona d’Interesse è ambientato nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale e segue la storia di Rudolf Höss, il comandante del campo di concentramento di Auschwitz, sua moglie Hedwig e i loro cinque figli mentre trascorrono le giornate all’interno della cosiddetta area di interesse attorno al campo, completamente ignorando l’orrore che sta avvenendo alle loro spalle.
Ad alternare le scene di quotidianità della Famiglia Höss, in alcuni momenti possiamo osservare una ragazzina raccogliere delle mele e delle pere per poi incamminarsi verso il campo di concentramento di Auschwitz, lasciando la frutta nascosta tra la terra o in mezzo ad un mucchio di foglie.
Successivamente, la vediamo salire sulla sua bicicletta e rientrare a casa, dove ad aspettarla sono presenti i suoi genitori. Qui scopriamo che la bambina e la sua famiglia sono polacchi e parlano lo yiddish, lingua utilizzata generalmente dagli Ebrei, e che quindi si stanno nascondendo dai Nazisti. Il giorno dopo, vediamo la bambina suonare al pianoforte un brano scritto su un pezzo di carta trovato la sera prima, vicino al campo di concentramento.
Come spiegato proprio dal regista stesso in un intervista, la bambina è ispirata ad Aleksandra Bystroń-Kołodziejczyk, una donna polacca che a 12 anni faceva parte della resistenza polacca nota come “Związek Walki Zbrojnej“, ovvero Unione per la lotta armata. Questa organizzazione armata clandestina venne creata dopo l’invasione della Polonia da parte della Germania e dell’Unione Sovietica, nel 1939. Insieme a sua sorella, Aleksandra aiutava i prigionieri fornendogli cibo, medicine e messaggi segreti.
Morta nel 2016, Aleksandra viveva nella casa in cui il film è girato. Il regista ha inoltre dichiarato che il vestito e la bicicletta utilizzati dall’attrice appartenevano entrambi ad Aleksandra. Anche la scena in cui la bambina trova un brano musicale è successo nella realtà. Infatti, venne scritto da un prigioniero di Auschwitz, chiamato Thomas Wolf, che sopravvisse alla Seconda Guerra Mondiale. Dal 1943, Aleksandra ha lavorato presso l’ufficio di controllo dei salari giornalieri di una miniera. Dopo la guerra, si diplomò in una scuola tecnica ma non proseguì gli studi.
Considerata una delle scene più importanti del lungometraggio (qui la nostra recensione), è l’unica scena dove possiamo vedere un bagliore di speranza e di fiducia verso il genere umano. E proprio per questo motivo, Glazer ha deciso di renderla completamente diversa dal resto del film. Infatti, il regista ha utilizzato una termocamera, una particolare telecamera di sorveglianza utilizzata dai militari, ufficialmente classificata come arma.
La Zona d’Interesse è il nuovo film di Jonathan Glazer (Under The Skin), prodotto dalla casa di produzione statunitense A24 ed uscito nei cinema italiani il 22 febbraio 2024, grazie ad I Wonder Pictures. Considerato da Steven Spielberg come il miglior film sull’Olocausto, il lungometraggio ha partecipato alla 76esima edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria, ed ha ottenuto cinque candidature ai Premi Oscar 2024. La cerimonia si terrà nella notte dell’11 marzo e voci di corridoio dicono che la Rai avrà l’esclusiva per la trasmissione.