È JeremyAllenWhiteMania. L’attore, dopo essere stato protagonista di un focoso spot di Calvin Klein e, soprattutto, aver convinto tutti con la sua interpretazione di Carmy nello splendido The Bear, è diventato un forte argomento di conversazione, un vero e proprio trend topic. Fresco di vittoria del Golden Globe e dell’Emmy alla migliore interpretazione maschile per il suo chef “costretto” a tornare a casa per prendere in mano l’attività familiare, Jeremy Allen White ha acceso ufficialmente su di sé i fari della fama, sebbene il suo talento fosse già stato notato ai tempi di Shameless, serie tv in cui interpretava il personaggio di Philipp “Lip” Gallagher.
Un personaggio che, proprio con Carmy, ha così tanti punti in comune da spingere l’attore ad aver paura di rimanere incastrato nella stessa maschera, nello stesso ruolo, per tutta la sua carriera. Ma è davvero così? Carmy e Lip sono davvero lo stesso personaggio? Quali sono gli aspetti che hanno in comune? Quali sono, invece, quelli che li rendono più diversi?
Casa dolce casa
Uno degli episodi più belli che abbiamo visto nel corso del 2023 è stato senza dubbio Fishes, il sesto della seconda stagione di The Bear. Un episodio fiume, che pare più un film che una “semplice” puntata. Ottanta e passa minuti di una riunione familiare natalizia che lungi dal mettere in scena il tradizionale e patinato Natale made in USA porta lo spettatore all’interno di una famiglia disfunzionale, violenta, piena di rancore e cose non dette. Un vero e proprio girone infernale da cui Carmy Berzatto vuole scappare, a cui non vorrebbe partecipare e al quale però partecipa lo stesso, seguendo le tradizioni della madre (una straordinaria Jamie Lee Curtis) o assistendo agli attacchi d’ira del fratello maggiore (un altrettanto incredibile Jon Bernthal).
La prima stagione di The Bear iniziava quando Carmy era costretto a tornare a Chicago, dopo essere diventato chef stellato, per prendere in mano le redini del ristorante del fratello, morto suicida. Già da quei primi momenti lo spettatore aveva avuto modo di intuire quanto disastrata fosse la famiglia a cui Carmy non voleva tornare. Ma è soprattutto con la seconda stagione e con Fishes che vediamo quanto i Berzatto siano una famiglia malsana, distrutta ancor prima che la tragedia arrivasse a minare un equilibrio già di per sé instabile.
I Gallagher, allo stesso modo, sono forse una delle famiglie più disfunzionali che siano mai state mostrate sul piccolo schermo. Guidati – per così dire – da un padre alcolizzato e menefreghista (William H. Macy), i Gallagher sono una banda di ragazzi e ragazzini che non sfigurerebbe tra le pagine di un romanzo di Charles Dickens. Sebbene non ci sia la rabbiosa frustrazione che invece regna in casa Berzatto tra i componenti della famiglia, i Gallagher sono ugualmente sempre sull’orlo di qualche tragedia, di qualche diatriba che porta a litigi, separazioni e problemi.
Lip è il secondogenito di questa nidiata di semi-orfani, un ragazzo estremamente intelligente, che tuttavia non riesce mai a fuggire dalla presa che la famiglia ha su di lui. Le sue decisioni sbagliate, la sua capacità di ossessionarsi in storie che non hanno alcuno sbocco, gli rendono impossibile allontanarsi troppo a lungo dal suo stesso nido. Proprio come Carmy che, per quanto abbia provato a scappare, è finito col tornare in seno alla sua famiglia.
I prodigi nell’anonimato
Un altro aspetto che Lip e Carmy condividono è quello di essere in qualche modo dei ragazzi prodigio.Il primo ha un’intelligenza sopra la norma, mentre il secondo ha un talento che lo ha spinto a intraprendere una carriera di successo. Sono due personaggi che sbocciano all’interno di un giardino malandato, spesso pieno di erbacce, che tendono a riportarli indietro. La differenza, però, sta nel motivo che riconduce i due personaggi sempre a casa, nei bassifondi di una Chicago tentacolare e divoratrice. Se Carmy torna a casa mosso soprattutto dal suo legame col fratello e dal senso di colpa interiorizzato per essere riuscito a sfuggire alle dinamiche dei Berzatto, Lip è più artefice del proprio destino e dei propri sbagli.
Il secondogenito di casa Gallagher è maestro di autosabotaggio, vittima di se stesso e delle sue cattive scelte, tanto che a volte lo spettatore si trova a sospettare che il ragazzo non voglia davvero uscire dalla condizione in cui si ritrova: ogni volta che gli si presenta un’occasione per sfuggire alla sua realtà, infatti, Lip trova il modo per rovinare tutto, come accade ad esempio quando comincia ad avere una relazione sessuale con la sua insegnante. Bisogna inoltre considerare che Lip, sulle proprie spalle, ha una responsabilità maggiore nei confronti della sua famiglia di quanto non l’abbia Carmy. Quando Fiona (Emmy Rossum) non è nei paraggi o non è nella condizione di poter guidare lo sgangherato gruppo dei Gallagher, è Lip il secondo in comando, è Lip che deve trovare un modo per sbarcare il lunario e risolvere a modo suo i problemi che si affacciano all’orizzonte.
Nonostante queste micro-differenze, comunque, Carmy e Lip condividono lo stesso tragico destino di essere personaggi con le abilità e gli strumenti per fare grandi cose e che tuttavia rimangono incastrati in una vita e in una famiglia che non hanno potuto scegliere. In questo senso sono entrambi personaggi fragili, a tratti insicuri del loro valore, che cercano di tirare fuori il meglio dal caos in cui vivono, commettendo al tempo stesso errori e scelte quantomeno discutibili. Sono entrambi prodigi che si muovono nell’anonimato: uno perché rinuncia alla stella Michelin per tornare a casa, l’altro perché non ha mai avuto l’opportunità e il coraggio di fare il grande salto.
Ambizione e accettazione
Forse Jeremy Allen White ha avuto ragione, in un primo momento, a temere che Carmy fosse solo una nuova versione di Lip, perché i due personaggi sono davvero molto simili: potrebbero essere di fatto fratelli cresciuti nello stesso ambiente. Ma ciò che rende il personaggio di Lip e quello di Carmy tanto affascinanti è che non sono solo macchiette, personaggi monodimensionali che rimangono chiusi nei loro schemi. E proprio in questo approfondimento che riguarda tanto l’uno quanto l’altro si deve ricercare ciò che rende i due personaggi interpretati da Jeremy Allen White tanto diversi. Lip e Carmy hanno la stessa origine, si muovono nella stessa periferia, hanno una famiglia con problemi simili.
Eppure è il loro sviluppo a renderli, se non proprio opposti, almeno le due facce di una stessa medaglia. Lip, ad esempio, è estremamente estroverso, affascinante a suo modo, sempre pronto ad andare a letto con la prima donna che gli capita a tiro, senza preoccuparsi di altro, senza dimostrare di voler nemmeno allontanarsi dallo status quo in cui è cresciuto. Carmy, al contrario, è molto introverso, preferisce stare da solo o, al massimo, con qualcuno di cui si fida. Anche in ambito lavorativo, Carmy ha difficoltà a delegare e persino quando è costretto a farlo dimostra di non saper gestire il carico di lavoro e il peso delle relazioni. Inoltre Carmy è un ragazzo con una pulsione quasi ossessiva, che quando si prefigge un obiettivo tende a non pensare a nient’altro, diventando quasi maniacale, al punto da sacrificare anche l’unico e sporadico tentativo di avere una vita romantica e sentimentale, qualcosa cioè che esulasse dal suo lavoro in cucina.
Con tutte le loro similitudini, Lip e Carmy vivono la vita con atteggiamenti diversi: il primo è solare quanto il secondo preferirebbe rimanere nascosto nell’ombra. Il primo è un Don Giovanni senza sforzo, il secondo non riesce a far durare un rapporto più di qualche mese. Tornando dunque al quesito iniziale, Jeremy Allen White non ha interpretato sempre e solo lo stesso personaggio. A voler essere puntigliosi si potrebbe dire che forse ha interpretato diverse versioni di un’idea narrativa di personaggio che poi è evoluto seguendo strade molto diverse e distinte. Carmy e Lip si somigliano, ma non sono la stessa cosa. Sono soprattutto personaggi che hanno in comune il fatto di essere stati interpretati da un attore che sta ricevendo finalmente il riconoscimento che merita.
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