Era il 2000 quando le protagoniste di Galline in fuga volavano verso la libertà, facendo spiccare il volo anche alla Aardman con il film realizzato in stop motion più redditizio di sempre. 23 anni anni dopo la casa di produzione di Wallace e Gromit ci riprova, riportando sullo schermo le pennute in plastilina animate in claymation con il sequel.
Distribuito da Netflix, che ancora una volta conferma la sua volontà di investire su prodotti d’animazione il film, come vedremo nella nostra recensione di Galline in fuga – L’alba dei nugget, è una spassosa commedia in cui lo humor inglese fa da padrone e che, pur ricalcando in parte l’avventura precedente, ci ha incanta con il suo affascinante stile d’animazione.
Galline in fuga: L’alba dei nugget
Genere: Animazione, commedia
Durata: 97 minuti
Uscita: 15 dicembre (Netflix)
Cast vocale: Zachary Levi, Thandiwe Newton, Bella Ramsey, Miranda Richardson
Una storia senza troppi guizzi, ma che funziona
Dopo essere scappati dalle grinfie della terribile Signora Tweedy, Gaia, Rocky e le altre galline hanno trovato la loro oasi di pace in mezzo alla natura, dove vivono finalmente in tranquillità senza essere minacciati dall’uomo. Quando Gaia e Rocky diventano genitori della vivacissima Molly dovranno però fare i conti con il desiderio di libertà che caratterizza la figlia, curiosa di scoprire cosa ci sia fuori dal loro piccolo mondo. Avventurandosi da sola lontano da casa, la giovane Molly si ritroverà inconsapevolmente in un allevamento intensivo dove i suoi genitori e le altre galline, arrivati per salvarla, incontreranno di nuovo una loro vecchia e terribile conoscenza.
Galline in fuga: L’alba dei nugget intrattiene e diverte grazie a una storia lineare e semplice – il film si sviluppa su circa un’ora e mezzo, anche se da essa emergono grandi trovate sul fronte narrativo. L’innesco dell’azione nasce da un conflitto genitori-figlia abbastanza prevedibile, i primi iper-protettivi la seconda alla ricerca del proprio posto nel mondo, e che si risolve senza troppi guizzi. Lo stesso arco dei personaggi si sviluppa senza colpi di scena ed è funzionale a portare avanti quelle gag un po’ slapstick che caratterizzavano anche il primo film, oltre che svariate trovate visive. L’animazione in claymation è infatti, come in qualunque altro film della Aardman, la vera protagonista della vicenda.
Il potere di un’animazione artigianale
Galline in fuga: L’alba dei nugget rispecchia un modo di fare cinema praticamente artigianale e che, per vocazione, sceglie di puntare sull’esagerazione e non sulla ricerca del realismo. Pensiamo che per animare un singolo frame in claymation ci vogliono circa quindici minuti (se siete curiosi potete trovare su YouTube dei video in cui gli animatori mostrano il loro lavoro sul film); Galline in fuga: L’alba dei nugget ha una durata di 97 minuti. Questo ci dà un’idea della portata del lavoro che c’è dietro a un prodotto come quello realizzato dalla Aardman, in cui forse sono le colorate galline in plastilina e il mondo smussato in cui si muovono il pretesto per raccontare una storia, non il contrario.
Una storia che, nella sua semplicità, riesce comunque a lanciare un messaggio chiaro. Galline in fuga: L’alba dei nugget, anche se con meno veemenza rispetto al suo predecessore, porta con sé osservazioni di un certo peso criticando direttamente il sistema degli allevamenti intensivi e accompagnando lo spettatore a una riflessione sulla provenienza del cibo che mangia, senza però scadere nel tetro – anche per questioni legate al target. Qualcosa che è possibile fare grazie a un film che, con i suoi personaggi caricaturali e le sue ambientazioni da libro illustrato, ci astrae dal reale pur raccontandoci tanto del nostro mondo. E se non è cinema d’animazione questo. Quindi forse sì, questo sequel potrebbe risultare meno originale rispetto al primo capitolo sul fronte prettamente narrativo ma ha il coraggio di conservare e portare avanti l’idea originaria del progetto – oltre che della casa di produzione stessa, la cui anima è l’animazione in stop motion. Qualcosa che ci fa sempre battere un po’ il cuore.
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La recensione in breve
Nonostante un intreccio prevedibile, Galline in fuga: L'alba dei nugget diverte e intrattiene, grazie soprattutto a un'animazione in stop motion che è una vera e propria opera d'arte.
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Voto ScreenWorld