Prima ancora della genesi della pluripemiata e mastodontica trilogia de Il Signore degli Anelli firmata da Peter Jackson, l’animatore americano con origini israeliane Ralph Bakshi aveva provato nel 1978 a dare una dimensione audiovisiva all’opera letteraria di J.R.R. Tolkien. Lo ha fatto con un film d’animazione grottesco e sperimentale, ma anche incompiuto, e proprio per questo (forse) poco conosciuto. Scopriamo perché.
Il film del 1978 ebbe una produzione burrascosa e anche parecchio sfortunata. Nel 1969 i diritti del romanzo del celebre scrittore inglese furono acquistati dalla United Artists, che affidò la realizzazione di un possibile adattamento in live action al cineasta John Boorman. Questi scrisse una sceneggiatura di 700 pagine che presentava una storia molto diversa rispetto a quella del romanzo, con nuove parti non presenti nel libro. Il risultato fu immediatamente bocciato dalla casa di produzione e il regista venne licenziato. Nel 1974 Ralph Bakshi si interessò al progetto lasciato in sospeso da Boorman, con l’intenzione di trasporre una versione più fedele all’opera di Tolkien.
Dopo il via libera ottenuto dalla United Artist, l’autore israeliano contattò il produttore Saul Zaentz (che aveva finanziato il suo esordio con Fritz il Gatto), convincendolo a girare un adattamento animato in rotoscopio diviso in due parti e con la sceneggiatura di Chris Conkling e Peter S. Beagle. Il Signore degli anelli vide la luce nel 1978 (grazie alla Warner Bros che acquisì i diritti distributivi), incassando 30 milioni di dollari a fronte dei 4 milioni dei costi di produzione, ma ottenendo un’accoglienza moderata.
Il film d’animazione di Bakshi segue le vicende del primo romanzo, La Compagnia dell’Anello, e metà de Le due Torri, poiché, come accennato precedentemente, la pellicola era la prima parte di un’opera divisa in due. Il secondo film doveva incominciare dove il primo finiva, ossia alla battaglia del Fosso di Helm, e rimandare agli eventi mancanti de Le Due Torri e a quelli del terzo capitolo, Il Ritorno del Re. Ma nonostante l’idea, la realizzazione del sequel fu accantonata a causa dell’insuccesso -a detta della produzione- del primo lungometraggio. Il Signore degli Anelli animato rimase, dunque, un progetto incompiuto.
Malgrado la sua infelice storia, il lungometraggio di Bakshi è diventato con gli anni un vero e proprio cult nascosto, che ha ispirato non solo moltissimi film d’animazione a seguire, ma anche la gigantesca trilogia di Peter Jackson, il quale lo ha definito come “un tentativo coraggioso e ambizioso”.