Quando l’uscita del revival dell’amatissima serie Sex and the City è stata annunciata, seguita dalla notizia che uno dei quattro personaggi principali, la Samantha di Kim Cattrall, non avrebbe fatto parte del cast (dopo aver per altro rifiutato qualsiasi proposta relativa ad un terzo film della “saga”), ci siamo chiesti se valesse davvero la pena rispolverare uno show che sì, a suo tempo era stato cult, ma che forse – così com’era – non sarebbe stato adatto al pubblico di oggi, soprattutto eliminando dalle sue protagoniste quella che era sempre stata la più “progressista”. Come vedremo in questa recensione di And Just Like That, questa nuova serie creata da Michael Patrick King di cui abbiamo visto i primi due episodi (disponibili su Sky e NOW), non ci ha riportato così tanto come speravamo nel mondo di Sex and the City: da una parte è evidente come si sia cercato di attualizzare storia e personaggi (rispondendo anche alle critiche che la serie si è tirata addosso negli anni per essere estremamente poco inclusiva), dall’altra è come se lo show avesse perso – e non ancora ritrovato – una sua identità.
Se Sex and The City era una comedy che portava in scena con ironia tematiche come l’esplorazione della propria sessualità e l’importanza dell’amicizia tra donne, And Just Like That rientra invece a pieno titolo nel _drama_, con qua e là qualche battuta che fa sorridere e stempera la tensione (soprattutto nel secondo episodio, in cui la leggerezza a cui eravamo abituati è completamente assente). Alla domanda se ne sia valsa la pena, quindi, dopo soli due episodi è difficile dare una risposta, ma siamo certi di una cosa: chi si approccia alla visione ricercando esattamente quello che amava di Sex and the City potrebbe rimanere un po’ deluso. E sì, la mancanza di Samantha si fa fin da subito sentire.
Cry Macho (2021)
Genere: Commedia/drama
Durata: 40 minuti circa ad episodio
Uscita: 9 dicembre 2021 (Sky e Now)
Cast: Sarah Jessica Parker, Cynthia Nixon, Kristin Davis, Sara Ramìrez, Nicole Ari Parker, Karen Pittman, Sarita Choudhury
Back in the City
Il primo episodio di And Just Like That si apre in una delle location in cui abbiamo più spesso incontrato le protagoniste di Sex and the City nel corso degli anni: in coda per entrare in un ristorante e poi sedute ad un tavolo, ad aggiornarsi vicendevolmente delle proprie vite. Ed è così che sceglie di iniziare il revival della serie, giustificando subito l’assenza di Samantha (trasferitasi a Londra dopo uno screzio con Carrie) e collocandosi nell’epoca del post-pandemia (le protagoniste addirittura parlano del Covid con una certa nostalgia, rimpiangendo il forzato distanziamento sociale). Ci servono solo pochi minuti per essere messi al corrente di quel che sta accadendo nelle vite del trio protagonista: Miranda (Cynthia Nixon) è alle prese con l’esuberante vita sessuale del figlio Brady e sta per tornare all’università, per prendere un master; Carrie (Sarah Jessica Parker) – ancora innamoratissima di Big – gestisce una pagina Instagram ed è la speaker di un podcast di successo. E Charlotte (Kristin Davis) invece? Da quando al centro della sua vita non ci sono più la ricerca dell’amore (prima) e della maternità (poi), dà il meglio di sé per spronare le sue figlie a raggiungere i propri obiettivi.
And Just Like That prende così il via mettendo sulla strada delle tre protagoniste, e dell’apparente serenità ottenuta negli anni, una serie di ostacoli – di più o meno facile risoluzione – e di nuovi personaggi – a cui in certi casi speriamo venga dato più spazio all’interno dello show – che ribaltano le carte in tavola e cancellano il punto (ancora una volta, visto quanto accaduto durante i due film) dopo il tanto agognato happy ending raggiunto con l’ultimo episodio di Sex and the City.
È possibile svecchiarsi?
Come vi anticipavamo è da subito evidente il tentativo di And Just Like That di svecchiarsi ed avvicinarsi ad un pubblico decisamente diverso rispetto a quello che seguiva Sex and The City fin dalla fine degli anni Novanta. Nel farlo risponde anche piuttosto apertamente alle critiche che lo show si è tirato addosso nel corso del tempo (e di cui abbiamo parlato più nel dettaglio in un articolo in cui ci chiedevamo perché la serie fosse invecchiata così male): via libera quindi a nuovi personaggi LGBTQ+ e POC (person of color), funzionali a dare spazio nella serie a tematiche diverse e decisamente più attuali. Il tutto però stride un po’ nel momento in cui fanno il loro ingresso in scena personaggi come Stanford (Willie Garson) e Anthony (Mario Cantone), ancora particolarmente invischiati nella rappresentazione stereotipata con cui li avevamo conosciuti.
Una cosa che ci ha stupito, dobbiamo ammetterlo, è come da questo revival di Sex and the City sia quasi completamente assente il sesso, in precedenza così centrale: se non in un certo momento del primo episodio, quando durante il podcast Carrie viene bonariamente accusata di essere un po’ “puritana” tra le lenzuola, il tema viene velocemente accantonato. Certo, è anche vero che se all’epoca di Sex and the City parlare in quel modo di sesso poteva sembrare rivoluzionario, l’argomento ad oggi è stato più che sdoganato. Peccato, però, perché ci è sembrata un’occasione persa per cercare di raccontare la sessualità in età avanzata (le protagoniste vanno per i sessanta), un aspetto della tematica che non ha ancora un’ampia rappresentazione. E a questo punto ci sentiamo di ripeterlo, ci fosse stata Samantha le cose sarebbero andate di certo diversamente.
Un revival che non è quello che ci aspettavamo
Che And Just Like That prenda volutamente le distanze da Sex and The City non è necessariamente un difetto. I momenti più drammatici e quelli in cui si trattano tematiche come la gestione del lutto (elemento che siamo convinti sarà centrale per tutta la serie) sono tra i più riusciti dei due episodi visti fino ad ora. Anche se la scelta di rendere così centrale una svolta narrativa particolarmente drammatica, da determinare non solo il tono dato all’episodio ma – prevediamo – all’intero show, va un po’ contro alla leggerezza che caratterizzava la serie originale e potrebbe, con il tempo, rendere le storyline dei personaggi che non hanno direttamente a che fare con quanto accaduto un po’ secondarie. Una sproporzione nello spazio dedicato ai personaggi principali c’era anche prima, ma il cuore della storia è sempre stato il percorso come amiche – non solo come fidanzate e mogli del personaggio maschile di turno – delle protagoniste. La preoccupazione è che, oltre a tradire un po’ le atmosfere di Sex and the City, And Just Like That si trasformi presto in un one woman show.
Se da una parte, quindi, siamo contenti che And Just Like That abbia provato a percorrere una strada in parte nuova, dall’altra ci chiediamo se il fan di Sex and the City – ma anche il nuovo spettatore – troveranno nello show quello che stavano cercando.
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Conclusioni
Il revival And Just Like That ci riporta nella New York di Sex and the City, le cose sono però molto diverse da come ci ricordavamo e da quello che ci eravamo immaginati, e non solo per la mancanza di Samantha tra le protagoniste. Le atmosfere sono cambiate, e la leggerezza della comedy di un tempo ha fatto spazio a momenti decisamente più drammatici. Una scelta vincente? Lo scopriremo nei prossimi episodi!
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Voto ScreenWorld