La serie di One Piece, approdata su Netflix lo scorso 31 agosto, sembra aver convinto praticamente tutti. Fin da subito l’adattamento si è piazzato in testa alla Top 10 della piattaforma streaming su scala globale e, più in generale, tutti i dati sono oltre le più rosee aspettative. Davanti a un successo del genere il pensiero di spettatori e appassionati non può che andare al futuro della serie. Recentemente il Marty Aldestein, CEO di Tomorrow Studios – azienda produttrice del live action – ha dichiarato che lo script per la seconda stagione è terminato. Secondo lui, in una situazione normale, gli episodi potrebbero essere pronti nell’arco di 12-18 mesi.
Due le grandi incognite in merito: quanto si prolungherà lo sciopero di attori e sceneggiatori e le intenzioni produttive di Netflix. Ma come urla Barbanera a Luffy al termine del loro primo incontro: “I sogni degli uomini non moriranno mai”. E noi, come tutti i personaggi di One Piece, siamo pirati sognatori. Quindi, basandoci sull’approccio visto nell’adattamento e su quanto abbiamo letto nel manga, ci siamo lanciati in alcune speculazioni. Ecco cosa ci aspettiamo da One Piece 2, la seconda stagione della serie Netflix.
Un nuovo marinaio alle calcagna
Il primo grande indizio in vista di una seconda stagione della serie arriva proprio dagli ultimi istanti dell’ottavo episodio. Vediamo infatti una figura di spalle, avvolta da una coltre di fumo, intenta a incendiare il manifesto da ricercato di Luffy. Per i conoscitori dell’opera di Oda gli indizi sono già sufficienti: si tratta di Smoker. Il Capitano di Vascello della Marina è d’istanza a Loguetown, non un luogo qualsiasi e neanche nuovo per gli spettatori del live action. È infatti l’isola che si vede nel prologo e in cui è stato giustiziato, 22 anni prima dell’inizio del viaggio della ciurma, Gold Roger.
Da quel momento in poi diventata una sorta di luogo di pellegrinaggio per ogni pirata, l’ultima isola a cui far tappa prima di lanciarsi verso la Rotta Maggiore. Non fanno eccezione Luffy e i suoi compagni. Un luogo ricco di storia e fascino, il ritorno di una vecchia conoscenza vista nel primo ciclo di episodi, la ciurma costretta a fuggire da un membro della Marina con un senso dell’onore pari solo al suo sentimento d’avversità nei confronti dei pirati e al contempo possessore di una tipologia inedita di Frutto del Diavolo (detta Rogia). Con ogni probabilità è da qui che ripartirà la seconda stagione di One Piece.
Un nuovo membro della ciurma
La prima stagione di One Piece ha adattato i primi 95 capitoli del manga. Nella seconda, nel tentativo di dare anche in questo caso un arco narrativo coeso e auto-conclusivo, ci aspettiamo possa coprirne un numero ancora maggiore portando in scena l’intera saga di Alabasta, ancora oggi una delle più belle e riuscite. Per farlo si dovrà passare in modo rapido su alcuni archi narrativi che, se trattati nel modo corretto e con le giuste risorse, potranno comunque regalare grandi soddisfazioni. Lasciata Loguetown la ciurma farà il suo grande ingresso nella Rotta Maggiore.
Non prima però di aver affrontato l’impervia Reverse Mountain – la cui realizzazione a livello scenico potrebbe mettere a dura prova il gruppo di creativi – e aver conosciuto Lovoon, una balena in grado di regalare uno dei momenti più toccanti di tutta l’opera di Oda. Poi verrà il momento di altri due archi: Whisky Peak e Little Garden. Anche qua verrà trovato sicuramente il modo di accorciarli, modificarli (se non accorparli) ai fini di una maggior coesione e scorrevolezza ma che presenteranno alcuni punti fondamentali. Il primo presenta Bibi Nefertari introducendo ufficialmente il Regno di Alabasta e la Baroque Works, l’organizzazione criminale contro cui si dovranno scontrare Luffy e compagni.
Il secondo vede l’introduzione dei Giganti, un popolo di cui ancora non sappiamo molto ma dall’importanza smisurata per il mondo di Oda. Ma se su queste porzioni di trama si può correre e modificare, c’è un arco che scommettiamo verrà reso al meglio. Parliamo dell’arco di Drum Island, ovvero quello che porterà all’ingresso nella ciurma di Tony Tony Chopper, la piccola renna destinata a diventare il medico dei pirati di Cappello di Paglia. Un momento tanto atteso quanto ricco d’insidie, vista la sfida – estetica ed economica – del portare in scena con costanza un personaggio del genere.
Un grande villain
Quello che non potrà mancare alla seconda stagione di One Piece è un grande villain. Arlong, visto nella parte finale del primo ciclo di episodi, oltre a essere stato il primo vero scoglio per Luffy ha dato la possibilità di introdurre alcune tematiche fondamentali per l’opera come il concetto di schiavitù e razzismo. Ma il secondo ciclo avrà bisogno di alzare l’asticella a livello di carisma e presenza scenica. La buona notizia è che quel tipo di personaggio sta arrivando. La saga di Alabasta, il cui corpo principale secondo noi coprirà tutta la parte finale della seconda stagione, non è solo perfetta per portare avanti il discorso legato alla libertà e a un moto di liberazione che nasce dall’anarchia di Luffy. Ha anche il grande pregio di regalarci Crocodile, il capo della Baroque Works.
Un personaggio che a livello di presenza scenica – data da un design creato da un ispiratissimo Oda – e carisma ha pochi rivali nel mondo di One Piece. Crocodile, che verrà con buona probabilità introdotto circa a metà della stagione, avrà il ruolo del grande villain di questo ciclo di episodi. Membro della Flotta dei Sette (come Mihawk), dotato anch’esso di un Frutto del Diavolo del tipo Rogia come Smoker e dotato di una mente criminale raffinata e subdola. Insomma un personaggio che non solo darà grande filo da torcere a Luffy ma che, caratterizzato nel modo giusto e legato a una scelta di casting azzeccata, ruberà la scena agli occhi degli spettatori. Le possibilità per una grande seconda stagione ci sono tutte. Non ci rimane che sederci e guardare con occhi sognanti la Rotta Maggiore che si staglia all’orizzonte.