È un film di dubbi e rimpianti quello di Stéphane Brizé, ultimo film in Concorso di Venezia 80. Lo ammettiamo: dopo quasi dieci giorni in cui si sono susseguite opere di diversa caratura e spessore, chiudere la nostra esperienza al Festival di Venezia 2023 con Hors-saison ci ha fatto uscire dalla sala appagati e commossi. Venezia ci saluta con un bacio d’addio, lo stesso che si danno i due protagonisti del film, figure malinconiche di mezza età che fanno i conti con le decisioni prese nel corso della loro vita, e nel farlo ci lascia la sensazione agrodolce sulle labbra. Quella di una nostalgia già forte di qualcosa che è finito, quella del rimpianto delle scelte prese, quella luminosa di una lezione imparata che si è messa nel nostro bagaglio d’esperienza.
Ci perdonerete, quindi, se questa nostra recensione di Hors-saison vuole raccontarvi prima di tutto l’emozione di un caldo abbraccio che ci ha accompagnato all’uscita della sala, alla fine di un film che ha saputo riempirci il cuore come pochi film in Concorso sono riusciti a fare. Merito di una coppia di attori eccezionali e di una scrittura sopraffina, ma anche di una messa in scena delicata, dove le luci soffuse ci portano in una poetica Francia baciata dal mare. E dove i sentimenti repressi vengono portati in superficie, come onde del mare sul bagnasciuga.
Genere: drammatico
Durata: 115 minuti
Uscita: 8 settembre 2023 (Festival di Venezia)
Cast: Guillaume Canet, Alba Rohrwacher
Non è la trama, ma l’emozione
Hors-saison è un film piccolo e intimo, dove la trama può essere riassunta in poche semplici righe. Il cinquantenne Mathieu (Guillaume Canet) raggiunge un hotel di lusso per passare una settimana in solitaria e fare il punto della propria carriera. Famoso attore di cinema, ha abbandonato improvvisamente un progetto teatrale che poteva aprirgli nuove possibilità, una decisione che potrebbe costargli caro e che lo costringe a riflettere sulla propria identità. Un giorno riceve una chiamata inaspettata da parte di una sua ex-compagna, Alice (Alba Rohrwacher) che non sentiva da tempo. Lei ha quarant’anni, insegna musica, e come Mathieu in questi quindici anni è andata avanti con la sua vita, un matrimonio e dei figli. I due avranno modo di rivedersi, lasciandosi cullare dai ricordi, dalla nostalgia della loro relazione e dai rimpianti delle scelte prese.
Il film di Brizé non punta a una trama complicata e intrigante, tutt’altro. Piccolo nella dimensione (di fatto sono presenti due attori principali e qualche comparsa) e semplice nella messa in scena, Hors-saison punta subito alle emozioni, giocando con i toni, alternando risate e commozione. Con una scrittura basata su dialoghi ben ancorati al reale, quindi spontanei e caotici (e in questo sta la loro bellezza, portando sullo schermo quella leggera confusione nei discorsi che noi stessi facciamo quando siamo seduti al tavolo di un bar), il film coinvolge puntando tutto sulle piccole cose.
Una coppia di attori incredibile
Detta così sembra facile, ma sappiamo benissimo che per reggere questa semplicità c’è bisogno di un cast capace davvero di performance incredibili. Perché, in caso contrario, il rischio è quello di sembrare retorici, artefatti, ricattatori. Fortunatamente, la coppia formata da Guillaume Canet e Alba Rohrwacher ha del miracoloso. I due non solo funzionano nelle scene in solitaria, ma hanno anche un’ottima alchimia tra di loro, facendo percepire in ogni sguardo, in ogni azione, in ogni parola balbettata o sospesa la tensione interiore che li sta divorando.
Dal canto nostro ne percepiamo la goffaggine e la felicità del ritrovarsi, ma anche l’indecisione dell’approccio e la sincerità che ne scaturisce. Perché dove Hors-saison vince davvero la lotteria è nel far percepire al pubblico, attraverso il non detto, tutto il passato dei protagonisti. La loro storia passata viene solo suggerita, eppure sembra di conoscerla. Capiamo tutto ciò che turbina dentro di loro, senza mai avere la sensazione di assistere a qualcosa di esagerato e artefatto.
Il tempo che fugge e va
Amori perduti e ritrovati, che hanno attraversato la vita come il vento tra i capelli. Memorie e sentimenti che tornano a riva portati dalle onde, lasciando la schiuma del loro passaggio sulla sabbia. Descrivere a parole un film come Hors-saison significa provare a mettere nero su bianco l’indicibile dei sentimenti personali. Storie di finzione che trovano un legame universale. Perché quando si affronta lo scorrere del tempo non si può fare a meno di rivivere una vecchia relazione, riportando alla mente i bivi personali intrapresi nella nostra vita.
E non sorprende, quindi, che il titolo, fuori stagione, che sottolinea l’inaspettato ritorno di qualcosa che dovrebbe essere passato, di un incontro breve che non doveva avvenire e invece è accaduto, di qualcosa che sembra porsi fuori dal tempo, dona quel senso di eccezionalità, di sorpresa. Che può anche ritrovarsi nei confronti di un addio, che lascia il rimorso della separazione e il calore del tempo ben speso.
E voi cosa ne pensate di questo? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo la recensione insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!
La recensione in breve
Hors-saison è un perfetto bacio d'addio per il Concorso di Venezia 2023. Interpretato da due attori magistrali, il film di Brizé colpisce per la semplicità e l'efficacia, dimostrandosi un'opera delicata e rarefatta sull'amore, sul tempo passato, sui rimpianti e sulle scelte prese nella vita. Un piccolo e intimo gioiello che colpisce per la sua naturalezza.
-
Voto ScreenWorld