A novembre farà molto caldo. E per una volta il riscaldamento globale non c’entra niente. A novembre si torna negli aridi deserti di Arrakis. Dune: Parte 2 arriverà nei cinema italiani il prossimo 1 novembre. Tutto annunciato dal primo teaser, il primo trailer e dalla prima locandina del sequel di Denis Villeneuve.
Un’ondata di immagini che assieme a tanta sabbia ha sollevato la voglia di tornare in quell’universo fatto di ambizione, intrigo, vendetta e soprattutto pura estasi visiva. Puro cinema da vivere in sala davanti allo schermo più grande possibile. Abbastanza largo da ospitare vermi giganti, astronavi maestose, palazzi geometrici, eserciti e tribù.
Due anni dopo quella bella premessa di Dune – Parte 1, questo sequel deve mantenere una promessa. Quella di una nuova grande saga, capace di appassionare e coinvolgere il pubblico. Un’impresa non facile in questi tempi così incerti per il cinema al cinema. Un’impresa in cui noi crediamo senza remore. Ecco tre motivi perché non vediamo l’ora di sentire caldo di nuovo. Ecco perché abbiamo tanto bisogno di Dune 2.
1. Fidarsi del pubblico
Se sono in tanti a pensarlo, un motivo ci sarà pure. Il paragone è quello tra Denis Villeneuve e Christopher Nolan. Azzardato? Forse. Sensato? Secondo noi sì. Perché? Perché sono due registi capaci di fare una cosa difficilissima: far convivere l’autoriale e il popolare dentro i loro film. Opere sofisticate ma accessibili, raffinate senza mai diventare troppo ostile. Villeneuve e Nolan sono simili in una cosa: sfidano il pubblico, si fidano del pubblico.
Così questo Dune – Parte 2 arriva nel momento giusto. In un periodo storico in cui c’è bisogno di stimolare le persone con qualcosa di nuovo, originale lontano anni luce dalla solita ricetta del cinema pop contemporaneo. Perché se questo sequel (come crediamo) avrà lo stesso stile e lo stesso tatto del suo nobile predecessore, ci troveremo davanti a un’opera paziente, che si concede il tempo e la pazienza per raccontare tutto con un ritmo insolito per il cinema mainstream. Ecco, Dune si è dato il tempo di preparare la scacchiera di prima di muovere le pedine in questo sequel che forse avrà più azione, ma non potrà rinunciare al potere immaginifico della regia di Villeneuve. Un regista che sulla scacchiera di Dune ha lasciato tante cose: politica, diplomazia, intrigo. E la meravigliosa ambizione di un cinema che vuole stupire affidandosi ancora alla pazienza del pubblico e al potere degli immagini.
2. Superluoghi, non supereroi
L’ultimo ventennio del cinema pop è stato dominato dai supereroi. Un’era segnata da figure eroiche molto più importanti dei mondi che abitavano. Ecco, per una volta Dune sembra ribaltare le cose e dare più importanza all’ambientazione, al contesto e all’immaginario rispetto ai personaggi stessi. Un cambio di prospettiva insolito e coraggioso, perché veniamo da un primo film forse freddo nella scrittura dei personaggi, che magari divamperanno in questo sequel tanto atteso.
Dune rinuncia ai supereroi per dare spazio ai superluoghi. A tradizioni nascoste negli oggetti, a forme, architetture, abiti, armi e veicoli che raccontano popoli interi. Come avveniva nella trilogia de Il Signore degli Anelli. Vedere Dune 2 sarà come trovarsi davanti a un velo che si solleva piano. E noi saremo lì, pronti a conoscere ancora meglio un universo in cui colori, forme, rituali, costumi e arredamenti raccontano più delle parole. La polvere di un mondo lontano nel tempo ma incredibilmente verosimile. Perché, a ben pensarci, in Dune il futuro e il passato si fondono per dare vita a un solenne racconto di fantascienza storica.
3. I volti giusti
A volte basta una locandina per dire tutto. E quella di Dune 2 sembra suggerire un cambiamento importante rispetto al primo film, il cui poster era pieno di facce enormi per mettere in bella mostra le star. Il nuovo film promette più calore, più sentimento e pathos a partire del nuovo trailer e dalla locandina stessa in cui Paul e Chani sono fianco a fianco, eppure dominati dal grande Sole che illumina Arrakis. Eppure anche in questa seconda parte non mancheranno i volti nuovi e le facce giuste. Perché Villeneuve non si è certo dimenticato di avere tra le mani una saga piena di potenzialità col dovere di incassare anche meglio della prima parte, uscita in un periodo in cui il cinema era ancora convalescente.
E allora ecco tre new entry perfette per attirare nuovo pubblico: Florence Pugh, Austin Butler e Lèa Seydoux al fianco del vecchio cast. Tre interpreti in piena ascesa che dalle primi immagini sembrano già svestiti del loro divismo e perfettamente calati nelle atmosfere polverose di Dune – Parte 2. Ovvero il film che forse non meritiamo, ma di cui sentiamo di avere davvero tanto bisogno. Anche solo per ricordarci perché vale la pena entrare in una sala, immergersi in una storia e uscire dal cinema con le scarpe piene di sabbia.
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