Non è assurda ed esagerata come quella raccontata nel film, ma la storia vera dietro Cocainorso (qui la nostra recensione) è abbastanza singolare.
Siamo in Georgia, Stati Uniti. È il 22 novembre del 1985 quando tra la fitta vegetazione del Chattahoochee National Forest viene ritrovata la carcassa di un orso nero morto per overdose. L’animale è morto da circa un mese e al suo fianco giacciono un borsone e 40 chilogrammi di cocaina. L’autopsia rivela che l’orso ha lo stomaco stracolmo di droga ingerita ed è deceduto a causa di un’emorragia cerebrale causata proprio da un’overdose.
Secondo i medici la povera bestia è morta poco dopo aver assunto ingenti dosi di cocaina, senza scatenare la folle furia omicida messa in scena nel film Cocainorso. Ma da dove proveniva quel carico di droga? Per rispondere alla domanda bisogna scomodare la controversa figura di Andrew Thornton, trafficante di droga con un passato da agente della narcotici.
Secondo le ricostruzioni, quel fatidico borsone contenente ben 15 milioni di dollari (di cocaina), ritrovato dall’orso nero, viene lanciato proprio dallo stesso Thornton, nel disperato tentativo di alleggerire il suo aereo in panne. L’uomo morirà durante l’incidente, visto che il suo paracadute non si aprirà correttamente.
Negli anni a seguire, questa assurda storia darà vita a una serie di leggende metropolitane e falsi miti, creando la figura di Pedro Escobear (“simpatico” nomignolo associato al povero orso). Il suo corpo imbalsamato è tutt’ora esposto come attrazione turistica in un centro commerciale del Kentucky. No, il buon gusto non è stato invitato.