Alejandro González Iñárritu non si aspetta di ricevere, nel prossimo futuro, scuse di alcun tipo da parte di Robert Downey Jr. L’attrito a mezzo stampa è ormai di lunga data: risale infatti addirittura al 2015, e da allora non è mai stato completamente risolto; il regista messicano non si fa illusioni al riguardo: “Si è mai scusato? No, ovviamente no, e non mi aspetto che lo faccia. Sinceramente, non me ne frega assolutamente niente di questa storia; sono completamente chiuso alla possibilità di accettare questo tipo di critiche, ma sono sempre pronto a difendere il diritto suo, e di chiunque, a dire ciò che vuole; lui può dire tutto quello che vuole, ma per quanto mi riguarda, ha sbagliato ad esprimersi così.”
Tutto inizia nel 2014, quando Iñárritu, in un’intervista concessa a Deadline in occasione dell’uscita di Birdman, spietata critica ai cinecomic che trionferà agli Oscar dell’anno dopo, si esprime così in riferimento ai film di supereroi: “Vederli ogni tanto mi piace, stanno bene insieme coi popcorn; il problema è che a volte vogliono essere pretenziosamente profondi, una specie di mitologia greca contemporanea. E poi, sinceramente, mi sembrano film molto di destra; i supereroi uccidono gente che non crede in quello in cui credono loro, o che non si comportano come loro vorrebbero si comportassero… odio questo genere di personaggi, non riesco ad averci un rapporto; questo loro genocidio culturale ha avvelenato gli spettatori; il pubblico è stato troppo sovraesposto a esplosioni, trame semplici e altre cazzate che non hanno alcun significato nell’esperienza globale dell’essere umano.”
Nell’aprile 2015, durante il tour promozionale per l’uscita di Avengers: Age Of Ultron, Downey Jr., pungolato dal Guardian sulla questione, risponde senza mezzi termini: “Birdman mi è piaciuto, tranne nella parte in cui mi si parla di me per insultarmi, però per il resto mi ha catturato; Iñárritu dice i film di supereroi sono un genocidio culturale? Rispetto profondamente quell’uomo; penso che per un madrelingua spagnolo riuscire a mettere insieme una espressione come “genocidio culturale”, sia certamente una dimostrazione di grande intelligenza.”
Travolto dalle critiche per il pungente commento, una settimana dopo l’attore rilascia, tramite i suoi agenti, una dichiarazione di parziale marcia indietro: “L’espressione, presa nel contesto globale dell’intervista, era intesa come un complimento.”
Dopo anni di silenzio al riguardo, Iñárritu, intervistato da Indiewire nell’ottobre 2022, era tornato sull’accaduto con una battuta: “Praticamente, è come se lui avesse detto che non posso parlare perché vengo dal paese delle banane; se fossi stato danese o svedese, mi avrebbero dato del filosofo, ma siccome sono messicano, allora sono semplicemente un presuntuoso.”