Bambole e pupazzi hanno sempre fatto parte dell’immaginario di James Wan, sin dall’esordio con Saw – L’enigmista dove l’inquietante Billy dava alle vittime le istruzioni per sopravvivere alle trappole di John Kramer/Jigsaw. Anche la famiglia è parte integrante della sua poetica, e le due cose si mescolano nel suo nuovo progetto da produttore/soggettista, che segna anche l’inizio della collaborazione tra la sua casa di produzione, la Atomic Monster, e la Blumhouse, la società che ha rivoluzionato l’horror americano negli ultimi vent’anni. Di questo parliamo, per inaugurare il 2023 con un po’ di brividi, nella nostra recensione di M3GAN.
M3GAN
Genere: Horror, fantascienza
Durata: 102 minuti
Uscita: 4 gennaio 2023 (Cinema)
Cast: Allison Williams, Violet McGraw, Amie Donald, Jenna Davis, Ronny Chieng
La trama: intelligenza letale
M3GAN (pronunciato “Megan”) è l’abbreviazione di Model 3 Generative Android, un progetto a cui sta lavorando Gemma, esperta di robotica al soldo di un’azienda che produce giocattoli. Sotto pressione al lavoro, Gemma porta avanti il perfezionamento della bambola, dotata di un sistema di apprendimento, per riuscire a riconciliare professionale e privato: deve infatti occuparsi anche della nipote Cady, rimasta orfana dopo un incidente automobilistico. Tra la bambina e la bambola nasce quella che sembra un’amicizia genuina, il che risolverebbe i problemi su entrambi i fronti per Gemma. Solo che, a forza di imparare, M3GAN fa sempre più fatica a distinguere fra bene e male quando si tratta di garantire il benessere di Cady…
Il cast: umani e non
Gemma è Allison Williams, alla seconda collaborazione con Blumhouse dopo aver recitato in Scappa – Get Out di Jordan Peele. Anche Violet McGraw, che interpreta Cady, è un veterana del brivido, avendo recitato a due riprese per Mike Flanagan (nella miniserie Hill House e nel film Doctor Sleep), ed è anche stata Yelena Belova bambina in Black Widow per la Marvel. Ronny Chieng, comico noto soprattutto per il Daily Show, presta il volto all’arrogante capo di Gemma, mentre l’attrice neozelandese Lori Dungey è l’insopportabile vicina di casa. Quanto a M3GAN, la sua presenza fisica è un misto di animatronic e della performance di Amie Donald, mentre la voce è opera della giovane attrice e cantante Jenna Davis.
Traumi sintetici
La sceneggiatura è a firma di Akela Cooper, che con Wan ha già lavorato a Malignant. E pur spostandosi in territorio tecnologico rispetto al soprannaturale del film precedente, è una prosecuzione logica del discorso sul trauma e sulla famiglia che è sempre stato molto caro al cineasta e produttore, la cui sensibilità è riconoscibile nel contributo del regista Gerard Johnstone (scelto per il suo uso dello humour nero, fonte di alcuni dei momenti più memorabili del film). I demoni da una parte e le bambole assassine dall’altra sono un espediente per meditare sul dolore, con il vero orrore che spesso e volentieri scaturisce dai comportamenti più egoisti dei personaggi umani, dando all’operazione un tocco emotivo che va di pari passo con l’evoluzione degli spaventi più classici affidati alla fisicità di M3GAN.
L’horror ai tempi dei social
Non sono pochi gli horror che negli ultimi anni hanno cercato di sfruttare la popolarità della rete, rendendola parte integrante dei propri meccanismi narrativi (basti pensare, restando in zona Blumhouse, al dittico di Unfriended). M3GAN rientra in quella categoria, ma in altri modi, tramite sequenze studiate a tavolino per diventare meme e/o GIF (l’esempio emblematico, già solo dopo l’uscita del trailer, è il balletto della bambola prima di commettere un omicidio). Un artificio che a suo modo è coerente con la figura di M3GAN, realizzata per essere l’ideale compagna di gioco facendo da ponte tra il mondo umano e quello virtuale, sulla falsariga (perfezionata) di Chucky nel recente remake de La bambola assassina. Come l’androide, l’espediente del web attira l’attenzione con fascino quasi ipnotico, per poi condurre a qualcosa di diverso, un viaggio sì divertente ma anche intriso di pathos, dove i comportamenti umani a volte inquietano più di quelli robotici.
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La recensione in breve
James Wan produce e Gerard Johnstone dirige un thriller tecnologico con tinte horror che medita in modo efficace e divertente sui traumi legati alla famiglia.
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Voto ScreenWorld