Dal 1997 Una poltrona per due è l’irrinunciabile appuntamento natalizio cinefilo su Italia 1, anche per chi sostanzialmente lo conosce a memoria dopo quasi quattro decenni (il film è del 1983). Tra i tanti momenti immortali vi è tutta la scena sul treno, con una gag in particolare che fu parzialmente improvvisata.
Parliamo, nello specifico, del travestimento di Ophelia (Jamie Lee Curtis), che si presenta camuffata come tutti gli altri: Billy Ray Valentine (Eddie Murphy) si finge uno studente venuto dal Camerun (con la celebre battuta “Belo ano a lei!”), Coleman (Denholm Elliott) è un prete irlandese, e la ragazza dice di chiamarsi Inga e di essere originaria della Svezia. Coleman, che l’aveva scambiata per austriaca, sottolinea l’incongruenza legata al fatto che lei indossi i Lederhosen (“pantaloni di daino” nell’adattamento italiano), e lei risponde “Sì, ma come le ho detto sono svedese” (nella versione originale spaccia invece l’abbigliamento per qualcosa di tipicamente scandinavo).
La gag nasce dal fatto che, nella sceneggiatura, Ophelia doveva effettivamente fingersi austriaca. Solo che, una volta arrivata sul set per girare la scena, Jamie Lee Curtis si rese conto di non essere in grado di parlare con un accento germanico convincente, e optò per quello svedese (anche se in lingua originale, come spesso capita quando attori americani simulano nazionalità scandinave, inevitabilmente ci sono dei pezzi che suonano norvegesi). La modifica fu integrata nella sequenza tramite lo scambio di battute tra lei ed Elliott.
Questo è uno dei pochi momenti (parzialmente) improvvisati di Una poltrona per due, film che per lo più rispetta il suo articolato copione sulle truffe finanziarie. In particolare, Eddie Murphy, solitamente pronto a metterci subito del suo, durante le riprese si è quasi sempre attenuto al copione, soprattutto nelle sequenze dove doveva parlare di argomenti di alta finanza, materia in cui non se la sarebbe cavata inventandosi le battute di sana pianta.