Non si vedeva l’ora di mettere le zampe (di gallina) su questo manga e scrivere la recensione di Rooster Fighter, opera (in parte) demenziale di Syu Sakuratani, con un protagonista decisamente sui generis: un pollo dalla muscolatura particolarmente sviluppata, lo sguardo fiero e una spiccata attitudine al combattimento.
E quanto ad avversari, non parliamo di altri polli o di animali da fattoria (che già sarebbe abbastanza folle, insomma immaginate un pollo che attacca briga con un toro e no, non siamo nei cartoni animati di Gatto Silvestro), parliamo di kaiju giganteschi che radono al suolo quartieri e città.
Anche se kaiju non è la dicitura corretta, ma su questo ci arriveremo.
Rooster Fighter
Genere: seinen manga
Pagine: 192 pagine
Editore: Panini Planet Manga
La trama: il pollo della Divina Scuola di Hokuto
Insomma quando a catalogo noti un manga con un gallo inferocito in copertina, che parla di un pollo supereroe che combatte mostri giganteschi, che fai, non lo prendi neanche in considerazione?
Ed eccoci quindi con il primo volume di Rooster Fighter, manga seinen di Syu Sakuratani, pubblicato in Italia da Planet Manga, dopo la pubblicazione giapponese sulla rivista di manga online Comiplex di Hero’s Inc e successivamente in tankobon.
Fermi tutti: qualcuno ha detto seinen?
Ebbene si, per quanto le categorizzazioni dei fumetti giapponesi a volte dipendano più dalla rivista in cui è contenuta l’opera che non dal contenuto della stessa (quanto potremmo discutere sul genere narrativo di Tokyo Revengers o Full Metal Alchemist) Rooster Fighter non è un manga demenziale, fine a sé stesso.
Rooster Fighter manifesta un carattere e degli intenti decisamente più adulti e profondi, cercando di veicolare il tutto attraverso l’espediente della parodia e della comicità. Ma in alcuni casi non è che ci sia proprio tanto da ridere.
Sin dalle prime pagine faremo la conoscenza di Keiji, un gallo dal carattere fiero e burbero, che come un supereroe, combatte un gigantesco essere mostruoso. Come diavolo è possibile?
Un piccolo passo indietro e conosceremo qualcosa di più della sua vita, del suo essere un vagabondo sempre alla ricerca di un pollaio dove poter mettere qualcosa nel becco e qualche gallinella con cui intrattenersi.
Nel suo eterno viaggiare cerca di non stabilire legami, consapevole che la sua missione è quella di sconfiggere il male ovunque si annidi, rispettando la riconoscenza degli esseri umani e comprendendone i sentimenti.
E la minaccia è davvero importante: i mostri giganti chiamati besti-Oni, che da tempo ormai si manifestano in Giappone arrivando a seminare morte e distruzione. E in questo caso l’adattamento è anche piuttosto felice perché, per quanto le dimensioni e le forme possano ricordarlo, i nemici non sono i classici kaiju ma degli esseri umani tramutati in Oni (lo si nota anche dai classici cornetti sulla fronte e dalle zanne che rimandano al folklore nipponico) dalle loro stesse paure e ossessioni, amplificate dallo stress imposto dalla società e dalle brutture del vivere moderno.
Una donna gelosa del proprio amante che la inganna diventa un serpente di mare che avvinghia tutto in modo possessivo, un uomo prossimo alla pensione ma ancora subissato dal lavoro e dai colleghi diventa la versione infernale di un salary man con una mano gigante al posto delle gambe, quasi a simulare il continuo digitare sulla tastiera, e così via.
Rivalutare il petto di pollo
Keiji, che si autoproclama “Cresta Superba” (non ridete, che dopo i vari Sole Ardente, pure tra i supereroi americani ci sono nomi ben peggiori), si trova sempre nel posto esatto per poter intervenire, grazie ad una determinazione incredibile e a poteri che lo rendono ben più di un semplice pollo nerboruto. Ma un vero e proprio Ultraman.
Keiji, come nel più classico degli stereotipi, segue un suo personalissimo piano di vendetta, dovuto ad una perdita e ad un misterioso Oni che si sarebbe macchiato di tale delitto.
E tra un combattimento e l’altro c’è la vita: i rapporti con altri animali (che diventano amici dopo essersi azzuffati, ancora in classic battle shonen mood) e con gli esseri umani, l’approfondimento della personalità di Keiji e tanti siparietti comici e demenziali che fanno ridere in maniera piuttosto genuina. Niente di nuovo nel menù, ma quel tipo di humor demenziale e molto grafico tipicamente giapponese risulta sempre efficace.
Rooster Fighter è ben disegnato e ben raccontato, pur nel suo essere assolutamente non originale nella sua costruzione narrativa (di fatto in molti punti il manga si presenta come una parodia di tante altre opere di genere simile) e puntando tutto sul bizzarro protagonista e sulla metafora della nascita dei Besti-Oni. Ma è anche efficace, divertente e piuttosto trasversale.
Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che si rivela la sorpresa più interessante del manga di Syu Sakuratani e che inserisce il fumetto all’interno del genere seinen.
Gli esseri umani che si trasformano in Besti-Oni hanno un vissuto, una storia da raccontare e non sono villain puri, nel concetto più comune del termine. Sono costretti a diventare tali in preda alle difficoltà che la società moderna o i recessi più oscuri dell’animo umano comportano.
Ma non solo, perché anche quando si confronta con i suoi fratelli animali, il protagonista entra in contatto con questioni legate alla sopravvivenza e alla maniera in cui la presenza dominante dell’uomo sulla Terra coinvolga il loro punto di vista. Cosa siamo diventati? Demoni incapaci di oltrepassare il nostro stesso ego e che sanno solo distruggere tutto? E doveva essere un gallo che ha fatto troppo crossfit a ricordarcelo?
Keiji è Kenshiro della Divina Scuola di Hokuto, il più classico degli eroi solitari, che però non presenta un carattere di assoluta solitudine e irreprensibilità. Keiji è anche un deficiente abbastanza conclamato (in modo differente dal Saitama di One Punch Man), capace di commuoversi per il sapore dolce di un riccio di mare, di camminare verso il tramonto con l’aria di chi ce la fa sempre, ma anche di fare figure di palta incredibili ogni dieci minuti e in contrasto con il suo voler essere un duro.
Le conclusioni: un pollo che ci insegna molto
Dalla recensione di Rooster Fighter emerge una lettura al primo impatto leggera e divertente, dal buon ritmo e più che buoni disegni, anche piuttosto dinamici (menzione speciale per il design dei Besti-Oni, ogni volta rappresentativi delle caratteristiche psicologica che si vuole manifestare, in pieno stile Time Bokan/Tatsunoko), ma che cela una componente di critica sociale attenta e coinvolgente, con uno sviluppo orizzontale che, pur non presentando una grande novità, riesce ad invogliare nel proseguimento della lettura.
La componente artistica, soprattutto nelle bizzarre espressioni di Keiji, richiama alla mente alcuni grandi classici del manga action e battle, dagli occhi caratteristici di Tetsuo Hara e Hirohiko Araki, ad alcun inquadrature tipiche del già citato One Punch Man, pur conservando una certa personalità.
E comunque è impossibile distogliere lo sguardo da questo pollo, mezzo Avenger e mezzo Ronin, (in realtà anche del tutto cretino, in modo divertente), che riesce ad interpretare e a sbatterci in faccia la triste realtà dei nostri comportamenti negativi ed egoistici.
Rooster Fighter non è un battle shonen, non è nemmeno del tutto una parodia e non esagera nella sua componente seinen più adulta.
Piuttosto riesce a mischiare alcuni dei punti di forza migliori dei vari generi e farne un cocktail (ehm…di nuovo) che, al primo volume, risulta convincente.
Durerà? Questo lo diremo solo tra un po’ di tempo, ma le reazioni e l’accoglienza in madrepatria e anche all’estero sembrano proprio far ben sperare.
Ecco, vedi a sottovalutare i petti di pollo (anche se in questo caso dovremmo dire i “pettorali scolpiti” di pollo)?
La recensione in breve
Rooster Fighter, il manga seinen di Syu Sakuratani, con protagonista un pollo vendicatore che combatte esseri umani trasformati in mostri giganti, diverte molto parodiando classici come Hokuto No Ken e One Punch Man, ma riesce a veicolare molti messaggi decisamente più adulti e profondi, esibendo le brutture della società e del vivere moderno.
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Voto ScreenWorld