La recensione di Volage, la nuova graphic novel di Stephen Desberg e Tony Sandoval, edita in Italia da Tunuè, ci offre l’occasione per tornare a dare un’occhiata ai terribili gironi infernali danteschi, tra demoni, fiamme, torture e scenari mozzafiato.
Fa sorridere dirlo, ma da qualunque prospettiva lo si guardi, l’inferno non passa mai di moda. Specie quando viene caratterizzato seguendo quello che Dante Alighieri ha creato attorno al 1300 con La Divina Commedia.
Dante non è solamente il sommo poeta, che ci ha consegnato una delle opere letterarie più straordinarie di sempre, ma è anche uno dei più grandi e magnifici world builders (chissà come avrebbero interpretato il concetto nel medioevo fiorentino) che l’umanità abbia mai conosciuto. Il suo inferno è una straordinaria opera di ingegneria intellettuale, talmente strutturato, “vivo” (si perdoni il gioco di parole) e vibrante che non si fatica a comprendere come sia entrato nell’immaginario collettivo.
Nel 2021 si è celebrato il settecentesimo anniversario della sua morte, tante sono state le manifestazioni e le attività dedicate alla figura di Dante e alla Divina Commedia, senza scordare tra le varie il manifesto di Lucca Comics and Games, ad opera di Paolo Barbieri (tra i più significativi di sempre) e non è un caso che proprio nel 2021, in perfetto tempismo, abbia visto la luce la prima pubblicazione di questa eccellente opera a fumetti del belga Stephen Desberg e dell’artista messicano Tony Sandoval (ospite di Lucca Comics proprio nello stesso anno).
Volage
Genere: graphic novel
Pagine: 144 pagine
Editore: Tunuè
Artista: Tony Sandoval
La trama: un posto in prima in fila per l’Inferno
Volage ci riporta proprio nell’inferno dantesco che, anche se non viene mai citato esplicitamente, è ben riconoscibile nelle atmosfere, nei colpi d’occhio, pur presentando alcune interessanti peculiarità.
Un viaggio all’inferno può avere due connotazioni: con o senza speranza, che tradotto significa con condanna eterna al patimento o con una, seppure flebile, speranza di “uscire a riveder le stelle”.
E, da questo punto di vista, le più entusiasmanti storie (partendo dalla mitologia classica e puntando verso addirittura i videogiochi o opere come Devilman di Go Nagai) sono sempre quelle che prevedono un tentativo di fuga o sconfitta delle diaboliche legioni capeggiate dal Maligno in persona.
Volage ci racconta di Ian McGilles, un uomo dal passato misterioso, che però si rivelerà con l’avanzare della storia, condannato all’eternità di tormenti dell’inferno. All’inferno non esiste il concetto di spazio tempo e con lui troveremo un gruppo di soggetti, più o meno noti, condannati a trascorrere l’eternità tra lavori forzati e punizioni.
Incontreremo Isabella di Castiglia (1451 – 1504), tra le figure centrali nella nascita della terribile Santa Inquisizione spagnola, che tanti innocenti ha mandato sul rogo, la leggendaria piratessa dei Caraibi Anne Bonny (1697 – 1782), già compagna di Jack Calico e poi presunta amante di Mary Read, pericolosa e traditrice.
Ma ancora faremo la conoscenza del terribile Jack Lo Squartatore, il serial killer di Whitechapel che non ha bisogno di presentazioni, Carlo Gesualdo, Principe di Venosa e compositore dei madrigali, il gerarca nazista Hermann Fegelein (1906 – 1945) e l’avvelenatrice del I° secolo d.C. chiamata Locusta.
Tutti loro hanno meritato la condanna all’inferno, la giustizia divina non si discute. Eppure tutti loro, uniti negli intenti, certamente meno nei metodi, si coalizzeranno per tentare una cosa mai avvenuta prima: la fuga dall’oltretomba, la riconquista della libertà.
Attraversare il proprio inferno
La speranza è sempre l’ultima a morire, certamente, ma chi varca il cancello del regno delle tenebre deve “abbandonare ogni speranza”. E questo concetto è personificato dal letale Dilaniatore (con i suoi mastini affamati) che partirà subito per la sua deliziosa caccia.
Il viaggio, come sempre, diventa occasione di racconto per svelare il passato del protagonista e dei suoi malcapitati compagni di ventura, se così può essere definita, ma è anche sinonimo di realizzazione e di redenzione, o almeno il tentativo di raggiungere entrambe.
L’inferno quindi non è più solamente una landa desolata di tortura e disperazione, diventa un luogo fisico da attraversare i cui scenari sono specchio delle emozioni in esso contenute. Addirittura i demoni hanno contrasti e un passato di faide e interazioni, fino a vedere persino abitanti degli inferi che hanno costruito una vita al suo interno, con rapporti commerciali e qualcosa che è anche piuttosto distante dall’immagine che abbiamo del luogo del tormento eterno. Ancora world building quindi e seppur non particolarmente approfondito, certamente affascinante e utile allo svolgimento di trama.
Come si rende affascinante il luogo più desolato mai concepito?
Ma quello che conta è il viaggio e Desberg e Sandoval sono abilissimi nel tracciare un percorso avvincente ed emozionante, ricco di momenti intensi da cui potrebbe nascere un bellissimo film.
Non solo le pennellate di Sandoval riescono ad essere incredibilmente tridimensionali e dinamiche, ma tutto il ritmo della narrazione fa percepire una sensazione di continuo movimento impossibile da ignorare. Come se l’inferno stesso mutasse ad ogni nostro cambio di sguardo, fluido, ingannevole. Non tutto deve apparire minaccioso per esserlo veramente (pensate sempre ad una delle creature più velenose al mondo, il Fugu/Pesce Palla).
E poi l’amore. Solo l’amore può essere la chiave per sconfiggere le tenebre, ammesso che sia concesso. Perché se l’inferno è la condanna che Dio stesso ha stabilito per i peccatori, viene da chiedersi se sia giusto tentare di sfuggire ad un castigo che è più che meritato. E se lo chiederanno spesso i protagonisti di questa vicenda, Ian McGilles per primo.
Peraltro, guardando alla nostra storia, fatta di sangue e guerre o più semplicemente osservando il mondo “fuori dalla finestra”, chi può veramente affermare quale sia il vero inferno?
L’incontro con Volage, la creatura che dà il nome al fumetto e che sarà incontrata da Ian diventa la chiave di tutto, la comprensione di cosa sarebbe la vita e qual è il peso delle nostre libere scelte, nel bene e nel male.
Con richiami alla Divina Commedia, all’epica del viaggio dell’eroe, persino con richiami visivi al pantheon di divinità di Warhammer oppure a Devilman (se guardando Volage non vi verrà in mente subito l’Arpia Silen, abbiamo un problema formativo di cultura pop), il viaggio di Ian McGilles si fa artisticamente solidissimo e particolarmente affascinante.
Un gioiello tra speranza e disperazione
La recensione di Volage non può che essere assolutamente positiva, visto che abbiamo sempre più fame di storie che accarezzino la nostra mente curiosa ed esigente e soddisfino i nostri occhi ormai avidi di tutto ciò che è bello.
La scrittura di Stephen Desberg è efficace e notevole in molti dialoghi. Riesce a creare una sceneggiatura piuttosto lineare (in realtà non priva di colpi di scena e approfondimenti interessanti sul passato dei protagonisti), ma che punta dritta al cuore di tutto: cos’è un essere umano senza la speranza e il desiderio di redimersi dal male compiuto?
Tony Sandoval da una dimostrazione di maestria davvero notevole, con un tratto sicuro pur nel suo essere personalissimo e stilizzato, con palette di colori affascinanti e una grande dinamicità (cosa non scontata da riscontrare in una tecnica pittorica del genere).
Di recente abbiamo sperimentato il fascino del ritorno alle atmosfere dell’inferno dantesco, ad esempio con l’ottimo gioco di ruolo Inferno Dante’s Guide To Hell di Acheron Books (dateci un’occhiata che è davvero notevole) e con la recensione di Volage aggiungiamo ulteriormente una nuova tacca nell’indice di gradimento delle atmosfere narrative più gettonate: un inferno così, per fortuna solo nella fiction, non passa davvero mai di moda.
E noi la speranza di leggere sempre più opere così belle e intense come Volage non vogliamo proprio abbandonarla o lasciarla da nessuna parte.
La recensione in breve
Volage, la nuova graphic novel di Stephen Desberg, con il ritorno di Tony Sandoval alla parte artistica, è il racconto di redenzione di un uomo condannato all'inferno di ispirazione dantesca e del tentativo di fuga assieme ad altre anime dannate. E' metafora del senso delle vita e del peso delle scelte, ma anche un manifesto di coraggio. Un gioiellino
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Voto ScreenWorld