La sconfinata bibliografia di Stephen King è da sempre fonte inesauribile di spunti per il mondo dell’intrattenimento cinematografico e televisivo. Tanto i romanzi come le raccolte di racconti dello scrittore del Maine sono stati razziati per dare vita a film e serie tv, dai capolavori indiscussi (come Shining) ai film di serie B (che a loro modo sono però diventati dei cult), tutti però caratterizzati dalle particolari atmosfere che solo King è in grado di evocare.
Non sempre però, nel passaggio dalla carta stampata allo schermo, una storia funziona e colpisce allo stesso modo: come vedremo in questa recensione di Mr. Harrigan’s Phone, il film Netflix tratto da un racconto della raccolta Se scorre il sangue non ci ha convinto quanto la sua controparte letteraria. Le premesse sono affascinanti e molti dei temi trattati e delle dinamiche che prendono vita sullo schermo sono tipiche del mondo letterario kinghiano, e ci riportano in una realtà ben conosciuta ed “amata” da noi appassionati. Quello che manca, però, è la forza di una storia thriller/horror capace di trascinare e sconvolgere lo spettatore. Lo svolgimento è piatto e privo di guizzi e sorprese, al punto che si fatica a comprendere a quale genere questo film voglia veramente appartenere: una storia di formazione e di crescita? Un thriller dai risvolti sovrannaturali? Un racconto drammatico, in cui ci si sofferma su temi come il senso di colpa e la moralità?
Mr. Harrigan’s Phone
Genere: Thriller, drammatico, horror
Durata: 106 minuti
Uscita: 5 ottobre 2022 (Netflix)
Cast: Jaeden Martell e Donald Sutherland
La trama: c’era un volta in una cittadina del Maine…
Craig (Jaeden Martell) è un ragazzino che sta crescendo in una piccola cittadina del Maine, ha da poco perso la madre e non riesce a superare il dolore della sua mancanza; suo padre, poi, fatica a stargli vicino, perché schiacciato dal lutto. A distoglierlo dal grigiore delle sue giornate una proposta lavorativa decisamente inaspettata: Mr Harrigan, un burbero ma facoltoso finanziere ormai molto anziano, gli propone di tenergli compagnia leggendo per lui dei libri, qualche pomeriggio a settimana. Il rapporto tra i due, con il passare del tempo, si fa sempre più stretto, tanto che iniziano a provare del sincero affetto l’uno per l’altro.
Quando Craig inizia il liceo, Harrigan gli dà consigli su come distinguersi e su come reagire alle vessazioni dei bulli. Il ragazzo dopo aver ricevuto il primo iPhone – ci troviamo nei primi anni Duemila – con i soldi vinti con un gratta e vinci ne regala uno anche al signor Harrigan, inizialmente particolarmente scettico nei confronti delle nuove tecnologie. Con il tempo l’uomo si rende però conto dei grandi benefici che il piccolo oggetto può portare nella sua vita, e il legame con Craig si fa sempre più forte.
Un giorno Harrigan viene improvvisamente a mancare: Craig è distrutto dal dolore e in un momento di tristezza mette nella sua bara lo smartphone che li aveva così uniti. Qualcosa di strano, dopo il funerale, comincia però ad accadere: il signor Harrigan, anche se in maniera enigmatica, sembra continuare a comunicare con lui proprio attraverso il telefono.
Le spiegazioni che il ragazzo si dà sono molteplici, da una presenza sovrannaturale a un difetto tecnico dell’Iphone di Harrigan. A farlo propendere per la prima delle due un fatto scioccante: il bullo che lo perseguita a scuola, proprio dopo che lui si era “sfogato” con la segreteria telefonica del suo vecchio mentore, muore improvvisamente. Che il fantasma del signor Harrigan sia tornato dall’Aldilà per aiutarlo?
La sceneggiatura: un thriller che non coinvolge?
Come vi anticipavamo in apertura il vero difetto di Mr. Harrigan’s Phone è una sceneggiatura incapace di costruire – e soprattutto di mantenere alti – ritmo e tensione, come una storia di questo tipo avrebbe bisogno.
Gli spunti per sviluppare un racconto carico di tensione – che pur si soffermi su tematiche importanti, come la gestione del lutto, il senso di colpa e la costruzione del proprio senso morale – ci sono tutti, ma il film diretto da John Lee Hancock non sembra capace di stimolare un vero coinvolgimento dello spettatore.
Se il grande spazio dedicato alla backstory del giovane protagonista funziona nella controparte cartacea, in questo adattamento contribuisce a diluire la forza della parte thriller della storia. I colpi di scena non “sconvolgono” quanto dovrebbero, e lo spettatore si trascina verso un finale povero di emozioni.
Tutto il discorso fatto poi sul ruolo degli smartphone nella vita delle nuove generazioni – il signor Harrigan sembra prevedere l’impatto che avranno nella gestione delle informazioni e nel diffondersi delle fake news – ci è sembrato un po’ troppo semplicistico: magari un maggiore approfondimento avrebbe dato al film un diverso spessore, rendendo certe argomentazioni più attuali e interessanti.
Il cast: una coppia di solidi protagonisti
Giudizio senza dubbio positivo però quello sui due protagonisti: Donald Sutherland – anche se il suo ruolo rispetto a quello di Martell è un po’ più limitato in termini di spazio – trasuda carisma e cattura l’attenzione ogni volta che entra in scena. Anche Jaeden Martell (che conosciamo per essere stato Bill Denbrough nella duologia di It di Andy Muschietti) è particolarmente adatto alla parte di Craig: riesce infatti a essere intenso e convincente nei momenti più drammatici.
Tanto Sutherland come Martell funzionano particolarmente bene nei ruoli e sostengono sulle proprie spalle un film che altrimenti avrebbe poche altre attrattive. La nostra previsione è che Mr. Harrigan’s Phone non verrà di certo ricordato come uno degli adattamenti kinghiani meglio riusciti, e si perderà nell’immensità del catalogo Netflix che, soprattutto in questo periodo dell’anno – la cosiddetta spooky season -, si arricchisce di titoli horror ben più interessanti.
E voi cosa ne pensate di questo? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo la recensione insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!
La recensione in breve
Mr. Harrigan's Phone è un film che riporta i fan di King tra le atmosfere tipiche dello scrittore del Maine: detto questo però nel passaggio tra carta stampata e schermo televisivo si perde quello che rendeva il racconto originale interessante. Ci ritroviamo trascinati in una visione poco emozionante e in cui i colpi di scena non stupiscono come dovrebbero.
-
voto ScreenWorld