Se Thor: Love and Thunder è il secondo outing dietro la macchina da presa per Taika Waititi in ambito Marvel dopo il buon successo che ottenne con il precedente Ragnarok, molto è da imputarsi alla capacità e alla sapienza del regista, attore e sceneggiatore di saper mettere in scena con brillantezza ed inusitata freschezza per il Marvel Cinematic Universe le vicissitudini private dei suoi super-protagonisti, equilibrando alla perfezione sguaiati toni da commedia tout court a riflessioni profonde e sorprendenti.
In Thor: Love and Thunder tutto questo viene perfettamente bilanciato, tra toni volutamente leggeri ma mai superficiali e interessanti spunti di riflessione, come ad esempio quello che accomuna lo stesso Thor (Chris Hemsworth) al villain Gorr (Christian Bale): entrambi hanno vissuto parte della loro vita dedicandosi alla devozione assoluta verso gli Dèi, che sia l’egiziano Amon Ra per il misterioso Gorr o il mitologico Zeus dell’Olimpo per il Dio del Tuono. E proprio quest’ultimo viene introdotto nel film Marvel di Waititi, con il volto e le fattezze del premio Oscar Russell Crowe in una delle sequenze più divertenti di tutto il lungometraggio. Ma qual è la storia e il percorso del Padre degli Dei nella storia editoriale dei fumetti Marvel? Cosa dobbiamo aspettarci in futuro dal Zeus di Crowe? Cerchiamo di fare chiarezza.
Una divinità capricciosa
In Thor: Love and Thunder il Padre degli Dei viene introdotto in una delle sequenze più esilaranti e allo stesso tempo più spettacolari: Thor, Valchiria, Korg e Jane Foster sono in missione per fermare la spada senza pietà di Gorr, il Macellatore di Dei, pronto a distruggere Nuova Asgard e a uccidere il nostro supereroe, figlio di Odino. Per cercare nuove alleanze, la squadra si dirige verso il Pantheon delle più grandi divinità dell’universo, capeggiato per l’appunto da Zeus, il più potente degli dei nella mitologia greco-latina. Al loro arrivo però, i nostri non troveranno una divinità saggia, solenne e giusta, bensì un essere divino capriccioso, a tratti infantile, narcisista compulsivo e cieco alle grida di aiuto di Thor e la sua combriccola. Lo Zeus interpretato da Russell Crowe spiazza lo spettatore che ha imparato nel passato a conoscere il Padre degli Dei come un essere potentissimo, Dio del Fulmine da temere e riverire religiosamente. Ma è esattamente così anche nella storia dei fumetti Marvel a lui dedicati?
Le origini del personaggio Marvel
L’onnipotente Zeus viene introdotto per la prima volta nel mondo degli albi a fumetti Marvel nel lontano giugno 1949 e grazie alle menti creative di Stan Lee e Jack Kirby, per la precisione nel volume Venus #5, che allo stesso tempo introduceva ai lettori il personaggio di Venere e anche quello del dio norreno Loki, che qualche tempo dopo sarebbe entrato nel canone Marvel come fratello e nemico acerrimo di Thor. Lo Zeus di casa Marvel non è poi così dissimile da quello conosciuto nei miti fondanti della tradizione greco-latina, figlio di Crono e di Rea e fratello di Ade, Estia, Era, Poseidone e Demetra, padre di Ercole (tra gli altri) e tra gli esseri più potenti in assoluto nell’universo Marvel al pari di Galactus, lo Straniero, i Celestiali e lo stesso Odino. Nei successivi albi a colori della Marvel, il Dio del Fulmine è stato sia nemico di Thor che successivamente un prezioso alleato. Lo sarà anche nei film successivi a Thor: Love and Thunder?
Gli Dei del Marvel Cinematic Universe
A dire il vero, l’introduzione di Zeus e di altre divinità nel film di Taika Waititi non dovrebbe sorprenderci. È pur vero che le prime fasi cinematografiche del MCU non hanno fatto che introdurre specificatamente il regno di Asgard e le sue divinità norrene (lo stesso Thor, suo padre Odino, sua fratello Loki e la sorella Hela), eppure il pantheon degli Dei delle tradizioni di tutto il mondo è stato e continua ad essere anche proprietà di alcuni dei fumetti più sottovalutati creati da Stan Lee e Jack Kirby. Come esistono nell’universo narrativo Marvel le divinità norrene, coesistono alla perfezione anche quelli delle differenti culture e civiltà. Del resto la quarta fase del MCU ha già espanso il prisma di divinità disponibili, come è accaduto effettivamente nella miniserie Moon Knight con Oscar Isaac dove sono apparse alcune divinità egiziane. E ora, grazie a Thor: Love and Thunder, sembra veramente che il pantheon e le ambizioni della serie di cinecomics prodotti da Kevin Feige possano allargarsi vertiginosamente verso una fase inaspettatamente… divina.
Quale futuro nel MCU per Zeus e le altre divinità?
Al momento non sappiamo se alcuni membri illustri del pantheon delle divinità targate Marvel si scontreranno di nuovo (le divinità egizie di Moon Knight incroceranno ad esempio il loro percorso con quelle greche e norrene?), ma pare che nel prossimo film in arrivo Black Panther: Wakanda Forever agli spettatori verrà introdotto Namor, ibrido umano-atlantideo che dovrebbe gettare le basi per il benvenuto sul grande schermo per Poseidone, fratello di Zeus. Ma non è tutto.
(SPOILER ALERT)
Nella prima scena dopo i titoli di testa del film di Taika Waititi vediamo nuovamente Zeus, provato dallo scontro con Thor dove sembrava essere stato definitivamente sconfitto, tramare vendetta contro il Dio del Tuono che lo ha sfidato. Per esigere ciò che gli spetta, Zeus incarica suo figlio Ercole (il Brett Goldstein di Ted Lasso) di svolgere l’arduo compito per lui: “Per troppo tempo noi Dei siamo diventati come delle barzellette, e adesso gli esseri umani ci hanno sostituito ai supereroi. Ma vedrete, torneranno a temerci e ad adorarci, vero Ercole?“.
Questo è il monito di Zeus agli spettatori prima della chiusura del film.