Abbiamo sentito tutti la mancanza di Butcher e dei suoi ragazzi. Un anno è bastato, a noi come a loro, per prepararci a una premiere più ricca che mai: in questa recensione dei primi tre episodi di The Boys 3, proveremo a verificare se uno tra gli show di punta di Prime Video abbia mantenuto il suo brillante e violentissimo carisma, visivo quanto narrativo.
The Boys 3
Genere: Azione, commedia nera, drammatico, satira, supereroi
Durata: 3 episodi/60 minuti ca.
Uscita: 3 giugno 2022 (Prime Video)
Cast: Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty
La trama: un anno dopo
Un anno è passato dalla fine degli eventi della seconda stagione e molte cose sembrano essere cambiate. Patriota è in calo nei sondaggi a seguito della sua relazione pubblica con Stormfront, che si è macchiata di ideologie naziste ed è stata ridotta in fin di vita. Butcher è ancora attonito per l’inaspettata morte della moglie e i Boys hanno drasticamente ridotto la loro attività: la caccia ai Super si effettua ora solo tramite prove tangibili con cui incastrarli e processarli per le loro azioni scorrette ed eccessive. A supporto c’è Hughie che, abbandonato Butcher, è ora impiegato in un organo politico adibito proprio al monitoraggio delle attività dei Super.
Un idillio pacifico che, come capita spesso, non è destinato a durare a lungo e questa volta a rompere gli equilibri potrebbe essere proprio Patriota, che troveremo impegnato in un’azione decisamente inaspettata per il modo in cui abbiamo imparato a conoscere il Super più forte e più disturbato di tutto l’universo narrativo di The Boys.
La serie conferma le proprie qualità
I primi tre episodi ricalcano perfettamente la grammatica della serie, ma si prendono comunque il tempo sufficiente per far acclimatare lo spettatore. Ci addentriamo in una realtà dove i Super vivono alla stregua di influencer e simili, chi possiede poteri si esibisce in reality show per entrare nelle grazie della Vought (la società che cura le attività come l’immagine dei supereroi) e dunque avere la possibilità di vivere pubblicamente come star. Nel privato, però, si può cedere ai propri stravizi, illegali e non.
The Boys è tra le serie che più hanno trovato il giusto equilibrio negli obiettivi prefissati, ponendo sempre lo spettatore al centro dell’attenzione grazie al personaggio di Hughie, l’elemento inedito nel gruppo di Butcher con cui è facile entrare in empatia. Alla vena prettamente umoristica, condita da situazioni deliziosamente splatter, si è sempre lasciato molto spazio anche all’aspetto politico e sociale, specialmente nel modo in cui la narrazione decostruisce la figura dei Super. Proprio in questi primi episodi si assiste al crollo emotivo di Patriota, che nonostante i fenomenali poteri cosmici, è tenuto al guinzaglio dalla Vaught e da un nuovo responsabile che ragiona e si muove sempre con i dati di apprezzamento in mano. Patriota sta venendo declassato, e questo è un duro colpo per la sua psiche già poco incline alla pazienza e al ragionamento logico.
Il nemico del mio nemico è mio amico
C’è poi un momento assai particolare, che riesce a racchiudere il senso del già citato equilibrio di intenzioni produttive e resa finale del prodotto. In un contesto dove Butcher vuole la fine della Vought e dei suoi Super, anche Patriota sta maturando l’idea di annientare la Vaught, che come una cintura di castità lo immobilizza in un senso di finto integralismo, costringendolo a nascondersi ogni giorno dietro a finti sorrisi. I due, seduti insieme a parlare di come effettivamente tutto il male venga dalla succitata multinazionale, danno vita ad un momento di una potenza drammaturgica impressionante. Uno dei punti a nostro parere migliori della serie, che quando deve abbandonare lo stile pulp e ilare è capace di inquadrare molto bene la realtà dei fatti, ossia come un potere troppo grande nella mani di un’azienda così spietata stia cominciando a fare seri danni.
Il resto è un contorno di scene esteticamente brillanti, provocatorie, in grado di farci soffermare a ragionare sul valore effettivo delle azioni dei protagonisti, rivalutandole e vedendole sotto un’altra prospettiva.
Dopo questo lancio massiccio di tre episodi, la pubblicazione ritornerà ad essere settimanale per i restanti cinque che compongono questo terzo ciclo di episodi, soluzione ideale per tenere l’attenzione alta, le discussioni vive sui social e farci stare tutti sulle spine.
Insomma, i The Boys sono tornati, in grande stile e con qualche punticino di carisma in più. La lunga attesa è stata ripagata alla grande.
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La recensione in breve
The Boys mancava da molto nel nostro quotidiano e l'arrivo della stagione 3 è stato come tornare a casa e, appena entrati, risentire l'odore di caffè: siamo di nuovo tra gli amici che abbiamo imparato a conoscere, sono tutti un po' invecchiati, ma sono ancora loro. Una vera e propria comfort zone, alla quale non vediamo l'ora di tornare settimanalmente.
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Voto ScreenWorld