Pochi decenni hanno lasciato un’impronta culturale paragonabile a quella degli anni ’80, un’epoca i cui film non sono semplicemente popolari, ma continuano a essere citati, omaggiati e reinterpretati nel cinema e nelle serie TV contemporanee. L’impatto di quei lungometraggi che hanno cambiato il mondo si sente ancora oggi, con franchise che Hollywood sembra incapace di abbandonare e colonne sonore che riecheggiano nelle playlist di generazioni diverse. Eppure, c’è un aspetto spesso sottovalutato di questi classici: molti di loro migliorano drasticamente a ogni nuova visione.
I film degli anni ’80 sono costruiti su livelli multipli di significato: dialoghi iper-quotabili, estetica visiva inconfondibile, soundtrack indimenticabili e, soprattutto, una stratificazione narrativa che rivela nuove sfumature ogni volta che li si rivede. Alcuni elementi non sono invecchiati bene, certo, ma proprio questa imperfezione storica offre l’opportunità di apprezzare la sostanza nascosta sotto la superficie patinata. Molti di questi film sono stati realizzati in un’epoca in cui il pubblico andava al cinema ripetutamente per lo stesso film, non avendo la possibilità di rivederlo a casa con la stessa facilità di oggi. I registi sapevano che avrebbero avuto spettatori multipli e costruivano i loro film con strati di significato che premiavano l’attenzione ripetuta.
Questa caratteristica rende i classici degli anni ’80 particolarmente adatti all’era dello streaming, dove la rivedibilità è diventata un valore fondamentale. Film come quelli descritti non sono solo prodotti di intrattenimento usa e getta, ma esperienze cinematografiche che maturano con lo spettatore, rivelando nuove profondità ogni volta che si decide di tornare a visitarli. In un panorama mediatico saturo di contenuti effimeri, questa qualità senza tempo rappresenta forse il loro lascito più prezioso. Da Akira a Footloose, questi sono gli 8 film degli anni ’80 che ci fanno emozionare ogni singola volta e che non smetteranno mai di farlo
1. La storia fantastica (1987)

Ci sono film fantasy che ti conquistano nei primi dieci minuti, e La storia fantastica del 1987 è certamente uno di questi. L’espediente narrativo del nonno che legge la storia al nipote malato, da allora copiato innumerevoli volte, rimane uno degli incipit più iconici del genere. Ma oltre all’avventura medievale classica, oltre alla storia d’amore che trionfa attraverso il coraggio, c’è qualcosa di più profondo che emerge con le visioni successive.
La Principessa Bottondoro, interpretata da Robin Wright, è un personaggio rivoluzionario in un genere che tradizionalmente riduce le donne nella sua posizione a vittime inermi delle circostanze. La sua fierezza ribelle, la capacità di prendere decisioni e sfidare le aspettative diventano sempre più evidenti quando si conosce già la trama e si può concentrare l’attenzione sulla caratterizzazione. Ogni rewatch di La storia fantastica è un’occasione per cogliere dettagli che alla prima visione sfuggono, persi nell’ebbrezza dell’avventura.
2 Footloose (1984)

Come i piedi di Kevin Bacon nel suo film rivelazione, la trama di Footloose del 1984 può sembrare sviluppata in modo piuttosto libero. Il worldbuilding è minimo, lo sviluppo narrativo essenziale, tutto sembra esistere solo per fare da cornice alle sequenze di ballo elettrizzanti che fanno muovere ogni spettatore sulla sedia, trascinato dall’entusiasmo contagioso di Bacon e dalla canzone indimenticabile di Kenny Loggins.
Il remake del 2011 ha confermato, con il suo fallimento commerciale e critico, che la formula originale era più sofisticata di quanto sembrasse. Perché con ogni nuova visione, mentre la musica diventa familiare e il film si trasforma in un sing-and-dance-along, il genio della trama paper-thin inizia a rivelarsi. La caratterizzazione volutamente leggera e il rifiuto di approfondire troppi dettagli servono esattamente a renderlo uno dei film di danza più iconici mai realizzati oltre che tra i più belli sulla tematica della ribellione adolescenziale, tanto che Chris Pratt lo avrebbe omaggiato in modo esilarante trent’anni dopo nei panni di Peter Quill.
3. Star Wars: L’Impero Colpisce Ancora (1980)

Come uno dei più grandi sequel cinematografici mai realizzati, L’Impero colpisce ancora del 1980 è naturalmente il favorito tra i fan di Star Wars. Contiene un arco di addestramento commovente e divertente, la migliore risposta a Ti amo nella storia del cinema, e il momento più iconico dell’intera saga, una di quelle citazioni classiche che tutti sbagliano a ricordare.
L’equilibrio tra azione, filosofia, suspense, politica, dramma e commedia rende L’Impero Colpisce Ancora un classico intramontabile che ricorda anche perché ci si è innamorati di Star Wars ogni volta che lo si guarda. Il film offre qualcosa per spettatori con ogni tipo di gusto, ed è ancora celebrato come probabilmente il più grande film di fantascienza di tutti i tempi. Ogni visione successiva permette di apprezzare un diverso livello di quella stratificazione magistrale.
4. Top Gun (1986)

Mentre aspettiamo il terzo capitolo e studiamo tutte le curiosità sul secondo, non si può non tornare all’originale. A prima vista, Top Gun del 1986 sembra rivolto esclusivamente agli appassionati di film d’azione, apparentemente privo di molto oltre le scene di volo ad alta tensione e le imprese audaci. Quelle sequenze ti catapultano nel mezzo di intense manovre aeree della Marina e tattiche di guerra, semplificate nella tipica moda hollywoodiana per creare lo spettacolo inebriante che il pubblico viene a vedere.
Eppure la scarica di adrenalina conquista anche gli spettatori senza alcun amore per il genere action con le visioni successive. Si scopre un nuovo apprezzamento per il timing dei momenti drammatici, dalla morte all’interludio romantico. Ogni volta che si rivede Top Gun, se ne apprezza maggiormente la sua natura smaccatamente kitsch e si sente ancora di più quel bisogno di velocità che definisce l’intera saga.
5. L’aereo più pazzo del mondo (1980)

Il più celebrato tra i film comici del trio Zucker, Abrahams, Zucker, L’aereo più pazzo del mondo del 1980 è un’opera che probabilmente non verrebbe mai realizzata oggi, soprattutto per alcune battute che non reggono gli standard contemporanei di comicità accettabile. Tuttavia, contiene alcune citazioni di puro genio cinematografico, pronunciate da Leslie Nielsen, aiutandolo a emergere come attore comico.
Più si guarda L’aereo più pazzo del mondo, più ci si rende conto che la parodia dei disaster movie non opera solo a livello superficiale. Le gag ripetute, che riescono ancora a strappare risate ogni volta, dimostrano le fantastiche capacità di scrittura del trio, che diventano più facili da apprezzare a ogni rewatch, mentre la reazione iniziale di scandalo nel clima odierno lentamente si attenua, lasciando spazio all’ammirazione per la costruzione comica.
6. La Mosca (1986)

Il cinema di David Cronenberg è preceduto dalla sua reputazione di essere cruento, duro e spesso disgustoso, ma la sua filmografia merita una reputazione migliore anche tra gli scettici del cinema horror. Nessun altro film di Cronenberg offre forse prove migliori a sostegno di questa affermazione del creature feature del 1986 La Mosca, nonostante presenti anche una delle morti più raccapriccianti del cinema horror degli anni ’80, tant’è che ad oggi è in lavorazione un remake.
La Mosca non è uno spettacolo di gore, e sotto l’esteriore dall’aspetto disgustoso si nasconde una storia straziante di ambizione scientifica, proprio come la forma ibrida del protagonista con la mosca nasconde un vero essere umano al suo interno. È probabilmente il film più triste di Cronenberg, e ogni rewatch rivela più dettagli sottili che si legano alla storia ammonitrice al cuore del body horror, in modi che nemmeno ai giorni nostri si è riusciti a replicare. La trasformazione di Jeff Goldblum non è solo fisica, ma esistenziale, e questo emerge con chiarezza cristallina solo alle visioni successive.
7. Akira (1988)

L’influenza diffusa del film anime di fantascienza distopica di Katsuhiro Otomo del 1988 diventa ancora più evidente quando ci si rende conto che esistono già film che sono come un Akira live-action, e la maggior parte di essi è stata realizzata dopo la sua uscita. Ha un’essenza inebriante, nonostante la sua storia sia così straziante e il mondo in cui è ambientato così intimidatorio.
L’estetica visiva è motivo sufficiente per innamorarsi di Akira. Il suo commento sociale senza tempo e la storia emotivamente ricca elevano ulteriormente il suo appeal. Tuttavia, ciò che rende Akira così rivedibile oltre la necessità di vivere in quel mondo visivamente stupefacente è la possibilità di cogliere più aspetti che hanno permanentemente cambiato il genere sci-fi ogni, a partire dal grandioso manga, volta che lo si guarda di nuovo. Le sequenze di moto, l’uso del colore, la rappresentazione del potere psichico: ogni elemento ha generato una discendenza cinematografica che si apprezza meglio conoscendo l’originale a memoria.
8. Fa’ la cosa giusta (1989)

Rosie Perez, nel suo debutto cinematografico, che indossa vari outfit tra cui abbigliamento da boxe e balla aggressivamente sulle note di Fight The Power dei Public Enemy è un’immagine potente che non si dimentica mai. Fa’ la cosa giusta di Spike Lee del 1989 ha una delle sequenze di titoli più stupefacenti di tutti i tempi, che cattura veramente lo spirito del movimento antirazzista degli anni ’80, parzialmente menzionato nel nuovissimo Highest to Lowest.
L’esplorazione del film delle tensioni razziali nel quartiere di Bedford-Stuyvesant di Brooklyn durante il giorno più caldo dell’estate è tanto rilevante oggi quanto lo era allora. Ogni visione successiva permette di cogliere nuove sfumature nelle dinamiche tra i personaggi, nelle scelte di regia di Lee, nel modo in cui il calore opprimente diventa un personaggio a sé stante. La controversa conclusione assume significati diversi a seconda del momento storico in cui la si rivede, rendendo Fa’ la cosa giusta un film in costante dialogo con il presente.