L’arrivo di Doctor Strange Nel Multiverso della Follia al cinema sta facendo parlare di sé forse più di quanto ci si aspettasse dopo Spider-Man: No Way Home, forse perché non introduce solo supereroi nuovi, come avevano il compito di fare Shang-Chi e Eternals. È probabile che ciò stia accadendo perché la pellicola ha messo come co-protagonista Wanda Maximoff, o meglio Scarlet Witch, come l’avevamo lasciata alla fine di WandaVision, la prima serie del Marvel Cinematic Universe per Disney+ e quella che più di tutte ha fatto (eccoci di nuovo) discutere i fan.
Il film – e anche Moon Knight, ultimo prodotto televisivo Marvel conclusosi proprio in contemporanea all’approdo in sala di Doctor Strange 2 – ci hanno ricordato quanto WandaVision fosse riuscita a fare grazie a un’interprete come Elizabeth Olsen, preziosa aggiunta al nuovo corso del Marvel Cinematic Universe, e quanto potrebbe diventare importante in questa Fase 4 che sembra non aver ancora preso davvero il largo. Vediamo insieme perché, dove eravamo e dove siamo arrivati e perché Doctor Strange 2 e Moon Knight rendono WandaVision ancora più importante.
La Visione di Wanda
Quella che doveva essere la seconda ma è finita ad essere la prima – per fortuna – serie del Marvel Cinematic Universe per Disney+ è anche l’apertura – televisiva e non più cinematografica come tradizione – della Fase 4. Una Fase che tutt’oggi, come dicevamo, arranca ma che forse sta iniziando a sistemare i primi tasselli del puzzle al posto giusto. WandaVision tra i tanti meriti che ha avuto, ha potuto mostrarci quanto effettivamente fosse talentuosa Elizabeth Olsen nel passare dal dramma alla commedia (e viceversa) utilizzando solamente delle microespressioni sul volto. Bastava uno sguardo e riusciva a raccontare l’elaborazione del lutto e la perdita dell’amore con una grande prova attoriale, senza dimenticare la sua chimica con il Visione di Paul Bettany o con i figli. Nel destrutturare e decostruire un genere – quello della sitcom – la promettente Avenger con i poteri magici era passata sempre di più al lato oscuro, perché il dolore per la perdita di Visione era troppo, finendo per diventare Scarlet Witch, la più potente strega di tutti i tempi, con in mano il Darkhold, il libro dei dannati già visto nella quarta stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. Impossessatasi dell’oscuro potere di controllo (o viceversa), si è evoluta non controllando potenzialmente solo un’intera città ma un intero universo – o più universi. Questo il suo obiettivo quando la ritroviamo in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Io sono la cattiva
“Tu ti comporti così e diventi l’eroe, lo faccio io e divento la cattiva”: un bel modo di mettere Stephen Strange di fronte al patriarcato supereroico ma soprattutto dimostrando una volta per tutte quanto potente sia la sua magia, ben oltre l’ex Stregone Supremo. Doctor Strange 2 riprende quindi il personaggio, pur reiterando alcune tematiche e alcune storyline come appunto quella dell’elaborazione del lutto e del superamento di un trauma da WandaVision: per la prima volta una serie e un film del MCU sono strettamente legati, confermando l’importanza della serie nel quadro generale pensato da Kevin Feige. Il Dottore affronta anche nuovi temi come il bisogno non solo di famiglia ma proprio di maternità di Wanda, e di come per i propri figli – anche immaginari o appartenenti a un altro universo – una madre sia disposta a compiere atti discutibili e, per certi versi, disperati.
Anche Doctor Strange nel Multiverso della Follia in fondo destruttura un genere, quello dell’horror, per raccontare però dei sentimenti molto umani, un dolore insostenibile da cui non si vede via d’uscita. Ed è interessante che dopo Spider-Man che doveva crescere, come ragazzo e come eroe, il secondo supereroe Marvel ad affrontare il Multiverso sia stata la superstite dei gemelli Maximoff, per compiere quasi il percorso opposto, nell’abisso più profondo. Per guarire da un trauma, fisico o psicologico che sia, il viaggio non è mai in salita, e Wanda l’ha imparato nel più doloroso del modi finendo per perdere il controllo, perché non sempre si riesce a guarire, soprattutto se c’è di mezzo anche il soprannaturale. Qui sta la grande potenza di WandaVision che ha saputo ricordarci il film.
Cavaliere della Luna
Anche Moon Knight, show arrivato sugli schermi di Disney+ quasi in contemporanea con Doctor Strange 2, pur senza esservi collegato, se non idealmente, ci ha ricordato l’importanza di WandaVision. Non solo perché entrambe le serie puntano molto sul carisma e l’interpretazione dei loro attori protagonisti (da un lato Oscar Isaac, dall’altro la Olsen), ma anche per la tematica fortemente psicologica che coinvolge le sfaccettature dell’animo umano e la reazione a un trauma e a un dolore subìto. Inoltre, se Moon Knight si è rivelata troppo introduttiva e troppo poco incisiva, poggiandosi esageratamente sulle interpretazioni del protagonista (e un po’ del villain impersonato da Ethan Hawke) e troppo poco sulla storia e sulla genesi del personaggio, WandaVision ha creato, ben prima della caratterizzazione della protagonista, strati su strati da scoprire nella storia raccontata. Basti pensare quanto ha tenuto impegnati fan e giornalisti ogni settimana nel cercare di scovare ogni riferimento non solo nerd ma che potesse rivelarsi utile per comprendere cosa sarebbe successo nell’episodio successivo.
Isaac invece aveva già dimostrato in altre occasioni sia filmiche che seriali il proprio talento, e il personaggio che soffre del disturbo dissociativo della personalità (nato anch’esso da un trauma) già di base si presenta come una doppia interpretazione – accento diverso compreso – che avvantaggia l’interprete a portare alla luce più sfaccettature, mentre la minore delle sorelle Olsen è andata ben oltre alla mera esecuzione di un percorso di formazione da disturbo da stress post traumatico.
Evoluzione o involuzione?
Qualcuno sta parlando di involuzione del personaggio di Wanda dalla serie al film. Ma ne siamo davvero sicuri? Non si tratta forse di un modo per dirci che quando si scherza con la magia e con gli universi è difficile che vengano fuori epiloghi positivi? In fondo nonostante il personaggio interpretato da Kathryn Hahn, che avrà un suo spin-off House of Harkness, sia stata un po’ la cattiva della situazione, Wanda è sempre stata la peggiore nemica di se stessa nonché unica e sola responsabile di quanto accaduto agli abitanti di Westview. Quindi il cui comportamento da villain in Doctor Strange 2 non è solo un plot twist che fa bene all’impostazione della trama, ed è coerente con la non-guarigione di cui parlavamo prima, ma anche una riconferma che stiamo parlando di un enorme viaggio psicologico, che non va necessariamente in una direzione ma può tornare indietro, compiere delle battute di arresto.
Proprio come la sobrietà dalla dipendenza, quella dalla magia come rimedio per il dolore ha una strada altrettanto tortuosa, complessa e pericolosa. WandaVision fin dal titolo, a leggerlo bene, non è mai stata una serie su Visione ma su di lei e sulla sua visione del mondo, il suo piccolo microcosmo perfetto che si è costruita perché non riusciva ad affrontare quello reale. E di cosa parla Doctor Strange 2 se non di mondi reali e irreali, di universi paralleli diversi e uguali? Di Strange che dice di non volerlo ma sotto sotto vorrebbe trovare un universo in cui lui e Christine sono destinati a stare insieme? L’interpretazione dei sogni nella pellicola come finestre su altri universi è perfettamente in linea con quanto detto finora, anche con quanto crea Mark Spector nella propria mente.
Insomma, ancora una volta la Marvel è riuscita ad analizzare e raccontare se stessa per provare a migliorarsi. Per ricostruire a piccoli passi il proprio universo condiviso nell’era post Thanos, un’epoca difficile da mettere in scena perché complessa da strutturare e narrare, finestra sulla realtà che stiamo vivendo da due anni a questa parte. Anche WandaVision, nel suo rapporto con l’ambiente domestico, tipico delle sitcom, diveniva specchio del lockdown pandemico, mettendo in scena il bisogno di un ritorno alla normalità e soprattutto alla realtà. Il comune denominatore di Doctor Strange nel Multiverso della Follia e Moon Knight è WandaVision e la sua Wanda/Scarlet, una giovane donna che non è potuta essere moglie e madre in questo mondo e allora sceglie di esserlo altrove. Ma bisogna stare attenti a ciò che si desidera sempre, soprattutto se si ha a che fare con forze soprannaturali, perché c’è sempre un costo da pagare.