Quell’irresistibile scioglievolezza. Sì, era lo slogan di un noto brand di cioccolato, ma al momento di scrivere la recensione di Summertime 3, la serie italiana Netflix disponibile, con la sua terza e ultima stagione, in streaming dal 4 maggio, ci sono venute in mente proprio queste parole.
Summertime è così: è una serie che la gusti e si scioglie in bocca. E ha un gusto dolce, ma non banale, che ti carezza e ti avvolge il palato. E ti fa venire voglia di gustare un altro cioccolatino. Che, al di là della metafora, vuol dire binge watching. Gli episodi, da 40 minuti l’uno, scorrono veloci e fanno venire voglia di vedere i prossimi. Arrivata alla terza stagione, Summertime si conferma una serie non di forti emozioni, ma di dolci e malinconici stati d’animo.
È come quelle canzoni estive che, se le ascolti fuori stagione, ti danno gioia e malinconia.
Summertime 3
Genere: Teen Drama
Durata: 40 minuti ca./8 episodi
Uscita: 4 maggio 2022 (Netflix)
Cast: Coco Rebecca Edogamhe, Andrea Lattanzi, Amanda Campana
Summertime, and the living is not easy
E c’è proprio un po’ di malinconia già dalle prime scene di Summertime 3. Sì, perché la sceneggiatura coglie tutti i personaggi in una fase di stallo, di pausa, di riflessione. È finito il liceo e i nostri, passata la routine classica scuola-vacanze-scuola, hanno iniziato l’università, o provato a trovare la loro strada, il loro lavoro. I protagonisti di Summertime sono sempre stati individui in formazione, creta che si stava modellando da sola. Ma qui è tutto più evidente. I nostri ragazzi e ragazze stanno diventando gli uomini e le donne di domani, quelli che saranno nella loro vita. E allora certe scelte sono più nette, più difficili.
Summer (Coco Rebecca Edogamhe) non è legata sentimentalmente a nessuno e prova a vivere la sua estate con libertà, anche con avventure occasionali, che però non sembrano fare per lei. Quando incontra Ale (Ludovico Tersigni), cerca di capire se prova ancora qualcosa per lui che vada oltre l’amicizia. Ale è forse il più in crisi di tutti. Non solo non sa vuole continuare a correre in moto, non sa proprio più cosa prova per i suoi amici, e per la sua ex, Lola (Amparo Piñero Guirao) che, proprio a causa sua ha avuto un incidente in moto e non sa se potrà riprendere a gareggiare. I sensi di colpa sono grandi. E anche la sua infelicità, che lo porta a litigare con il suo migliore amico, Dario (Andrea Lattanzi). Perché Dario sembra felice: è legato a Rita (Lucrezia Guidone) e al figlio di lei, ma ora è pronto per trovare la sua strada, la sua realizzazione. Cosa che sta facendo anche Sofia (Amanda Campana), che, tornata a Cesenatico, sembra non ritrovarsi più con nessuno, soprattutto con la sua amica del cuore, Summer, con cui ha parecchie cose da chiarire. Nel frattempo, la fotografia, da passione, potrebbe diventare un lavoro.
Tutti sono fluttuanti
Ce lo avevano presentato come un prodotto liberamente tratto da Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia, e la cosa ci aveva un po’ fuorviato. Perché, a parte il concept “un ragazzo, una ragazza e una moto”, di quella storia non c’è niente. Gli sceneggiatori, lo scorso anno, ci avevano confidato di essersi piuttosto ispirati alle loro estati. E Summertime sembra in realtà ricordare le estati di tutti noi. Non tanto per quello che accade ai personaggi, ma per quel fatto di ritrovarsi, dopo un anno passato a fare altro, in quello che è un mondo a sé, dove si riannodano fili interrotti. Così, ogni volta che ritroviamo Summertime ritroviamo quei personaggi dopo che non li vedevamo per un po’, ed è così anche per loro.
Anche Summy. Sofi, Ale, Dario, Edo, Giulia e gli altri non si sono visti per un po’. Quando si rivedono, ci sono cose che vengono dette, e poi c’è un non detto, un qualcosa che, pian piano, forse verrà fuori. La vita, in fono è così, ed è così anche Summertime. In questa terza stagione, tutti i personaggi sembrano essere fluttuanti, fluidi, in viaggio, in divenire. Fluttuano tra amicizia e amore, tra amore e lavoro, tra un orientamento sessuale e un altro, e ci fanno sembrare che tutto, in fondo possa accadere. Si tratta prima di capire se stessi, però. E, una volta capiti, trovare le parole per dirlo.
La nuova stagione di Summertime ha contorni e ruoli meno netti, lascia tutto molto sfumato, e sembra strano che debba finire qui, ora che questi personaggi li abbiamo conosciuti, li abbiamo visti crescere, e ci sembra che possano farlo ancora.
Attenzione ad Andrea Lattanzi e Amanda Campana
Summertime racconta tutto questo in modo quieto, senza svolte drammatiche nè scene madri, ma con un continuo avvicinarsi e allontanarsi dei personaggi. Oltre a Coco Rebecca Edogamhe e Alessandro Tersigni, natural born leading roles, per la loro avvenenza e il loro charme (in particolare, la protagonista femminile è cresciuta molto dalla prima stagione, dove era un po’ acerba) ci piacciono i coprotagonisti. Il Dario di Andrea Lattanzi accompagna a un volto unico, che al cinema italiano mancava, una sensibilità e una bellezza nel porgere le battute che ne fa un personaggio davvero reale, credibile, qualcuno che senti che potrebbe essere un tuo vero amico. É la stessa cosa che pensi della Sofi di Amanda Campana, cresciuta e cambiata anche nel look, i capelli lunghi e ricci al posto del caschetto con cui l’avevamo conosciuta, un’attrice che, quando è in scena, come Andrea Lattanzi, fa accendere subito i riflettori, pur non andando mai sopra le righe, con la naturalezza del personaggio. Anche Lucrezia Guidone, che è Rita, la compagna di Dario, è una presenza che accende sempre la storia, ed è bello rivederla dopo una serie come Fedeltà, in cui, con toni diversi, poneva le stesse riflessioni sull’amore. Ma tutti i personaggi e gli attori (evitiamo il lungo elenco) danno il loro apporto in quello che è un racconto corale.
Riscattare la Riviera Romagnola dal cinema anni Ottanta
Summertime racconta tutto questo confezionandolo in un packaging splendente, accattivante. Le riprese di Cesenatico sono invitanti, ma mai strettamente da cartolina, e ci sembra che il tono del racconto riscatti la Riviera Romagnola da una certa commedia scollacciata anni Ottanta e Novanta che aveva fissato il cinema balneare nell’immaginario collettivo, provando a fare un racconto più intenso e approfondito. Nella stagione 3 ci sono meno eccessi, meno scene d’insieme e più passi a due, perché è a due a due che i sentimenti si possono chiarire, ed è questo l’obiettivo dell’ultima stagione di Summertime. La regia prova sempre ad accarezzarne i tratti del volto e i capelli con giochi di luce che non sono quelli al neon di Euphoria, ma, discretamente, valorizzano i personaggi e i loro stati d’animo.
Salutiamo allora con soddisfazione, e un po’ di dispiacere, Summertime, una serie a cui vogliamo bene per un motivo in particolare. Era arrivata sui nostri schermi infatti nel maggio del 2020, in piena pandemia, quando eravamo chiusi nelle nostre case, e ci aveva portato fuori, al mare, non troppo lontano da casa ma quanto basta per farci sognare, per farci respirare. Ora finisce quando sembra che, finalmente, possiamo ritrovare la libertà di muoverci. Ma è il caso di dire a Summertime un sentito grazie. E gustarci quell’irresistibile scioglievolezza.
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Conclusioni
Nella recensione di Summertime vi abbiamo spiegato che si conferma una serie non di forti emozioni, ma di dolci e malinconici stati d’animo. Con un cast corale ben amalgamato e una storia di crescita, la serie è come quelle canzoni estive che, se le ascolti fuori stagione, ti danno gioia e malinconia.
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Voto ScreenWorld