Non capita spesso di avere già nel titolo i maggiori dettagli e contenuti di un videogioco, ma JDM Japanese Drift Master realizza tutto ciò con il contesto orientale e il drifting, cuore centrale della grammatica ludica del titolo. Siamo in Giappone, bolidi, motori, curve e drift. Ingredienti perfetti per tutti gli appassionati di giochi che ci mettano alla guida di quattroruote potenti e personalizzabili.

Senza troppi indugi, ingraniamo la marcia e gettiamoci nella recensione di JDM Japanese Drift Master.

JDM Japanese Drift Master, tra Tokyo Drift e Initial D

Una sequenza di gioco di JDM Japanese Drift Master
Una sequenza di gioco di JDM Japanese Drift Master – ©Gaming Factory

Nella fittizia regione di Guntana, ci mettiamo nei panni di Tomua giovane ragazzo con la passione per i motori e come i migliori supereroi in cerca di avventure notturne, di giorno Tomua consegna sushi a domicilio per la regione e le diverse cittadine adiacenti, ma di notte la sua automobile cromata esce dal garage, sparata al neon, pronto a partecipare alle migliori gare di corse clandestine su strada e guadagnare rispetto.

C’è dunque un po’ di trama in questo simulatore di segni di penumatici su strada, narrata anche decisamente bene, come tradizione vuole, su delle pagine di un manga – dunque da leggersi da destra a sinistra, con tanto di indicazioni – perché l’ispirazione anche nei veicoli narrativi, vuole rimandare tutta in oriente, prendendo spunto proprio tra opere quali Initial D o il tamarrissimo Tokyo Drift.

In tal senso appare chiaro che lo scopo delle diverse missioni che dovremo affrontare non sarà mai ricondotto al semplicistico obiettivo del tagliare il traguardo prima degli altri, bensì arrivare sì a fine percorso, ma con il maggior punteggio nello stile di guida e nel drifting, dunque se non siete pratici di questa azione, forse potreste trovare qualche difficoltà.

Drift in città

JDM Japanese Drift Master, una schermata di gioco
Guida notturna in JDM Japanese Drift Master – ©Gaming Factory

Costruito attorno un open world stretto e dettagliato della fittizia regione di Guntana, siamo chiamati a muoverci in questa mappa raccogliendo sfide quotidiane che non si sviluppano di sole gare, bensì anche da piccole commissioni quotidiane: una consegna a domicilio di sushi è il modo migliore per fare pratica con il drift tra le strettissime strade della città, evitando gli ostacoli e poter fare una consegna perfetta.

Poi al calar della notte o dell’avanzamento delle missioni, arrivano le strade su strada con altri sfidanti e lì la difficoltà incontra una sterzata davvero ripida. JDM Japanese Drift Master non è strettamente un gioco difficile, bensì è un gioco che applica con religiosa precisione la fisica del drifting, motivo per cui approcciarsi al titolo come fosse un qualunque altro gioco di corse su bolidi cromati al neon, è quanto di più errato.

L’approccio ludico dunque è tutto nella teoria dello sterzo, del freno a mano, acceleratore e frizione, mentre le ruote compiono semicerchi e lasciano segni sulle strade notturne e bagnate dalla pioggia. Insomma, in termini tecnici e di sensazione ludica, il risultato è tra i migliori su piazza, anche nel modo in cui il titolo cerca il suo equilibrio tra esperienza drift e livello di dettaglio del mondo di gioco. Esistono tanto giochi dedicati a questa meccanica, andando a concentrare l’esperienza tutta lì e meno al mondo attorno a noi. JDM in questo ha sicuramente una marcia in più.

Una visita dal meccanico

Una consegna di sushi in JDM Japanese Drift Master – © Gaming Factory

Se sul fronte ludico il titolo presenta un livello di sfida interessante e ricco di sfumature, i maggiori problemi si ritrovano, paradossalmente, in piccolezze che rendono la quality of life generale un po’ sottotono. Come già detto sopra, la realizzazione della mappa risulta interessante, ma spesso articolata da strade troppo strette e con curve a gomito che non danno manovra di azione anche con i migliori riflessi. La situazione peggiora quando si gareggia con altri sfidanti, andando a creare ingorghi e rendendo impossibile realizzare drift e dunque punteggio per vincere.

In generale poi il titolo propone una grande varietà di azione, dal cellulare da usare come menù, all’acquisto di altre auto e la possibilità di mettere mano sul motore e l’estetica. Tutti sfizi interessanti che spesso però sembrano fini a se stessi, infatti – difetto o pregio, a voi capire come vederlo – capiterà di poter ottimizzare al meglio delle situazioni ogni singola auto in nostro possesso. Questo vuol dire che potremo finire il gioco tranquillamente con l’auto iniziale. Ricordate, si tratta di drift, non tanto di arrivare primi al traguardo.

In chiusura una piccola nota sulla fluidità del gioco, tenuta sempre salda e su ottimi livelli prestazionali, a cui però si nota un’ottimizzazione mancata su alcuni fronti, con una resa decisamente sporca su alcuni modelli o nel caricamento mediamente più lungo della media. Non difetti che bocciano tutto il progetto, bensì un’ottima base di partenza, decisamente divertente e dedicata a tutti gli appassionati di giochi di drifting lì fuori, che può essere solo che ottimizzata ed evoluta.

La recensione in breve

7.0 ottimizzabile

JDM Japanese Drift Master è un ottimo titolo che chi cerca un equilibrio ludico totale tra ambientazione, trama e tecnica di drift. L'esperienza è più che buona, con un buon senso generale di progressione tra compiti di consegna semplici, ad altri che richiedono massima concentrazione e tecnica. Diverse imprecisioni di ottimizzazione, assieme ad alcuni problemi della mappa non rovinano comunque un titolo che può prendervi anche decine e decine di ore di gioco e personalizzazione con il buon numero di auto presenti.

Cosa ci è piaciuto
  1. La trama in stile manga
  2. La cura nel drift
  3. La mappa di gioco
Cosa non ci è piaciuto
  1. Si poteva ottimizzare meglio
  2. Le strade sono troppo strette
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Classe 1989. Gabriele Barducci scrive di Cinema e serie tv. Dal 2022 è responsabile dell'area videogiochi di ScreenWorld. Comincia a scrivere di Cinema e serie tv nel 2012 accompagnando gli studi in Scienze della Comunicazione presso l'università di Roma La Sapienza. Nel 2016 entra nella redazione di The Games Machine occupandosi anche di videogiochi, mentre dal 2017 è nello staff della rivista di cinema Nocturno.