Gli occhi di Claudine erano di un limpido castano ramato, determinati e radiosi. Ogni volta che pronunciava una vocale, le sue labbra- dalla forma grande e risoluta – si muovevano in maniera impeccabile, tradendo tutta la sua straordinaria intelligenza.

In un’epoca in cui l’arte del fumetto iniziava appena a sfiorare temi legati all’identità di genere, Riyoko Ikeda scelse di dar voce al giovane Claudine. L’opera, pubblicata nel 1978, è sì breve, ma folgorante, unica nel suo genere ed estremamente attuale: il ritratto delicato e tragico di un giovane uomo intrappolato in un corpo da donna, una realtà che la società rifiuta di comprendere.

Forte di una narrazione compatta ma intensa, la regina Riyoko Ikeda abbandona il racconto delle grandi rivoluzioni storiche per concentrarsi su un altro tipo di rivoluzione: quella dell’anima. Una metamorfosi silenziosa, legata all’autodeterminazione, a cuori spezzati e al dolore reso invisibile dal pregiudizio.

Claudine de Montesse: un’identità chiara come il sole

Claudine, J-POP Manga
Claudine, J-POP Manga , © amazon.it

Claudine de Montesse è un uomo. Ha lunghi capelli biondi, uno sguardo che conquista, pelle candida e un nome da donna: è nato in un corpo femminile ma profondamente, inequivocabilmente uomo. È necessario ricordare che Claudine, difatti, non è in cerca di sé, non è un cucciolo smarrito, né tantomeno una donna “solo confusa”. Il giovane è certo della propria identità come si è certi della propria voce, della propria lingua madre. Fin da bambino, Claudine afferma con una semplicità disarmante chi è, e il suo modo di vivere questa verità ha la limpidezza di un cielo terso, che non ha bisogno di spiegazioni.

Tuttavia, per Ikeda Claudine non è un simbolo né una provocazione. È, semplicemente, una persona che chiede di essere vista per quello che è. Ma la società che lo circonda – bigotta, dallo sguardo rigido, che crede in ruoli predeterminati e gentilezze formali – lo osserva attraverso lenti appannate da norme considerate inviolabili. E così, la consapevolezza di Claudine si trasforma in condanna: quella di dover esistere in un mondo che lo chiama figlia, sorella, donna.

Non è il suo corpo ad essergli nemico: il vero nemico è lo sguardo sociale, quella distorsione collettiva che riduce l’essere all’apparire.

In amore vince chi fugge

Claudine, J-POP Manga
Claudine, J-POP Manga

La vita di Claudine è segnata da una serie di amori che non fioriscono mai realmente. Ciascuno dei suoi legami affettivi è sincero, pieno, vibrante di verità. Ma ogni volta, la realtà interviene, irrompe con forza e – come una falce – stronca il sentimento alla radice. Pertanto, in poco più di 100 pagine il lettore viene catapultato nella tragedia del giovane aristocratico. Si affeziona al primo amore di Claudine, la dolce Maura, ma quest’ultima viene allontanata dai suoi genitori: sono state scoperte, lo scandalo dev’essere evitato. In seguito, conosciamo Cecilia, donna elegante ma inaccessibile: amava suo padre. Infine arriva Sirene, che pare essere l’unica capace di vedere l’uomo dentro di lei, ma che – ad ogni modo – sceglie la via più semplice: il fratello di Claudine.

L’unica donna a rimaner fedele a Claudine è Rose Marie, sua amica d’infanzia da sempre innamorata di lui. L’unica che non osa nasconderlo, che lo rincorre per anni, che si accorge di quanto il giovane stia soffrendo: tuttavia, la sola a non aver mai davvero attirato l’attenzione di Claudine. Difatti, non è l’amore a mancare nella vita di Claudine, ma la possibilità che esso venga riconosciuto in quanto tale. Lui ama con purezza, ma nessuno si concede il coraggio di amarlo per davvero. Così, l’amore si tramuta in un nostalgico eco, in ferita mai rimarginata.

A rendere tutto più doloroso è la famiglia: il padre, affettuoso ma assente, è incapace di prendere posizione. La fredda madre è interessata più alle apparenze che alla verità del figlio, mentre uno dei fratelli diventa infine un antagonista inconsapevole, usurpando l’ultimo spiraglio di felicità. Nonostante…

Ancora una volta, mi sento di affermare che nessun uomo, nato tale, avrebbe potuto amare una donna così profondamente come lei.

Non ho saputo aiutarlo.

Claudine, J-POP Manga
Claudine, J-POP Manga

Osserviamo la storia di Claudine attraverso gli occhi di uno psichiatra uomo, convocato dalla madre del giovane per “osservare” e – possibilmente – correggere i comportamenti di quella che lei chiama ancora figlia. All’inizio, la voce del medico è fredda, quasi clinica, da osservatore imparziale. Ma pagina dopo pagina, lo sguardo si incrina, si umanizza, si avvicina. Lo comprende.

Questo punto di vista esterno, tanto distante quanto necessario, consente alla Ikeda di mettere a nudo le strutture sociali dell’epoca, e non solo. Il mondo scientifico si limitava a studiare le anomalie senza comprenderle, raccoglieva dati senza empatizzare coi pazienti: tuttavia, lentamente, il muro della professionalità si sgretola. Lo psichiatra inizia a sentire, a partecipare, a riconoscere la bellezza, l’intelligenza, la coerenza di Claudine.

Pertanto, quando il giovane cade preda della disperazione e opta per la serenità della morte, il medico si limita a confessare la sua impotenza, ammettendo di non aver saputo aiutarlo. È una realtà devastante, un fallimento che non pesa solo sulle sue spalle, ma su quelle di un’intera società.

Un teatro novecentesco per una tragedia silenziosa

Claudine, J-POP Manga
Claudine, J-POP Manga

Ikeda ambienta Claudine in una Francia aristocratica di inizio Novecento, dove l’ordinarietà è legge e l’apparenza è tutto. Gli ambienti raffinati, i saloni pieni di specchi, gli abiti sontuosi sono simboli di un mondo che preferisce la superficie alla sostanza. È un palcoscenico perfetto per un dolore che si consuma nell’intimità, lontano da occhi indiscreti.

Il tratto grafico della Ikeda, regina dello shōjo anni Settanta, esalta i volti angelici, le lacrime che brillano come perle e gli sguardi che comunicano più dei dialoghi. Ma ogni vignetta è intrisa di malinconia, poiché la bellezza visiva amplifica il contrasto con l’abisso emotivo. In questa Francia ideale e decadente, l’eleganza è una maschera, un velo su un dolore che nessun salotto può contenere.

Una voce fuori dal tempo, che parla al presente

Claudine, J-POP Manga
Claudine, J-POP Manga

Nel 1978, in un Giappone ancora profondamente conservatore e legato a un rigido binarismo di genere, Riyoko Ikeda compie un gesto audace: racconta la storia di un uomo transgender con rispetto, umanità ed esente da sensazionalismi. Claudine non è un manifesto ideologico, ma un ritratto delicato e struggente di un’identità negata: Claude semplicemente è, esiste, ama.

Perché non posso essere chi sono? Perché nessuno può amarmi davvero?

Sono quesiti che restano tristemente senza risposta, ieri come oggi. Poiché, a distanza di oltre quarant’anni dalla nascita dell’opera, il Giappone continua a mostrare gravi ritardi nel riconoscimento dei diritti delle persone transgender. La legge del 2004, il Gender Identity Disorder Special Cases Act, impone condizioni drastiche per il cambio legale di genere: diagnosi psichiatrica, sterilizzazione obbligatoria, età minima di 20 anni, stato civile non coniugato e assenza di figli minori. Questi requisiti violano diritti fondamentali come la privacy, l’integrità fisica e l’autodeterminazione, tanto che alcuni di tali provvedimenti sono stati dichiarati incostituzionali.

Tuttavia, la giustizia giapponese continua a ritenere l’identità transgender più simile ad una patologia da curare. In assenza di leggi anti-discriminazione, molti giovani si sentono costretti a intraprendere transizioni precoci per evitare stigma e marginalizzazione. E Claudine parla ancora a questo presente: in una società che pretende conformità, l’opera di Ikeda resta una voce fuori dal coro necessaria, che invita ad ascoltare senza giudicare, ad accogliere senza condizioni, e a riconoscere l’umanità prima di ogni norma.

Breve, intenso, al contempo delicato.

Claudine, J-POP Manga
Claudine, J-POP Manga

Come ogni opera intensa e breve, anche Claudine si espone a un rischio: quello della compressione. In poco più di cento pagine, la vita del protagonista si consuma con la velocità di una candela: assistiamo a un rapido susseguirsi degli eventi, e di questo spesso risente la caratterizzazione dei personaggi secondari. Maura, Cecilia, Sirene, il padre, la madre, il fratello, sono solo figure ritagliate per fare da contraltare a Claudine. Presenze evanescenti, ombre schiave di un mondo che vive di apparenze e menzogne. Ed è così che quelle 100 pagine di storia risultano sufficienti, avvolgendo il lettore in un caldo e malinconico abbraccio.

Ma Claudine non è solo una storia su un ragazzo transgender: è un piccolo gioiello emotivo che scava nell’anima del lettore, nonché una vera e proprio galleria d’arte classica firmata Ikeda. È un invito al riconoscimento dell’identità negata a molti di noi, l’ode di amori non corrisposti e il peso della solitudine: perché Claude non cerca compassione. Lui vorrebbe solo essere solo amato.

Ed è ciò che chiedeva Ikeda nel 1978: poiché ascoltare – farlo per davvero – è il primo passo per cambiare.

Conclusioni

8.0 Intenso

Come ogni opera intensa e breve, anche Claudine si espone a un rischio: quello della compressione. In poco più di cento pagine, la vita del protagonista si consuma con la velocità di una candela: assistiamo a un rapido susseguirsi degli eventi, e di questo spesso risente la caratterizzazione dei personaggi.

Maura, Cecilia, Sirene, il padre, la madre, il fratello, sono solo figure ritagliate per fare da contraltare a Claudine. Presenze evanescenti, ombre schiave di un mondo che vive di apparenze e menzogne. Ed è così che quelle 100 pagine di storia risultano sufficienti, avvolgendo il lettore in un caldo e malinconico abbraccio.

Ma Claudine non è solo "la storia di un ragazzo transgender": è un piccolo gioiello emotivo che scava nell’anima del lettore. È un invito al riconoscimento dell'identità negata, l'ode di amori non corrisposti, il peso della solitudine: perché Claude non cerca compassione. Lui vorrebbe solo essere compreso, amato.

The Good
  1. Racconto intenso ed esente da sensazionalismi
  2. Tratto di Ikeda
  3. Intenso, emotivo, forte
The Bad
  1. Risente della breve durata
  2. Personaggi secondari caratterizzati poco
  • Voto ScreenWorld 8
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Napoletana, classe 92, nerd before it was cool: da sempre, da prima che fosse socialmente accettato. Dopo il diploma al Liceo Classico, una breve ma significativa tappa all'Accademia di Belle Arti mi ha aperto gli occhi sul futuro: letteratura, arte e manga, compagni di una vita ed elementi salvifici. Iscritta a Lettere Moderne, ho studiato e lavorato per poi approdare su CPOP.IT e scoprire il dietro-le-quinte del mondo dell'editoria. Dal 2025 scrivo per LaTestata e mi sono unita al team di ScreenWorld in qualità di Capo Redattrice Anime e Manga: la chiusura di un cerchio e il coronamento di un sogno.