Cortometraggio : Film di breve durata, generalmente non superiore ai 40 min.

I David di Donatello di quest’anno hanno messo in risalto ancora una volta l’importanza di una nuova generazione di registi, attori e produttori. La vittoria di Margherita Vicario con Gloria! e di Maura Delpero con Vermiglio ha dato spazio non solo a nuove voci, ma anche alla presenza sempre più rilevante di registe donne nel panorama cinematografico italiano.

Partendo da questo spunto, abbiamo deciso di dedicare la rubrica di maggio ai cortometraggi vincitori dei principali premi nazionali di cinema: i César in Francia, i Goya in Spagna, e così via.

Purtroppo, molti di questi cortometraggi acclamati non sono facilmente reperibili online o sulle piattaforme di streaming. Il modello economico che sostiene i corti di successo è ancora fragile e limitato. Tuttavia, quelli disponibili offrono comunque un ottimo sguardo sul panorama internazionale e sulle menti creative di giovani, e non più così giovani, registi e registe.

Corti d’Italia: Dell’ammazzare il maiale

Simone Massi, 2012, Italia, 6’

Dell’ammazzare il maiale di Simone Massi, vincitore del David di Donatello per il cortometraggio, è tante cose. È un presagio di morte (la morte del maiale), certo, ma anche la fine di un’epoca, il distacco da un mondo contadino visto con occhi estranei, quasi onirici.

Dell’ammazzare il maiale è anche il racconto di un figlio che deve lasciare casa, sradicato letteralmente dalle sue origini. Come il maiale, prima di essere ucciso, vede “il cielo e le cose del mondo”. La morte dell’animale diventa metafora del passaggio, della separazione, della perdita dell’infanzia e dell’identità contadina, confortata unicamente dalla madre che accarezza il bambino e gli sussurra che tutto andrà bene.

L’animazione, unica e inconfondibile di Massi, il tratto tremolante, in continuo movimento, dà vita a un mondo di ricordi dove tutto è connesso, tutto scorre, e nulla è mai completamente fermo. Una memoria che pulsa, respira e sanguina. Se siete interessati, tutti e cinque i cortometraggi candidati ai David di Donatello di quest’anno sono attualmente disponibili su MUBI.

Corti Moderni: TimeCode

Juanjo Giménez, 2016, Spagna, 15’

Timecode – © Nadir Films SL

In Timecode, vincitore del Goya per il miglior corto e della Palme d’Or du court métrage, due custodi di un parcheggio instaurano un legame profondo e inaspettato attraverso i video delle videocamere di sorveglianza. La danza diventa il loro mezzo di espressione.

Isolati nelle loro vite e confinati dietro le scrivanie degli angusti uffici di sorveglianza, i due protagonisti osservano l’altro ballare nello sconfinato mondo che si apre oltre lo schermo. La loro comunicazione è silenziosa, visiva, fatta di gesti e movimenti coreografici. Nella danza si incontrano, si rispecchiano, si comprendono. Ma, inevitabilmente, ognuno riprende la propria strada, tornando alla solitudine quotidiana.

Juanjo Giménez riesce con sorprendente semplicità e intelligenza a trasformare uno strumento di controllo, le videocamere di sorveglianza, emblema del panoptismo postmoderno, in un veicolo poetico, romantico. In un ambiente monotono e apparentemente privo di vita come un parcheggio sotterraneo, si apre così uno spazio per l’empatia, la libertà e l’arte.

Timecode è disponibile su Disney+.

Corti Lontani: Ulysse

Agnes Varda, 1983, France, 21’

Ulysse – © Ciné Tamaris

In Ulysse, cortometraggio vincitore del César per il miglior documentario breve e della Palme d’Or du court métrage, Agnès Varda ritorna su una sua fotografia scattata quasi trent’anni prima. L’immagine enigmatica ritrae un uomo e un bambino nudi su una spiaggia del nord della Francia, in primo piano giace il corpo di una capra morta.

Da questa fotografia nasce un viaggio nella memoria, che Varda intraprende con uno sguardo curioso e giocoso, muovendosi liberamente tra presente e passato. Il bambino, ormai adulto, conserva ricordi vaghi e frammentari: ricorda altre foto, ma non quella. Ricorda Agnès, ma non la capra.

Ulysse, nome dell’adulto-bambino e della fotografia-dimenticata, diventa così un’opera doppia, un’indagine sul significato stesso della memoria. Cosa rimane? Cosa si perde? Perché alcune immagini si fissano nella mente e altre svaniscono? Tra incontri, rievocazioni, ironia e affetto, Varda si lascia sorprendere dalle dissonanze tra ciò che è stato e ciò che si ricorda. Come lei stessa dice:

«En fouillant le sable de la mémoire, on tombe sur des os…»
(Rovistando nella sabbia della memoria, si inciampa su delle ossa…)

Ulysse è disponibile su Vimeo.

 Corti Animati: When the day breaks

Wendy Tilby e Amanda Forbis, Canada, 1999, 10’

Nella monotonia delle giornate, un evento improvviso può sconvolgere il nostro equilibrio. When the Day Breaks, cortometraggio animato vincitore del Canadian Screen Awards e dell’Oscar per il miglior cortometraggio nel 1999, descrive con delicatezza ed umorismo un mondo individualistico ed ordinario, dove ognuno è isolato nella propria routine. Eppure questo mondo statico è in costante movimento grazie a un’animazione fluida ed ininterrotta.

I personaggi, tutti animali antropomorfi, sono uno diverso dall’altro, nessuno si ripete, a sottolineare la ricchezza e l’unicità di ogni individuo. Le loro vite sono interconnesse da una rete invisibile fatta di elettricità, cavi telefonici, tombini e condotti sotterranei. Ed è proprio lì, nel buio del mondo sotto la superficie, che l’animazione rallenta. In quello spazio nascosto, When the Day Breaks invita a una pausa, un respiro, un ritorno all’umanità perduta. 

Corti gialli: Cogito Ergo Sum

Nipho Mashinini, 2023, South Africa, 39’

Vincitore del South African Film and Television Award per il miglior cortometraggio, Cogito Ergo Sum è un’opera atipica nel panorama dei corti. Con una durata al limite del lungometraggio, il film sceglie di prendersi il tempo necessario per esplorare a fondo la psicologia e le dinamiche interiori dei suoi due protagonisti.

Cogito Ergo Sum si presenta come un thriller, ma in realtà è prima di tutto un intenso studio dei personaggi. Non punta sulla tensione immediata o sul ritmo di genere serrato, ma sulla profondità emotiva, sulla complessità delle scelte morali e sulle conseguenze psicologiche delle azioni. Anche dal punto di vista visivo, la regia riflette questa intenzione: la fotografia e l’illuminazione sono utilizzate per costruire un mondo interiore, fragile e oscuro, che mette in scena non solo ciò che accade, ma ciò che si sente.

Il cortometraggio affronta un tema delicato: un crimine che, per molti, risulta imperdonabile. Ma proprio lì risiede la sua forza: Cogito Ergo Sum umanizza l’atto e chi lo compie, non per giustificarlo, ma per mostrarne la complessità. C’è una causa, una reazione, un’intenzione. E con esse, la possibilità di vedere in quel gesto imperdonabile un essere umano, non solo un colpevole.

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Fisico per lavoro, cinefilo nel tempo libero, Mario si è laureato in fisica a l’École polytechnique e mentre prosegue il suo dottorato scrive per FilmExposure.ch. Condivide il suo amore per il cinema attraverso articoli che mirano a coinvolgere altri appassionati, promuovendo un più profondo apprezzamento per questo variegato mondo.