Correva l’anno 2016, e il regista argentino Gastón Duprat incantava gli avventori della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con Il cittadino illustre, commedia sul mondo culturale (per l’esattezza quello della letteratura) che valse la Coppa Volpi al protagonista Oscar Martínez. I due si ritrovano cinque anni dopo, sempre in concorso al Lido, ed è il motivo per cui scriviamo questa recensione di Finale a sorpresa – Official Competition, che Duprat firma a quattro mani con il sodale Mariano Cohn.
Tra i due film c’è stato, sempre a Venezia ma questa volta fuori gara, Il mio capolavoro, che parlava del mondo dell’arte e di coloro che lo mercificano fino all’eccesso. Con il nuovo lungometraggio arriviamo quindi alla conclusione di una sorta di trittico sull’universo culturale, con il cinema (evocato già nel titolo originale che rimanda alle sezioni competitive dei principali festival) a occupare la posizione di rilievo in questa disamina dei lati più buffi e grotteschi di ciò che accade prima che un film arrivi sui nostri schermi.
Finale a sorpresa – Official Competition
Genere: commedia
Durata: 114 minuti
Uscita: 21 aprile 2022 (Cinema)
Cast: Penélope Cruz, Antonio Banderas, Oscar Martínez
Tanti talenti al servizio della mediocrità
Tutto parte da un uomo molto ricco, Humberto Suárez (José Luis Gómez), che festeggia i suoi ottant’anni e si rende conto di non aver nessun lascito duraturo e memorabile. Gli si propone di dare il suo nome a un ponte, ma lui ha un’idea migliore: finanziare un film. Ma non, come fece in televisione il signor Burns ingaggiando Señor Spielbergo, un biopic che celebri la sua vita; qui si tratta di un progetto di prestigio, adattato da un romanzo acclamato e destinato a vincere riconoscimenti sul piano internazionale (ovviamente lui non l’ha letto). La regia viene affidata a Lola Cuevas (Penélope Cruz), la quale riceve carta bianca a patto che i due protagonisti siano interpretati da star. Lei ingaggia, con l’intento esplicito di sfruttare il contrasto, due attori dai modi e temperamenti opposti: da un lato c’è Félix Rivero (Antonio Banderas), il classico divo che fa film di cassetta e si interessa poco all’arte; dall’altro, Iván Torres (Martínez), il veterano teatrale che vede la recitazione come un’arte nobile e sopporta a malapena il cinema mainstream. Lola, che ha dei metodi di lavoro un po’ bislacchi, li costringe a nove giorni di prove, durante i quali emergono tutti i sentimenti negativi reciproci, con un interrogativo inevitabile: riusciranno a portare a termine il progetto?
I protagonisti spagnoli
Finale a sorpresa – Official Competition (stendiamo un velo pietoso sul titolo italiano) non aggiunge nulla di particolarmente nuovo al florido sottogenere della satira sul mondo del cinema, ma quello che vuole raccontare lo racconta con grande afflato comico e una notevole cura formale: forse perché, invece di mettere alla berlina la lavorazione di un blockbuster (come nel recente Nella bolla di Judd Apatow), prende di mira il circuito d’essai, è confezionato con tocco impeccabile, con fotografia e scenografia che danno all’operazione quella patina autoriale che il film stesso prende in giro. Per questo motivo può anche risultare un po’ ostico, con una manciata di inside jokes che sono davvero solo per veri intenditori (pensiamo al cameo della Coppa Volpi vinta da Martínez), ma nel complesso l’elemento caricaturale è brutalmente efficace, perfetto per il cinefilo in cerca di divertimento impegnato (ma non troppo) in sala.
E a rendere particolarmente potente il tutto è un ispirato trio d’attori, attorno ai quali ruota l’altro significato del titolo: la competizione ufficiale è tra Félix e Iván, e tra Banderas e Martínez, due istrioni duellanti che inanellano con fervore latino tutti i cliché dell’attore di successo. A loro si aggiunge una Penélope Cruz in stato di grazia, che non ha mai disdegnato i ruoli leggeri ma qui dimostra una particolare compatibilità con il materiale a disposizione (viene spontaneo immaginare che parte della performance si basi su veri registi con cui ha lavorato), ed è evidente la gioia nei suoi occhi quando finalmente, dopo decenni di amicizia, ha modo di dividere la scena con Banderas per quasi l’intera durata della pellicola. Quasi scandaloso che nessuno dei tre abbia vinto un premio a Venezia (dove lei ha ricevuto la Coppa Volpi, ma per un altro film), ma in fin dei conti è giusto: averli riuniti in questo contesto, per completare il trittico di Duprat sull’arte, è già una vittoria in sé, molto appagante e divertente.
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Conclusioni
Nella nostra recensione di Finale a sorpresa – Official Competition vi abbiamo raccontato come la premiata ditta argentina Cohn-Duprat torni al cinema con una commedia che prende di mira il cinema stesso, avvalendosi di tre grandissimi interpreti in splendida forma.
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Voto ScreenWorld