Indagare su un omicidio non è mai un compito facile. Serve una mente sveglia, analitica e una spiccata predisposizione nel saper gestire situazioni stressanti. Tuttavia, essere un detective in uno scenario cyberpunk può essere ancora più difficile. Ce lo insegnano diverse opere letterarie come Il Cacciatore di Androidi (Do Androids Dream of Electric Sheeps) di Philip K. Dick o gli adattamenti cinematografici delle sue opere come Blade Runner e Minority Report. Nel mondo dei videogiochi, invece, questa figura è ben rappresentata da Daniel Lazarski, protagonista di Observer.

Parliamo di un horror psicologico sviluppato dallo stesso Bloober Team che si è recentemente distinto per l’ottimo lavoro svolto sul remake di Silent Hill 2. La trama di Observer inizia come un comune poliziesco in cui il detective riceve una chiamata dal figlio che non vede da tempo e si ritrova coinvolto in un incubo senza fine dalle forti tinte cyberpunk. In occasione del mese dedicato alla tematica, ci addentreremo nell’avventura di Daniel Lazarski e scopriremo quanto è spesso il filo che lega il detective immaginato da Bloober Team a quelli creati da Philip K. Dick.

Observer: guardie e ladri

Sicuramente, la prima cosa che ci salta all’occhio se confrontiamo Observer a Blade Runner è la presenza di Rutger Hauer. L’attore olandese, infatti, interpreta Daniel Lazarski nel gioco di Bloober Team ed è ormai diventato iconico per la sua magistrale interpretazione del replicante Roy Batty nella pellicola diretta da Ridley Scott. Se nel film tratto dal romanzo di Philip K. Dick, Hauer si trova a fuggire dalla legge nel ruolo di un androide braccato dal detective Rick Deckard, impersonato sul grande schermo da Harrison Ford, nel gioco di Bloober Team è lui stesso a rappresentare la legge in questo immaginario cyberpunk.

Lo Sapevi?

Rutger Hauer ha eseguito senza stunt-man il salto tra i due palazzi nella scena finale di Blade Runner, chiedendo anche di inserire il particolare della colomba bianca come simbolo di purezza.

L’attore olandese, dunque, è riuscito a interpretare sia il ruolo del fuggiasco che quello del cacciatore in due universi cyberpunk che sono passati alla storia. Anche se la visuale in prima persona di Observer ci fa, almeno in parte, perdere la qualità della sua performance, Hauer riesce a dare al personaggio di Lazarski un tocco unico. È la profondità nel timbro dell’attore, infatti, a fare immergere il giocatore in un contesto sporco, povero e marcio. È la sua voce dura e grezza ma, allo stesso tempo, calda e avvolgente a guidarci lungo i corridoi dell’edificio nel quale ci troveremo bloccati. Il personaggio di Roy Batty, invece, è avvantaggiato dai sapienti primi piani di Ridley Scott su quel sorriso malizioso e gli occhi glaciali dell’attore. L’androide di Blade Runner, infatti, ha acquisito nell’immaginario collettivo un fascino che supera di gran lunga quello del detective protagonista: Rick Deckard.

Observer: la tecnologia al servizio dell’uomo

Locandina di Observer: System Redux

Per un detective che si trova a indagare in uno scenario cyberpunk, le possibilità di risolvere un crimine sono infinite. Tuttavia, anche i criminali hanno altrettante opportunità di commettere reati. Se in Blade Runner le indagini di Deckard procedono “alla vecchia maniera”, in opere come Observer o Minority Report la tecnologia ha un ruolo fondamentale nella risoluzione dei casi. Il personaggio di Harrison Ford, infatti, non ha molti strumenti per rintracciare gli androidi ed è in grado di scovarli soltanto grazie ai loro identikit. Inoltre, l’unico modo per distinguere un replicante da un umano è un test della personalità che rivela se i ricordi del soggetto sono stati impiantati o sono reali.

Questa “linearità” nelle ricerche cambia radicalmente in Minority Report dove John Anderton, interpretato da Tom Cruise, si trova a lavorare in una Washington che ha eliminato gli omicidi da ormai sei anni. È in vigore, infatti, un nuovo sistema chiamato Precrimine grazie al quale è possibile prevedere una violazione della legge prima ancora che il malvivente la compia. Ruolo fondamentale lo hanno i Precog, individui dotati di capacità precognitive fuori dalla norma. In questo caso, tuttavia, il personaggio di Tom Cruise si trova a ricoprire un ruolo ibrido che da detective lo porta ad essere braccato dalla legge e a dover risolvere il mistero per evitare una condanna ingiusta.

Una figura ibrida, infine, è quella di Daniel Lazarski di Observer. Il personaggio di Rutger Hauer, infatti, usa dei metodi generalmente convenzionali per le sue ricerche e, almeno nelle fasi iniziali del gioco, si limita a parlare con i residenti dell’edificio e raccogliere indizi sulla scena del crimine. A questo approccio da detective “classico”, tuttavia, si abbina l’intervento di tecnologie avanzate in grado di sondare gli scenari circostanti con un Bio Visore che riconosce le tracce organiche e una visione elettromagnetica che permette di analizzare impianti o altri oggetti tecnologici presenti nell’ambiente. Inoltre, Lazarski possiede un potente strumento chiamato Dream Eater, con il quale può collegarsi al subconscio delle persone per effettuare interrogatori o rivivere gli ultimi momenti di un uomo morente.

Observer: etica e morale

Una scena di Minority Report

Nella Washington futuristica di Minority Report, tiene banco un dibattito che, in qualche modo, si ripete sempre all’interno degli immaginari cyberpunk: è etico utilizzare una tecnologia simile? Nel caso specifico del film diretto da Steven Spielberg, la domanda è: è corretto condannare una persona per un crimine che non ha ancora commesso? A farne le spese è il protagonista che, tramite una delle Precog, riceve una visione di se stesso mentre uccide uno sconosciuto. Se quella premonizione arrivasse ad altri agenti, John Anderton sarebbe senz’altro arrestato, ma è possibile che quella macchina perfetta abbia commesso un errore? Sarà questa la scintilla che darà vita alla ricerca del personaggio interpretato da Tom Cruise.

La questione etica si ripete anche in Blade Runner. In questo caso, tuttavia, la tecnologia analizzata è quella degli ultimi modelli di replicanti, in grado di sviluppare una coscienza propria. È giusto eliminare un androide talmente perfetto da riuscire a concepire emozioni umane e in grado di sviluppare una propria etica? Roy Batty ci dimostra quanto un automa sia in grado di fare esperienza concreta dell’universo, vivere esperienze uniche su sistemi lontani, piangere per tutti quei ricordi che andranno perduti alla sua morte e, addirittura, provare paura per quella stessa fine. Il personaggio della macchina è quasi più umano del detective che gli dà la caccia, ossessionato inizialmente dal solo pensiero dell’inseguimento e vittima, poi, di dubbi atroci sulla sua stessa natura.

Il dibattito è acceso anche nel mondo di Observer, in cui gli esseri umani si dividono tra individui puri e non. I primi sono coloro che non hanno mai subito interventi per installare alcun impianto mentre gli altri, la maggioranza della popolazione, hanno scelto di abbandonarsi alla tecnologia. In questo caso, la questione è più filosofica e tocca argomenti come il transumanesimo. Daniel è obbligato dalla legge ad utilizzare impianti per poter ricoprire il suo ruolo, ma quando parla con un padre di famiglia “puro” dimostra di apprezzare quello stile di vita, pur non capendo il motivo per il quale una persona possa decidere di abbreviare sensibilmente la propria esistenza ripudiando la tecnologia.  

Tutte e tre le tematiche che abbiamo esplorato rimangono irrisolte all’interno delle narrazioni analizzate, ma lasciano qualcosa al lettore/giocatore/spettatore. Il dibattito entra nella nostra coscienza e ci porta, in un modo o nell’altro, a farci un’opinione di quanto abbiamo visto che non è necessariamente univoca.

Capolinea

Tramite le figure di tre detective, Daniel Lazarski, John Anderton e Rick Deckard, abbiamo esplorato altrettanti universi cyberpunk che nel tempo sono diventati dei cult. Abbiamo visto come tutte queste storie, in qualche modo, si intrecciano tra loro seguendo dei fili comuni come le questioni etiche e il diverso impiego della tecnologia. I detective sono, in questi casi, lo specchio di società in decadenza o sull’orlo di una nuova era che mira alla perfezione. Tutti i personaggi analizzati hanno un modo peculiare di affrontare la vita nel loro universo, ma la figura dell’investigatore rimane sempre affascinante e legata a schemi che ci portano ad amarli. 

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Laureato in Cinema e Media, giocatore dalla nascita e appassionato di qualsiasi cosa racconti una storia coinvolgente. Ha iniziato a scrivere di videogiochi nel 2021, collaborando con diversi siti come Tom's Hardware. Nel 2025 arriva sulle pagine virtuali di Screenworld, per continuare a condividere la sua passione con chiunque voglia dedicare del tempo nella lettura dei suoi contenuti.