Ancor più della candidatura del DLC di Elden Ring, Shadow of the Erdtree, parte dell’utenza del web ha sottolineato la presenza, in molteplici candidature compresa quella per il gioco dell’anno, di Balatro. Ma che cos’è Balatro? E perché si trova in quella posizione così prestigiosa assieme a titoli quali Final Fantasy VII Rebirth o Elden Ring?
Balatro piglia tutto
Il gioco, che ricordiamo essere un indie, è presente oggi su molteplici piattaforme: PC, PlayStation, Xbox, Nintendo Switch e da poco anche su mobile. Ma cosa è Balatro?
Il titolo, sviluppato da LocalThunk, è uno di quei giochi che potremo far rientrare nella categoria di roguelite con le carte. Avete presente la formula di gioco di un Hades o un Slay the Spire? Perfetto, ora avviluppatelo attorno al semplicistico gioco del Poker e di un punteggio, che aumenta partita dopo partita, da raggiungere sommando il valore delle diverse mani di Poker che potremo giocare, ed eccolo qui, il classico gioco dalla dipendenza facile, che si basa su poche e semplici regole.
Dal suo rilascio avvenuto a febbraio del 2024, ad oggi Balatro ha venduto più di 2 milioni di copie, una cifra decisamente fuori scala per un titolo indie, che è stato travolto da un successo inaspettato, che trova l’ennesima celebrazione proprio in sede dei The Game Awards, collezionando ben cinque nomination: miglior gioco mobile, miglior gioco indipendente, miglior debutto indie, migliore direzione e la più celebrata, miglior gioco dell’anno.
Immediatezza e apprendimento
Balatro risponde alle esigenze di chi spesso non può attingere più a generose ore libere per dedicarsi ai videogiochi, prediligendo un approccio veloce, qualcosa da pronti via, senza dimenticare di avere un rapporto stretto con l’utente finale.
Oltre alle semplicistiche regole base del Poker, l’obiettivo di Balatro è quello di gonfiare il punteggio delle combinazioni di Poker utilizzando appositi modificatori che prendono la forma di carte Jolly. Di questi ce ne sono circa 150, tutti diversi e ognuno con delle proprietà uniche che vanno a influire sull’esito del conteggio finale, assieme a carte Tarocchi e Arcane che aggiungono altre speciali abilità.
Se dovessimo però cercare i veri punti vincenti di questa produzione, li troveremo proprio lì, nell’immediatezza delle meccaniche di gioco, assieme al concetto stesso di apprendimento.
Imparare con le sconfitte
Da quando il genere dei souls ha cominciato a proliferare e generare tanti appassionati, in molti si sono ritrovati galvanizzati da una grammatica di gioco decisamente peculiare, ovvero bramare la sconfitta.
Perdere significa apprendere nuovi metodi per superare una certa zona o un boss particolarmente difficile. Dalla sconfitta dunque ne deriva una consapevolezza piena di come si deve giocare, di come ottimizzare il proprio stile. L’utente apprende – a proprie spese – le meccaniche di gioco diventando sempre più bravo nell’uso degli strumenti che lo stesso ti dona. Per rievocare quel capolavoro di Matrix, non è il cucchiaio a muoversi, ma tu stesso.
Con Balatro si replica questo concetto: al primo avvio è impossibile sperare di sconfiggere subito tutti i boss, bensì siamo chiamati a provare, sbloccare nuovi Jolly, scoprire le regole del gioco, perdere più e più volte, per poi trovare la nostra dimensione migliore.
Se ti emulano, hai già vinto
Inutile dirlo, Balatro al lancio ha ricevuto un’accoglienza straordinaria, da cui ne è seguito un passaparola estremamente caloroso, che ha portato poi altri piccoli sviluppatori a guardarsi attorno per scoprire che, spesso, non c’è bisogno di reinventare la ruota, ma rivitalizzare qualcosa di preesistente.
Non sono mancati, ne mesi successivi, un numero impressionante di emuli di questo genere. Basti pensare al successo di Vampire Survivors e di quanti altri cloni siano usciti e che stanno ancora uscendo. Balatro ha avuto lo stesso impatto e cogliamo anche l’occasione per consigliarvene qualcuno, sicuramente il migliore che possiate trovare: Dungeons & Degenerate Gamblers, titolo dalla resa estetica decisamente simile a Balatro, ma questa volta la formula da roguelike con le carte si avviluppa attorno al gioco del Black Jack.
Per quanto possano nascere altri rivali, questa è un’ulteriore grande vittoria per Balatro, giacché non capita tutti i giorni di essere fonte di ispirazione ed emulazione.
Cosa ci fa Balatro ai The Game Awards?
Torniamo dunque al quesito di partenza: cosa diavolo ci fa Balatro messo lì, nella candidatura più importante ai The Game Awards?
Fatto e considerato che le prime nomination si creano proprio sul voto che le maggiori videoludiche del globo esprimono nelle diverse categorie, è inutile sottolineare l’ovvio: Balatro ha conquistato davvero tutti, tanto da nominarlo nella sezione più importante.
Vincerà? Assolutamente no, è anzi molto più probabile che possa portarsi a casa i premi quali miglior gioco indipendente, di debutto, o anche gioco mobile, chissà, ma provate a immaginare la scalata che ha fatto questo progetto così piccolo nell’apparenza e che senza pretese o obiettivi titanici, ci ha ricordato la bellezza della scoperta, del divertimento e della possibilità di rimanere stupiti positivamente, da un gioco così piccolo e dal costo esiguo.
La chiosa finale di questa candidatura potrebbe essere proprio così: davanti ad alcune produzioni da centinaia di milioni di dollari, che poi falliscono miseramente nel giro di poco (sappiamo tutti cosa è successo con Concord), ecco arrivare l’idea geniale, semplicistica eppure così rivoluzionaria, da diventare un successo mondiale e arrivare ai The Game Awards a dar fastidio a titani quali Elden Ring o Final Fantasy.
Una lezione e un successo che va decisamente oltre il semplice concetto di premio.