Nel suo primo giorno di mandato, Donald Trump ha messo subito in atto una decisione controversa: cambiare ufficialmente il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America. Questo cambiamento è stato immediatamente recepito da Google Maps, come sappiamo tramite Il Post, che per gli utenti statunitensi mostra solo la nuova denominazione, mentre nella versione messicana resta la dicitura originale. Per gli utenti internazionali, invece, è visibile una versione ibrida: Golfo del Messico (Golfo d’America). Il provvedimento ha provocato una reazione dura da parte del Messico, che considera la scelta inappropriata e non valida a livello legale.

Google Maps, uno dei servizi di mappe più utilizzati al mondo, si adatta solitamente agli usi e alle leggi locali, mostrando nomi differenti a seconda del paese di riferimento. Un esempio simile si verifica con il Mar del Giappone, che in Corea del Sud viene indicato come Mare dell’Est. Tuttavia, in questo caso specifico, la modifica imposta dagli Stati Uniti non è solo una questione di traduzione o convenzione locale, ma assume connotati geopolitici rilevanti.

Immagine del Golfo del Messico rinominato
Immagine del Golfo del Messico rinominato, fonte: Google Maps

La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha contestato apertamente la decisione, sottolineando che, secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, nessuno Stato può rivendicare giurisdizione oltre le 12 miglia nautiche dalle proprie coste. Di conseguenza, gli Stati Uniti non hanno il diritto di cambiare unilateralmente il nome di un tratto di mare che appartiene anche al Messico e a Cuba. La Sheinbaum ha persino ironizzato suggerendo di ribattezzare il continente nordamericano Mexican America come risposta simbolica.

Questa non è la prima volta che si verifica una disputa sui nomi geografici negli Stati Uniti. Nel 2015, l’allora presidente Barack Obama aveva ribattezzato il Monte McKinley in Denali, rispettando la tradizione delle popolazioni indigene dell’Alaska. Trump, invece, ha cercato di ripristinare il vecchio nome Mount McKinley, benché Google Maps non abbia ancora implementato la modifica.

Oltre alla questione legale, il cambio di nome del Golfo del Messico rappresenta anche un atto simbolico di nazionalismo americano. L’ordine esecutivo firmato da Trump ha introdotto il Gulf of America Day, celebrato il 9 febbraio, e ha costretto agenzie federali come la Federal Aviation Administration e la Guardia Costiera ad aggiornare le proprie mappe e documenti ufficiali.

Il Golfo d'America
Il Golfo d’America, fonte: CNN

Mentre gli Stati Uniti proseguono nell’applicazione della nuova denominazione, il dibattito internazionale resta acceso. Il governo messicano ha già avviato consultazioni con organismi internazionali per bloccare il riconoscimento del Golfo d’America a livello globale. Organizzazioni come l’Organizzazione Idrografica Internazionale e il Gruppo di Esperti delle Nazioni Unite sui Nomi Geografici avranno un ruolo cruciale nel decidere se questa modifica potrà essere accettata ufficialmente.

Le conseguenze diplomatiche di questa scelta potrebbero essere significative, soprattutto considerando l’importanza economica e strategica della regione. Resta ora da vedere se il tentativo di ridefinire la geografia mondiale avrà un impatto duraturo o se sarà ricordato come una delle tante controversie dell’amministrazione Trump.

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Nato il 19 Dicembre 1992, ha capito subito che il cinema era la sua strada. Dopo essersi laureato in filosofia all'università di Palermo e aver seguito esami, laboratori e corsi sulla critica, la storia del cinema e la scrittura creativa, si è focalizzato sulle sue più grandi passioni: scrivere e la settima arte. Ha scritto per L'occhio del cineasta ed è stato redattore per Cinesblog fino alla sua chiusura. Ora si occupa di news e articoli per ScreenWorld.it, per CinemaSerieTv.it e CultWeb.it